La Glaxosmithkline Consumer Healthcare, azienda farmaceutica nota come GSK, ha ricevuto recentemente la prima approvazione per il suo nuovo vaccino contro il virus respiratorio sinciziale, ovvero l’RSV. La malattia causa problemi respiratori gravi negli anziani, over 60, e nei bambini, ma solamente in pochi casi, mentre la maggior parte delle volte causa solamente sintomi lievi, tendendo a passare spontaneamente. Si tratta di una prima, timida, approvazione, a cui dovranno seguire ulteriori controlli prima del suo effettivo ingresso nel mercato, ma è comunque un passaggio importante e che potrebbe cambiare la lotta contro il virus respiratorio sinciziale.
Il vaccino contro virus respiratorio sinciziale: “Efficace al 94%”
Il vaccino contro il virus respiratorio sinciziale è stato prodotto da GSK, che l’ha chiamato Arexvy e la casa farmaceutica starebbe, attualmente, lavorando anche all’approvazione da parte dell’ente pari alla FDA europeo, ovvero la EMA. L’approvazione dalla FDA, invece, è arrivata dall’unanimità dei votanti, mentre dal punto di vista della sicurezza sarebbe stato votato favorevole da 10 persone contro 2 contrari. GSK, infine, punta alla commercializzazione prima dell’autunno 2023.
In autunno, infatti, il virus respiratorio sinciziale inizia la sua corsa, che si placa con il ritorno della stagione calda, circa 6 mesi dopo. Il vaccino, racconta Tony Wood, direttore scientifico di GSK, “segna un punto di svolta nel nostro sforzo per ridurre il carico significativo di RSV. Arexvy è il primo vaccino RSV approvato per gli anziani. Il nostro obiettivo ora è garantire che gli anziani idonei possano accedere al vaccino il più rapidamente possibile”. A livello di efficacia, invece, attestata da un primo studio condotto su circa 25mila persone, l’azienda farmaceutica attesta un positivo 83% di protezione dalla forma lieve del virus respiratorio sinciziale, che sale al 94% per la forma grave. Gli effetti collaterali, invece, andrebbero dal dolore in sede d’iniezione, affaticamento, dolore muscolare, mal di testa e rigidità articolare, mentre in pochi partecipanti si è registrato anche un battito cardiaco irregolare.