La diffusione del virus sinciziale tra i neonati è particolarmente alta soprattutto nel periodo invernale. Da tempo i medici insistono perchè si prevenga l‘impennata di casi tramite la vaccinazione. Dopo le polemiche iniziali in data odierna, come riporta Quotidiano Sanità, è arrivato l’ok da parte della Conferenza Stato-Regioni al piano di immunizzazione contro il Virus sinciziale (Vrs) per tutti i neonati con l’anticorpo monoclonale Nirsevimab.



La campagna riguarderà inizialmente tutti i piccoli che nasceranno a partire dal mese di novembre 2024, quelli nati “nei 100 giorni precedenti”, ovvero da fine luglio, ed i bambini fragili con meno di 24 mesi di età. La campagna di immunizzazione inizierà a tutti gli effetti a novembre grazie ad uno stanziamento di 50 milioni di euro. Lo scopo, come si legge nel documento, consiste nell’irrobustire le evidenze di carattere organizzativo ed economico, al fine di supportare anche per tali profili le decisioni future in merito all’adozione di nuove tecnologie sanitarie.



VIRUS SINCIZIALE: I DETTAGLI DELLA CAMPAGNA VACCINALE

La durata inziale del piano di immunizzazione contro il virus sinciziale sarà di 6 mesi, con possibilità di una progressiva proroga a seconda delle esigenze e in base alla disponibilità di fondi. L’attività sarà inclusa nel Decreto Ministeriale (DM) di riparto del Fondo Sanitario Nazionale per il 2024.

L’avvio di una interlocuzione con l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per procedere al trasferimento del Nirsevimab-Bey dai farmaci in fascia C a quelli in fascia A, dunque a carico del Ssn, era stato già annunciato e comunicato in una precedente nota alle Regioni dal ministero della Salute lo scorso settembre proprio a seguito dell’aumentata incidenza del Vrs tra la popolazione pediatrica. Successivamente, a inizio ottobre, in una nota indirizzata al ministero della Salute, l’Istituto superiore di sanità (Iss) aveva rilevato come la somministrazione a tutti i nuovi nati dell’anticorpo monoclonale poteva non essere opportuna e comportare anche dei potenziali rischi. Oggi, grazie anche ai pareri favorevoli dei pediatri, è arrivata la svolta con l’intesa approvata, che sancisce come l’immunizzazione sarà “universale” riguardando, appunto, tutti i neonati indicati..