I primi due casi di virus Oropouche in Lombardia sono stati diagnosticati nelle scorse ore presso l’ospedale Sacco di Milano. Lo segnalano numerosi quotidiani online fra cui Il Giorno, specificando che si tratta di due casi di importazione dal Sud America, due persone che sono rientrate in Italia rispettivamente da Brasile e Cuba, e che hanno appunto contratto il virus Oropouche.
In totale sono quindi quattro i casi diagnosticati nel nostro Paese nell’ultimo mese, tenendo conto che in precedenza era stato registrato un paziente in Veneto, il primo caso assoluto di questa febbre in tutta Europa, e quindi il secondo paziente in Calabria. Tutti e due erano reduci da un viaggio in Sud America dove il virus in questione è endemico. Come ricorda Il Giorno si tratta di un “malanno” che è stato scoperto negli anni ’50 in Trinidad e Tobago ed è trasmesso, come avviene per quasi la totalità dei casi simili, da una puntura di insetto.
VIRUS OROPOUCHE, PRIMI DUE CASI IN LOMBARDIA: QUALI SONO I SINTOMI
Si tratta precisamente del moscerino tropicale che si trova nei Paesi del Centro e del Sud America, e che fortunatamente non esiste in Europa. In Italia abbiamo ad esempio degli insetti di quella specie, ma non il moscerino specifico, di conseguenza possiamo stare relativamente tranquilli. Solitamente, una volta che si viene punti, non si hanno reazioni ma i primi sintomi sopraggiungono nel giro di una settimana-dieci giorni, e sono simili a quelli di altre malattie tropicali.
Gli infetti manifestano così febbre molto alta, anche sopra i 39 gradi, quindi mal di testa, malessere generale, e anche nausea e vomito, come se si stesse facendo una brutta influenza autunnale. La particolarità dell’infezione da virus Oropouche è che in sei casi su dieci dopo una prima fase acuta, e una sorta di guarigione, i sintomi si ripresentano e solitamente passa un lasso di tempo che va dalle 48 ore ai dieci giorni, ma può durare fino a 30 giorni in taluni casi.
VIRUS OROPOUCHE, PRIMI DUE CASI IN LOMBARDIA: COSA DOBBIAMO SAPERE
La cosa da sapere è che solitamente il decorso della malattia è tutto sommato lieve, ma ci sono alcuni pazienti che hanno accusato sintomi gravi, arrivando a sviluppare meningiti o encefaliti. Non esistono casi documentati di trasmissione fra uomo, quindi si tratta di un virus che non è trasmissibile da uomo a uomo ma solamente da insetto a uomo, un altro aspetto che appare decisamente rassicurante.
In ogni caso la dottoressa Gismondo del Sacco di Milano, sottolinea come siano importanti le diagnosi effettuate in Italia nell’ultimo mese in quanto permettono di monitorare la circolazione del virus. Inoltre il camice bianco consiglia di non sottovalutare mai i sintomi, anche se lievi, visto che, come detto sopra, in alcuni rari casi la malattia può portare a gravi complicanze, soprattutto negli anziani o nei pazienti fragili con delle patologie pregresse.