Non solo la Danimarca: c’è anche l’Italia tra i Paesi che hanno segnalato casi di Covid-19 negli allevamenti di visoni. Lo ha reso noto oggi l’Oms, sottolineando che gli altri sono la già citata Danimarca insieme ad Olanda, Spagna, Svezia e Stati Uniti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha spiegato: “Le prime osservazioni suggeriscono che la presentazione clinica, la gravità e la trasmissione delle persone infette sono simili a quelle di altri virus circolanti Sars-CoV-2. Tuttavia, questa variante, chiamata Cluster 5, presenta una combinazione di mutazioni che non erano state osservate prima”, e “le implicazioni dei cambiamenti identificati in questa variante non sono ancora del tutto comprese”. L’aspetto più preoccupante, in grado di compromettere l’efficacia di un vaccino, è che questa particolare variante associata al visone ha mostrato “una sensibilità moderatamente ridotta agli anticorpi neutralizzanti”. (agg. di Dario D’Angelo)
VISONI POSITIVI AL CORONAVIRUS ANCHE IN ITALIA
Visoni positivi al coronavirus anche in Italia. La Lav sta per diffondere sui suoi canali social video registrati negli allevamenti di visoni. In uno di questi lo scorso agosto sono stati registrati i primi casi documentati in Italia di visoni positivi al coronavirus. Per questo motivo, è sottoposto a particolare vigilanza sanitaria. Ma la Lega antivivisezione non lo ritiene sufficiente: i filmati registrati mostrano infatti le condizioni drammatiche dei visoni d’allevamento. Si vedono animali ammassati in gabbie di rete metallica minuscole. Quindi sono privati della possibilità di arrampicarsi, scavare e nuotare, visto che è un animale semiacquatico. Ve ne sono alcuni con gravi ferite, anche animali morti lasciati insieme ai propri simili vivi. Lav mostra, dunque, gli operatori violino le norme di biosicurezza predisposte per evitare l’introduzione e l’eventuale fuoriuscita del coronavirus in questi allevamenti. Si tratta di un tema molto caldo, considerando quanto sta accadendo in Danimarca, dove il governo ha deciso di sterminare circa 17 milioni di esemplari in quanto considerati “serbatoio del coronavirus“.
COVID E VISONI, ALLARME ANCHE IN ITALIA
Nel filmato anticipato dal Corriere della Sera si vedono visoni con occhi tristi e lucidi, circondati da escrementi. Si sentono anche urlare. Non c’è luce nei capannoni e gli operai che devono occuparsi di loro non indossano mascherine, guanti, occhiali di protezione. All’ingresso dei capannoni dovrebbe esserci una zona di separazione tra l’interno e l’esterno per permettere agli operatori di igienizzarsi e indossare le calzature adatte. Lo prevedono le circolari del ministero della Salute, diffuse per impedire la diffusione del coronavirus negli allevamenti di visoni. Ma le norme non vengono rispettate, almeno nei due allevamenti di visoni in Lombardia, secondo quanto documentato tra ottobre e novembre dalla Lav. Un problema non da poco, perché con la diffusione del coronavirus tra i visoni si rischia il salto di specie, quindi un tipo di mutazione del coronavirus che indebolisce la capacità di formare anticorpi, con ripercussioni preoccupanti per quanto riguarda l’efficacia di un vaccino. Per questo le associazioni animaliste chiedono la chiusura definitiva degli allevamenti.