VISCO: “L’ITALIA È FUORI DALLA CRISI. PIL MEGLIO DELLE ATTESE”. COSA VA…

Ad una notizia allarmante – «l’inflazione tornerà sotto controllo non prima del 2025» – ne segue un’altra decisamente più positiva, «il Pil 2023 è ben oltre le attese»: questo e molto altro ha detto il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco nelle tradizionali Considerazioni Finali, ovvero sulla relazione annuale della Banca d’Italia sull’anno 2022 (qui tutti i documenti, ndr), presentata oggi a Roma 31 maggio 2023. «Per il 2023 le previsioni oggi disponibili convergono su un aumento del prodotto intorno all’1%», rileva lo studio di Bankitalia presentato da Visco alla presenza anche dell’ex Premier Mario Draghi nelle prime file.



«Nell’affrontare le conseguenze della guerra in Ucraina, così come nell’uscita dalla pandemia, l’economia italiana ha mostra una confortante capacità di reazione», aggiungo ancora Visco parlando di un’Italia finalmente fuori dalla crisi. «La pandemia ha colpito il Paese quando esso non aveva ancora pienamente recuperato i danni inferti da una duplice crisi, quando ancora l’introduzione lenta e frammentata delle necessarie riforme stentava a sciogliere i nodi che frenano il nostro sviluppo. Ma l’Italia ha superato questa terza gravissima crisi, così come lo choc energetico seguito all’aggressione russa dell’Ucraina, meglio di quanto ci attendevamo», sottolinea il Governatore della Banca d’Italia.

… E COSA NON VA: PNRR, DEBITO, INFLAZIONE. PARLA IL GOVERNATORE VISCO

La crescita importante del Pil addirittura «oltre le attese» spinge l’economia italiana ora a «rafforzare il nostro posizionamento internazionale: «Non si può non sottolineare la necessità di portare a compimento l’unione bancaria, attraverso una revisione dell’attuale disciplina di gestione delle crisi nonché l’istituzione di uno schema unico di garanzia dei depositi». Visco sottolinea come i recenti fenomeni di instabilità osservati al di fuori dell’Unione europea «mostrano chiaramente l’importanza di raggiungere questi obiettivi. Non appena sarà pienamente operativa la sua riforma – aggiunge – il Mes potrà svolgere un ruolo importante fornendo una rete di sicurezza finanziaria al fondo di risoluzione unico».

Per vedere l’inflazione sotto controllo, intorno al 2%, secondo il Governatore di Bankitalia bisognerà attendere almeno il 2025: «L’inflazione tornerà a scendere in Europa e in Italia per effetto della normalizzazione monetaria e della restrizione del credito ma le ripercussioni sull’economia saranno tanto minori quanto più responsabili saranno i comportamenti di tutte le parti che contano, imprese, sindacati e Governi». L’invito è a non innescare una «vana rincorsa tra prezzi e salari» con le imprese che giocheranno invece un ruolo fondamentale perché «simmetricamente a quanto avvenuto nella fase di rialzo dei corsi dell’energia del 2022, le recenti riduzioni di costo dovrebbero ora essere trasmesse ai prezzi dei beni e dei servizi». Banca d’Italia spinge per una riforma a tutto tondo del Fisco: «Sulle capacità di crescita della nostra economia grava un sistema tributario complesso, su cui si è spesso intervenuti senza un disegno organico. Una ricomposizione del prelievo che riduca il peso della tassazione sui fattori produttori può stimolare l’occupazione e gli investimenti». Secondo Visco, «nessun intervento può realisticamente prescindere dai vincoli posti dal nostro elevato pubblico nè dai principi di progressività e capacità contributiva sanciti dalla Costituzione». Passaggi importanti poi sul salario minimo – «Come negli altri principali paesi, l’introduzione di un salario minimo, definito con il necessario equilibrio, può rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale» – e sulla riduzione del debito pubblico, «priorità della politica economica, indipendentemente dalle regole europee. […] Nei prossimi anni ogni eventuale aumento di spesa o riduzione di entrata, anche nell’ambito delle riforme già annunciate quali quella del fisco o dell’autonomia differenziata, non potrà prescindere dall’identificazione di coperture strutturali adeguate e certe». Infine, sul PNRR, Visco rileva che «anche se miglioramento sono possibili, non c’è tempo da perdere. Il Piano rappresenta un raro, e nel complesso valido, tentativo di definire una visione strategica per il Paese».