Dopo il via libera di alcuni mesi fa – era lo scorso maggio – da parte della Food and Drugs Administration statunitense, è arrivato anche l’ok definitivo dalla Commissione UE (che segue quello da parte dell’EMA) alla commercializzazione del vaccino ad mRna contro il virus sinciziale sviluppato da Moderna: il composto si chiamerà ‘mResvia’ ed è pensato soprattutto per proteggere gli over 60 dagli episodi più gravi della malattia; mentre – almeno in questa fase – non si prevedono inoculazioni nella popolazione più giovane.



Facendo un passetto indietro – infatti – il virus sinciziale è una malattia piuttosto comune – tanto che si stima che la maggior parte dei bambini lo contragga entro i due anni di vita – e che causa (soprattutto negli under 60 e nei giovani) tendenzialmente sintomi del tutto lievi e simili a quelli di un comune raffreddore: in alcuni casi però il virus raggiunge le basse via respiratorie causando bronchiti e polmoniti che possono facilmente degenerare; specialmente in pazienti che presentano già altre patologie respiratorie.



La circolazione del virus sinciziale raggiunge il suo picco – come sempre accade con i virus respiratori – attorno ai primi mesi dell’anno e dura per tutto il periodo freddo: nella maggior parte dei casi non sono necessarie particolari cure farmacologiche, mentre una prima infezione non da alcuna garanzia di protezione; ed è proprio qui che si inserisce il nuovo vaccino approvato nella giornata di oggi dalla Commissione UE.

Cos’è e come funziona il vaccino ad mRna di Moderna contro il virus sinciziale

A dare l’annuncio è stata la stessa Commissione che – in una nota diffusa sul sito ufficiale – ricorda l’importanza di vaccinarsi per preservare la qualità della vita, sottolineando che da oggi ognuno dei 27 stati membri dovrà decidere autonomamente sulla commercializzazione del vaccino contro il virus sinciziale; mentre l’aspetto più interessante è che – pur non essendo il primo contro l’RSV – è il primo composto ad mRna ad entrare ufficialmente nell’equazione dei farmaci europei dopo quelli approvati in via emergenziale durante il covid.



L’mResvia codifica – una volta inoculato – la glicoproteina F per addestrare il sistema immunitario del paziente a riconoscere il virus e a combatterlo una volta che prova a raggiungere le vie respiratorie: non blocca l’accesso del virus, ma evita che sfoci in episodi gravi e potenzialmente letali per gli over 60; mentre dai test svolti da Moderna nei mesi scorsi risulta che la protezione dovrebbe durare in media 8 mesi, senza particolari effetti collaterali oltre al dolore al braccio e un generale senso di affaticamento nei giorni successivi all’inoculazione.