Con la mostra digitale Il Tintoretto, La forza dei contrari. L’uomo che seppe trasformare l’eroico in quotidiano (inaugurazione venerdì 8 novembre alle ore 17:30 presso la sala conferenze della Fondazione Dignitatis Personae, via Canuto 12, Domodossola; fino al 30 giugno 2025) si affronta l’esperienza umana e pittorica di uno dei più importanti pittori del Rinascimento veneziano. Un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte grazie alla sua visione innovativa e alla sua intensa esperienza umana. Guidati da una sorta di narrazione che vede il Tintoretto stesso protagonista del racconto, la mostra indaga alcuni aspetti della sua pittura, ponendo particolare attenzione al contesto storico e culturale di Venezia.
Infatti, in controluce nelle sue opere, troveremo una Venezia carica di contraddizioni, ma sempre certa di dovere tutto all’unicità delle sue radici.
La mostra, curata dal prof. Carlo Teruzzi, direttore del fArti Museum – Digital Experience, prevede più livelli di lettura, modalità questa resa possibile dalla sua strutturazione integralmente digitale, oltre che interattiva. Tanto gli adulti quanto i bambini, potranno cimentarsi con la vita e l’opera di un grande maestro del 500, attraverso una modalità divertente e partecipativa, e questo anche grazie al contributo portato nella realizzazione del percorso digitale dai ragazzi del liceo artistico della Rosmini International Campus, ai quali verranno altresì affidate le visite guidate per le scolaresche. Visite che si muoveranno da un primo approccio immersivo, per terminare nella modalità laboratoriale ed esperienziale.
L’ inaugurazione vedrà l’alternarsi di video e di testi dedicati tanto all’opera del Tintoretto quanto alla sua interazione con la città di Venezia, accompagnati dall’esecuzione di brani musicali e liberamente adattati al percorso espositivo dal maestro e compositore jazz Roberto Olzer.
Una modalità che ben si adatta tanto alla personalità del Tintoretto, quanto alla città di Venezia, visto che entrambe hanno fatto dell’improvvisazione e della capacità di stupire la loro cifra di fondo.
La mostra mira a lasciare al visitatore una sorta di immagine plastica, paragonando l’opera del Tintoretto ad una composizione jazz. Non è un azzardo, perché la sua pittura, gestuale e spontanea, è stata paragonata a una composizione jazz dal critico e storico dell’arte Roberto Longhi. Questo paragone si basa sulla spontaneità e l’improvvisazione che caratterizzano entrambe le forme artistiche.
Longhi ha sottolineato come Tintoretto, proprio come un musicista jazz, fosse capace di creare un senso di movimento e dinamismo attraverso l’uso audace della luce, del colore e della composizione. La sua abilità di rompere con le convenzioni del tempo e di dare vita a scene ricche di energia e drammaticità riflette l’approccio libero e creativo del jazz. Inoltre, le opere di Tintoretto spesso presentano una complessità visiva che invita l’osservatore a scoprire nuovi dettagli, simile a come un brano jazz può rivelare nuove sfumature ad ogni ascolto.
Pertanto il percorso della mostra, che si articola in sei sezioni, finisce con il testimoniare che Tintoretto non è solo un rappresentante del Rinascimento, ma anche un innovatore che ha saputo interpretare il suo tempo attraverso una lente personale e originale. La sua esperienza umana ed il contesto veneziano, ricco di contrasti e opportunità, hanno forgiato un artista che ha saputo coniugare l’arte con la vita, creando opere che continuano a parlare al pubblico di oggi.
Da questo nasce lo spunto che ha dato origine all’intero percorso espositivo, vale a dire quella “forza che emerge spesso dei contrari”, da quei punti dissonanti che spesso vorremmo limare e che invece rappresentano la vera ricchezza presente nella vita di ciascuno di noi.
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