Dal Ruanda alla Germania, il virus Marburg inizia a fare (per ora fortunatamente poca) paura anche nel vecchio continente che ancora fa i conti con l’ultimo virus pandemico i cui effetti si protraggono ancora a distanza di quasi due anni dalla fine della fase emergenziale e presto potrebbe dover gestire anche un’epidemia ben più mortale: proprio nella giornata di ieri – mercoledì 2 ottobre 2024 – la stazione di Amburgo è rimasta isolata per alcune ore per due casi sospetti che hanno costretto ad un rapido intervento delle autorità per evitare la propagazione esponenziale dell’infezione.



Di fatto non è stato chiarito se i due casi sospetti abbiano effettivamente contratto il virus Marburg, ma le autorità hanno fatto sapere al quotidiano Bild che i sospetti attualmente si troverebbero in isolamento nel nosocomio locale; così come sono state schedate anche tutte le altre 200 persone presenti sul convoglio che potrebbero essere entrati in contatto con i due soggetti isolati. Nel frattempo si è scoperto che sono entrambi studenti di medicina, recentemente tornati da un viaggio dal Ruanda in cui avrebbero prestato aiuto a pazienti affetti dal temibile virus, avvalorando la tesi di un contagio che diventa ancora più probabile negli stadi più avanzati della malattia.



Cos’è il virus Marburg, come si trasmette e quali sintomi causa: può diventare pandemico?

Facendo un passetto indietro, è importante sottolineare immediatamente che allo stato attuale il virus Marburg non deve spaventare più di quanto faccia l’ebola perché pur trattandosi di un’infezione altamente mortale, per ora è limitata al solo territorio del Ruanda in cui si è registrato il primissimo focolaio del 2024 che fino ad ora ha causato circa 26 infezioni – in larga parte tra i medici che sono entrati in contatto con i pazienti infetti – e ben 8 decessi.

Il virus Marburg viene spesso ricordato con la sola sigla MARV ed è simile nei suoi effetti alla ben più nota ebola: causa inizialmente sintomi del tutto simili a qualsiasi altro virus influenzale (dal mal di testa, alla febbre, talvolta molto alta, passando anche per debolezza e affaticamento), mentre a preoccupare sono i sintomi gravi che oltre ad includere il sanguinamento oculare, potrebbero arrivare nella peggiore delle ipotesi fino ad emoraggie a livello gastrointestinale o delle mucose.



La mortalità del virus Marburg – come dicevamo anche prima – è molto alta perché alcuni ceppi raggiungono anche il 90%, ma in media si attesta a cifre tra il 24 e l’88% dei casi; mentre a tamponare questi dati ci pensa la contagiosità che rimane piuttosto ridotta dato che non è in grado (a differenza, per esempio, del Covid) di viaggiare attraverso le vie aeree, contagiando soprattutto attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei dei pazienti infetti.