La crisi della luna di miele giallorossa si vede dai punti di deficit che saranno concessi all’Italia: Gualtieri, il ministro “europeo” che doveva portare in dote il 3%, ha detto all’Ecofin di Helsinki che la manovra non dovrà essere restrittiva perché “sarebbe controproducente”; è toccato al Corriere della Sera certificare che un deficit “non lontano dal 2% del Pil” è l’obiettivo del ministro. Insomma gli obiettivi vengono ridimensionati. “L’Europa non cambierà”, dice al Sussidiario il giornalista americano Andrew Spannaus, fondatore di transatlantico.info ed esperto del fenomeno Trump. Adesso Salvini si trova in competizione con Renzi per la conquista del centro. Non è un’operazione di breve periodo, perché non sarà la demagogia a decidere la partita, dice Spannaus, ma i contenuti. E gli errori di questo governo.



L’Ue ammorbidirà davvero le regole per togliere linfa a Salvini, oppure le concessioni avranno vita breve, se addirittura non saranno solo apparenti?

Credo che non ci sarà un cambiamento fondamentale a breve termine; la premessa di una svolta è poco realistica e fino ad ora le dichiarazioni dei funzionari europei sembrano confermarlo. Qualcosa in più rispetto al 2,04% del precedente governo ci sarà, per premiare le forze che hanno estromesso Salvini. 



C’è da aspettarsi che la Francia, come sempre, non rispetterà le regole.

Un arma in più per l’Italia, se l’Italia avesse la volontà e la forza di usarla. Ma anche se ci fosse un cambiamento a breve termine, non risolverebbe il problema.

Qual è il problema?

La concezione stessa delle regole europee, che sono fondate sul monetarismo e sul primato dei mercati finanziari. Una visione dell’economia in cui l’essenziale è solo far quadrare i conti, al prezzo di evitare investimenti pubblici e finanziare ciò che serve alla ripresa e allo sviluppo. Sono 25 anni che il funzionamento dell’Unione Europea è dettato dai parametri dei trattati mentre l’economia reale soffre. 



L’Ifo tedesco ha previsto che la Germania entrerà in recessione. Sarà Macron ad approfittarne politicamente?

Non credo che Macron sia oggi al comando più di quanto lo era qualche mese fa. Il presidente francese insiste sull’esercito europeo, ma solo pochi giorni fa Ursula von Der Leyen ha detto che l’Ue non sarà mai un’alleanza militare. D’altra parte Macron in questo periodo sta conducendo un’iniziativa diplomatica di apertura a Trump, con qualche successo. 

Non è un dato secondario. I due hanno giocato un ruolo di peso nella crisi di governo italiana.

Il miglioramento del rapporto tra Trump e Macron, come il generale apprezzamento da parte degli americani della stabilità in Europa, sono fattori che hanno contribuito all’approccio complessivamente non interventista della Casa Bianca.

Però tutti ricordiamo il tweet di Trump a favore di Conte. 

L’amministrazione Usa ha al suo interno diverse fazioni, ed un gruppo o alcuni suoi esponenti possono temporaneamente prevalere sugli altri. Che Bolton sia stato licenziato è un fatto positivo, ma non toglie che anche Pompeo abbia posizioni simili alle sue. Ma è più bravo nel gestire il rapporto con il presidente.

La Lega sperava in un appoggio più esplicito da parte della Casa Bianca. Soprattutto dopo avere preso le distanze dalla Nuova Via della Seta

In questo caso la prevalenza della posizione anti-russa di Pompeo ha giocato a sfavore di Salvini. 

È Macron, sostenitore del governo giallo-rosso, il nuovo interlocutore degli Stati Uniti in Europa?

Più di ieri, forse. Ma Washington non cerca un interlocutore unico. Riconosce i diversi ruoli dei diversi paesi, soprattutto rispetto a regioni diverse.

E che ruolo ha l’Italia?

Resta uno stretto alleato in ambito Nato. Ha un ruolo significativo rispetto all’Africa, al Medio oriente e all’Est Europa. Però questo ruolo è talvolta svalutato, o anche oggetto di contrasto, all’interno delle diverse fazioni presenti nell’amministrazione.

