Svolta nella lotta contro il  virus respiratorio sinciziale

La lotta contro il temuto virus respiratorio sinciziale (RSV) sta per cambiare significativamente, segnando quella che potrebbe essere considerata la prima vera e propria vittoria per l’umanità. Per quanto i progressi medici siano andati avanti negli anni, infatti, non si era mai riusciti a sviluppare un vaccino che funzionasse in modo competo o totale per questo tipo particolare di virus, ma secondo quanto spiegato dal quotidiano tedesco Die Welt, ben 5 aziende farmaceutiche sarebbe pronte a commercializzare i primi.



Dovrebbero mancare solamente poche settimane perché i vaccini contro il virus respiratorio sinciziale inizino ad essere distribuiti ed in un primo momento saranno riservati agli over 60. Questo virus, infatti, come spesso capita, colpisce prevalentemente anziani e bambini (in quest’ultimo caso ha un’incidenza di circa il 90% entro i due anni di vita), sui quali ha anche gli effetti peggiori. “Le infezioni da RSV sono una sfida importante per la medicina”, spiega al quotidiano Markus Rose, esperto respiratorio dell’ospedale Klinikum Stuttgart. “È il virus respiratorio più pericoloso per i neonati, ma minaccia anche i malati cronici e le persone immunodepresse di tutte le età” e costituisce la seconda causa di morte, dopo la malaria, dei bambini.



I vaccini contro il virus respiratorio sinciziale

L’articolo del Die Welt, insomma, attesta che siano attualmente in sviluppo ben 5 vaccini contro il virus respiratorio sinciziale e che prestissimo potremo vederli sul mercato, con importanti conseguenze per la salute pubblica. Il primo è quello dell’azienda GSK (GlaxoSmithKline) che secondo uno studio condotto su 25 mila persone, avrebbe un’efficacia dell’82,6%. Tra questi, inoltre, anche le più famose Pfizer e Moderna avrebbe sviluppato un loro personale vaccino.

Pfizer, diventata famosa soprattutto per i vaccini contro il covid, attesta un’efficacia dell’85,7% contro il virus respiratorio sinciziale negli anziani, mentre avrebbe protetto anche l’81% dei neonati. Quest’ultimo dato l’avrebbero ottenuto somministrando il vaccino alle future madri, che attraverso l’organismo hanno trasmesso i geni protettivi ai figli, fornendogli protezione fino ai 6 mesi (quando cala al 69%). Moderna, invece, in merito al suo vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (che usa la tecnologia ad mRNA) non ha fornito dati precisi sull’efficacia della protezione, dicendo che sarà pronto per l’inverno 2023. L’azienda Janssen parla di un’efficacia dell’80%, mentre Bavarian Nordic e Novavax sono ancora ad uno stadio arretrato dello sviluppo, ma presto saranno pronti anche loro per la commercializzazione.