In Cina gli ospedali sono pieni per colpa di un virus. E subito scatta l’allarme per una possibile pandemia tipo Covid. Niente di tutto questo. Anzi, il metapneumovirus è una vecchia conoscenza dei medici (e dei pazienti), circola da vent’anni, abbastanza perché si siano già create le difese immunitarie. È presente anche in Italia, ma senza numeri preoccupanti. A dir la verità, osserva Francesco Broccolo, virologo dell’Università del Salento, neanche la normale influenza di stagione sta dando grossi grattacapi: le percentuali rispetto agli anni scorsi sono in diminuzione, anche adesso, in gennaio, mese che di solito fa segnare il picco della malattia. Eppure l’influenza, come sempre nei periodi corrispondenti degli altri anni, fa oltre 350 morti al giorno.
In Cina i medici hanno il loro bel da fare per far fronte alla diffusione di un virus: l’allarme che si è diffuso anche in Italia è giustificato?
Adesso in Cina c’è una maggiore incidenza di metapneumovirus umano (HMPV): lo si conosce da più di 20 anni, visto che era già stato identificato nel 2001, ma si pensa addirittura che fosse già in circolazione molto prima. È già un motivo per dire che non ci potrà essere una pandemia: Sars-CoV-2 era un virus completamente nuovo, con il quale nessun essere umano prima aveva mai avuto contatti, e che si è diffuso più rapidamente causando i morti che sappiamo. HMPV, invece, circola da 25 anni, potrà causare qualche focolaio di infezione, ma la popolazione per lo più è già immunizzata. Nessun allarmismo. Tra l’altro lo vedo circolare più o meno come gli altri anni.
Come si cura?
L’HMPV non ha né un vaccino né un antivirale, si usano farmaci sintomatici, per alleviare i sintomi, continueremo a curarlo come abbiamo fatto in questi 25 anni.
Quali sono i sintomi del metapneumovirus?
Tosse secca (per questo si confonde con il Covid), infezioni alle vie respiratorie superiori. Dà delle bronchiti e polmoniti nei neonati (o comunque nei bambini di età inferiore a 5 anni), negli anziani e negli immunodepressi. È il quinto virus che dà infezioni polmonari, quindi non è neanche tra i principali. In questo momento in Italia non circola molto, viene dopo il virus influenzale e dopo il Sars-CoV-2: non è certo il virus principale. È della stessa famiglia del virus respiratorio sinciziale e, come quest’ultimo, è più pericoloso per i neonati e per i bambini.
Ora si dice che HMPV circoli soprattutto in Cina, a Hong Kong, in Malesia: è relegato in quelle zone? O si rischia che arrivi in modo massiccio anche da noi?
Al momento non si registrano casi di incidenza superiore agli anni precedenti. Ad ogni modo, la popolazione è immunizzata: ha già avuto contatti con questo virus. Ci sarebbe da preoccuparsi se, come è successo con il Covid, circolasse una variante particolarmente virulenta. Finora ne sono state descritte cinque, ma nessuna è stata associata a una maggiore virulenza. Le varianti che circolano, insomma, sono conosciute e si curano con farmaci sintomatici. Siamo in una situazione simile a una sindrome influenzale, con raffreddore, tosse secca, bronchiti e, in rari casi, polmoniti, esattamente come il virus dell’influenza.
In Italia quest’anno come siamo messi quanto a influenza?
Abbiamo un’incidenza piuttosto bassa. Infatti non condivido l’allarmismo neanche su questo: andando a guardare i dati, oggi ci sono 10 casi di infezione per mille assistiti, quando negli anni precedenti erano 18-20. Va detto che comunque di media nel periodo gennaio-febbraio fa oltre 300 morti al giorno. Ma è così tutti gli anni. Adesso, tuttavia, l’incidenza sta scendendo: i dati aggiornati a venerdì rivelano che ci sono circa 9 casi ogni mille assistiti, invece negli anni precedenti si raggiungevano, appunto, i 18-20 casi, sempre ogni mille.
Ci sono zone in cui l’influenza è più diffusa?
La regione con più infezioni da influenza è la Campania, con 20 casi ogni mille assistiti. La Calabria e la Basilicata non fanno questo tipo di registrazione di sorveglianza.
Questa influenza che caratteristiche ha?
È esattamente come quella degli anni precedenti, con sintomi classici. Un mese fa si era fatto allarmismo anche su questo, ma non si registrano ceppi particolarmente aggressivi o più virulenti rispetto agli anni precedenti. Al momento non vedo preoccupazioni, poi i virus cambiano continuamente.
(Paolo Rossetti)
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