Capita di essere all’estero, beccarti l’influenza ed essere costretto a rimanere a letto per tutto il tempo. Mi è successo a Dubai, dove l’unica distrazione è stata fare zapping tra le tv del mondo.

Al di là degli idiomi (molti dei quali completamente incomprensibili) è molto interessante notare similitudini e differenze sia nei programmi che nel dare informazioni, e soprattutto vedere come la stessa notizia sia commentata a volte in modo anche opposto pur in presenza delle stesse immagini.



Se unanimi sono i commenti su Gaza e l’“inumana aggressione” israeliana con largo spazio nelle tv arabe ad interviste di israeliani critici verso Netanyahu, ben diversamente viene letto il conflitto in Ucraina, che è peraltro notizia secondaria.

Qui i russi (presenti in massa nel Golfo per affari e vacanze; amici italiani locali mi dicono che però è anche pieno di ucraini) godono di aperte simpatie e per esempio in un lungo servizio si sottolinea l’irresponsabilità degli ucraini per aver colpito con droni la centrale nucleare di Zaporizhzhia, attualmente in mani russe.



Secondo le tv occidentali, invece, a colpire sono stati droni russi e Il Corriere della Sera online parla di “droni lanciati nelle scorse ore dalle forze armate russe”, ma più oltre riporta che “Funzionari dell’impianto hanno affermato che il sito è stato attaccato ieri da droni militari ucraini”.

È un piccolo esempio – ma significativo – di come l’informazione cambi a seconda degli sponsor, spesso perdendo di vista la verità.

Ma anche le vicende europee risentono delle simpatie politiche. Per esempio in Slovacchia sabato è stato eletto presidente Peter Pellegrini, notoriamente filo-Putin, un bel respiro per Orbán, che si ritroverà ora un alleato prezioso. Interessante che in merito Rai News 24 si limiti a commentare che il neo-presidente “opererà per la pace in Ucraina” il che non aiuta certo a spiegare all’ascoltatore italiano che per Pellegrini la pace in Ucraina si ottiene bloccando gli aiuti a Kiev.



Da Repubblica online – nella linea di quel buon giornalismo che separa sempre i fatti dalle opinioni – la vittoria di Pellegrini è testualmente data così (virgolette comprese) “Un altro ‘pacifista’, un altro burattino del Cremlino ha vinto una elezione in Europa. Ed è una vecchia conoscenza, quel Peter Pellegrini che ha battuto il candidato europeista e filoatlantista Ivan Korkok dopo una campagna elettorale votata al populismo nazionalista…”. Toni più da Unità anni 70 che attuali.

Sulla stessa lunghezza d’onda un’altra emittente che andrebbe meglio monitorata è Euronews, che – in diverse lingue – porta ovunque nel mondo l’informazione ufficiale europea. La linea politica di Euronews appare molto simile a quella di Rai 3 ai tempi di “Telekabul”, ma – poiché in Italia pochi la seguono – da noi la questione non si pone. Diverso è nel mondo, quando le news europee sono molto scarse e c’è davvero il rischio di dare del nostro continente un’immagine deformata. Ad esempio Euronews è totalmente “eurogreen” e sembra che tutti siano felici e contenti in Europa delle nuove normative UE.

Allo stesso modo ho assistito proprio su Euronews ad un dibattito surreale contro Trump dove i giornalisti intorno al tavolo apparivano tutti scandalizzati e terrorizzati per una sua ipotetica vittoria elettorale immaginando cataclismi e tutti sperando che l’Europa desse (come?) una mano a Biden pur di sventare la temuta minaccia. Non una parola dissonante, solo un coro univoco.

Anche il taglio politico di Euronews sarà un tema che il prossimo europarlamento dovrà affrontare.

Infine la cronaca italiana. A Dubai si prendono Rai 1, Rai 3 e Rai News 24 e ci si rende conto di come l’Italia, vista dall’estero dopo un paio di giorni di stacco, appaia abbastanza assurda. Anche e forse soprattutto a causa della nostra informazione. A parte le notizie e trasmissioni culinarie e di cronaca nera, da cui sembra che il nostro Paese abbia un’aperta propensione per il femminicidio organizzato (problematica che è assente da ogni tg arabo, in cui purtroppo nessuno darebbe spazio ad un omicidio domestico) anche le notizie politiche interne appaiono incomprensibili. Impossibile capire cosa sia successo a Bari e in Piemonte a proposito di un presunto mercato di voti, il tutto coperto da una miriade di dichiarazioni contrapposte che danno l’impressione solo di un pollaio infernale in cui tutti si beccano a vicenda. Infine niente calcio dall’Italia per questione di diritti, e quindi perfino il Tg 1 è “tagliato” nei titoli e nei commenti per nascondere i risultati fino alla mezzanotte dopo ogni match, campionato compreso.

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