Il virus respiratorio sinciziale (vrs) sta generando paura e allarme tra i genitori di tutta Italia, in quanto colpisce soprattutto i bambini piccolissimi (e gli anziani più fragili, ndr). Nella nostra nazione i reparti pediatrici e le terapie intensive degli ospedali sono pieni di neonati e bimbi con polmoniti e bronchioliti causare da questa epidemia, che, tuttavia, non rappresenta nulla di inedito. Infatti, questo virus fu isolato per la prima volta nel 1956 ed è uno di quelli maggiormente diffusi a livello mondiale, con particolare riferimento alla stagione più fredda, ovvero quella invernale.



Per citare alcuni dati statistici precisi, in grado di fare comprendere quanto esso sia diffuso, citiamo il “Corriere della Sera”, che ha sottolineato come a livello globale si contino all’anno 33 milioni di infezioni respiratorie fra i bambini al di sotto dei cinque anni d’età e come il 20% di queste sia connessa proprio al virus respiratorio sinciziale, con tre milioni di ricoveri e all’incirca 100mila morti all’anno, con particolare riferimento ai Paesi del Terzo Mondo. Per giunta, non esiste un vaccino per arginarlo e sono possibili anche reinfezioni, dal momento che non dà immunità: diventa quindi fondamentale imparare a riconoscerlo con tempestività e, a tal proposito, proviamo a illustrarvi i sintomi da tenere sotto controllo.



VIRUS RESPIRATORIO SINCIZIALE: I SINTOMI

A riassumere i sintomi di questo virus è stato ancora una volta il “Corriere della Sera”, che ha asserito che l’infezione da vrs esordisce alla stregua di un comune raffreddore, perciò i neonati manifestano, per un lasso temporale di 1-3 giorni, i sintomi tipici di un’infezione delle alte vie respiratorie, quali starnuti, tosse, mal di gola e febbre. Dal terzo al quinto giorno, poi, “possono cominciare a manifestare un distress respiratorio, quindi aumento della frequenza respiratoria, movimento di allargamento delle narici, rientramenti cutanei a livello del torace durante gli atti respiratori. Spesso hanno bisogno dell’ossigeno”.



Serve effettuare un’ulteriore distinzione per i nati prematuri, nei quali il primo sintomo può essere l’apnea e, successivamente, possono palesarsi i sintomi tipici di una malattia respiratoria. Non solo: “Con il respiro difficoltoso in alcuni casi bisogna somministrare l’ossigeno o addirittura fare ricorso alla ventilazione non invasiva”.