Nella festa della Visitazione della Beata Vergine Maria la Chiesa e i cristiani tutti celebrano l’incarnazione di una giovanissima ragazza “collocata” nel pieno centro del disegno di salvezza di tutta l’umanità: un gesto paradossale, un compito impossibile “giocato” da chi però ha saputo dire di Sì pur con tutte le paure e le conseguenze che quel Figlio le avrebbe portato. Come riporta oggi Vatican News nel focus celebrativo della Visitazione, tale festa serve per «ricollocare al posto giusto la memoria mariana all’interno del tempo di Cristo e dello Spirito: gli episodi che riguardano Maria, infatti, riguardano anche Gesù e comunque tutti appartengono alla stessa storia, che è quella della salvezza». Il culto mariano non è qualcosa di separato, staccato da quello di Gesù, sono un’unica cosa, un unico disegno di salvezza, un unico obiettivo di servire l’umanità e annunciare la libera salvezza dell’anima per chi ha fede in Cristo: la Chiesa chiama questa unità “principio di vicinanza”, con la Madonna e Gesù legati in tutti i momenti centrali della vita umana del Cristo, dall’annuncio alla visitazione, dall’incarnazione fino alla Passione, per passare alla morte, la Resurrezione e infine l’Ascensione e la Pentecoste. Maria è madre di Dio, unità col Figlio e immagine della Chiesa, ovvero di tutti noi. (agg. di Niccolò Magnani)



La Madonna e la visita ad Elisabetta

Il 31 maggio si celebra la festa della Visitazione della Beata Vergine Maria, ricordando la visita che fece Maria alla cugina Elisabetta non appena ricevette l’Annunciazione da parte dell’Arcangelo Gabriele con la quale venne informata sul disegno di Dio che l’aveva scelta per portare in grembo suo figlio Gesù. Questa festa venne istituita dall’ordine francescano e soprattutto venne rispettata sin dal 1263 dai Frati Minori sotto il papato di Urbano IV. Le vicende relative all’episodio della visitazione di Maria nei confronti della cugina Elisabetta sono riportate soltanto nel Vangelo di Luca, dove si racconta nei dettagli dell’Annunciazione ed ossia di come l’Arcangelo Gabriele prima chiese a Maria circa la sua disponibilità nel portare in grembo il figlio di Dio che sarebbe stato concepito in maniera miracolosa grazie all’intercessione dello Spirito Santo. Inoltre, lo stesso Arcangelo Gabriele per far capire a Maria la potenza di Dio la informo della gravidanza in atto al sesto mese della cugina Elisabetta che a sua volta era una situazione piuttosto complicata in quanto era una donna piuttosto in la con gli anni e soprattutto era stata etichettata dai medici dell’epoca come sterile. Elisabetta era sposata e viveva a Nazareth con Zaccaria che era un sacerdote del Tempio di Gerusalemme. Maria decise di andare a far visita alla propria cugina con il duplice scopo di raccontarle dell’Annunciazione ottenendo consigli anche sul come gestire la gravidanza ed inoltre per dare l’aiuto necessario per i suoi ultimi mesi di gravidanza. Nel racconto del Vangelo di Luca si evidenzia come Elisabetta non appena vide arrivare Maria intuì o quanto meno ebbe la percezione di avere davanti a se la donna che era stata scelta per portare in grembo il figlio di Dio. La visitazione di Maria durò tre mesi durante i quali la futura Madre di Gesù ebbe modo di dare tutto l’aiuto necessario alla cugina fino alla nascita del figlio.



Visitazione della Beata Vergine Maria, gli altri Santi del 31 maggio

Il giorno del 31 maggio di ogni anno oltre a festeggiare la Visitazione della Beata Vergine Maria, la Chiesa Cristiana ricorda e festeggia anche Santa Petronilla Vergine e martire, Sant’Eremia che è stato un legionario ed eremita, san Silvio che nel corso della propria vita terrena è stato vescovo di Tolosa, il beato Giacomo Salomoni che è stato un sacerdote domenicano, san Battista da Varano che invece ha svolto il ruolo di badessa presso il monastero delle clarisse di Camerino, beato Mariano da Roccasale e san Noè Mawaggali che è un martire dello stato africano dell’Uganda.

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