Qual è stato il principale errore di Salvini?

Salvini è bravo a definire in termini chiari e semplici i suoi obiettivi politici, tuttavia la sua colpa più grave è stata quella di non giustificare adeguatamente la sua decisione di staccare la spina al governo. Ha rotto con M5s dopo aver ricevuto il sì su decreto sicurezza e Tav. Questa è stata un’ambiguità. 

E invece?

Avrebbe potuto far cadere il governo dopo aver cercato di ottenere una manovra espansiva, com’era nelle sue intenzioni nonostante il lavoro contrario di Conte e Tria. Una mossa che forse gli avrebbe garantito il 40%. 

Adesso Salvini punta sull’opposizione frontale: popolo e iniziativa referendaria contro ribaltone di palazzo. È la strada giusta? 

Parte con un deficit, a causa della crisi pasticciata. Ora definisca chiaramente le forze in gioco, spieghi la sua visione della sovranità, degli interessi nazionali, in opposizione a chi dice che non esistono più.

Non rischia di trascurare ancora una volta i rapporti esteri che possono risultare decisivi nell’aiutarlo, come gli Usa, o nel danneggiarlo, come la Russia?

Dovrà continuare a lavorarci. Ma lo ascolteranno solo se manterrà alto il sostegno tra la popolazione. In Europa non ha alleati veri, mentre le dinamiche americane sono difficili da gestire in questo momento. 

E per quanto riguarda la Russia?

Qualcosa sta cambiando, ci sono alcuni segnali significativi di un ripensamento della posizione occidentale. Nei giorni dopo il G7 di Biarritz, Macron ha affermato: “Spingere la Russia lontano dall’Europa è un errore profondo”. C’è anche qualche voce importante dentro gli Usa che comincia a cambiare direzione. Il New York Times, per esempio, solito a concentrarsi sul Russiagate in ogni momento, ha pubblicato un editoriale in cui si dice che il presidente Trump ha ragione a cercare di migliorare i rapporti con la Russia, nel tentativo di allontanarla dalla Cina che è il vero problema per gli Stati Uniti. 

Adesso che è all’opposizione, a Salvini non conviene chiarire la vicenda Metropol?

Per rispondere dovrei sapere cosa c’è in quel dossier. Ma non lo so, e non sono l’unico.

Invece il governo M5s-Pd ha canali con Washington molto più solidi? Basta l’endorsement ricevuto da Conte?

Non leggerei troppo nel Tweet di Trump, che ironicamente potrebbe essere il frutto di un apprezzamento per il governo precedente. Il nuovo esecutivo ha voluto mandare subito un segnale, con l’utilizzo del golden power sulle telecomunicazioni. Mi sembra che l’equilibrismo continuerà.

Il governo garante dei poteri europei è tutt’altro che in salute: Renzi lascia il Pd, M5s è diviso. Cosa prevede?

L’ambizione di Renzi è sottrarre esponenti centristi a Forza Italia. In questo modo potrebbe espandersi in un’area elettorale dove prevale l’indecisione. Senza conoscere le sue motivazioni, il suo tentativo è oggettivamente funzionale all’isolamento di Salvini e della Lega, per evitare la ricostruzione del centrodestra.

Proprio per questo, Salvini non farebbe bene a darsi una fisionomia più moderata? In Italia vince chi si colloca al centro.

Una lettura convenzionale ci direbbe che occorre moderarsi perché è fallito il tentativo di vincere da solo. Ma le tattiche a breve termine sono meno importanti del futuro del paese e dell’Europa. Sarebbe meglio una discussione chiaro sui motivi del malcontento tra gli elettori, a destra e a sinistra. Sui contenuti, però, non con la demagogia. 

Cosa potrebbe o dovrebbe cambiare?

Il governo M5s-Pd comincerà ad essere responsabile della situazione, e allora forse la parola “cambiamento” non sembrerà così cattiva, al netto degli errori fatti. 

Quando potrebbe durare il governo Conte 2?

Secondo me si cercherà di evitare il voto per un paio d’anni, sperando che si sgonfi il populismo.

(Federico Ferraù)