Di Maio ha chiesto a Zingaretti un Conte bis, il segretario del Pd ha detto no: serve discontinuità. Il dialogo, però, regge. E andrà avanti. Il capo politico di M5s e il segretario del Partito democratico che si sono visti ieri a cena, a Roma. Le fonti parlano di un “colloquio cordiale”, arenatosi però sul nome dell’ex premier. “Per noi occorre una svolta tangibile anche nei nomi. A partire da quello del premier” dice al Sussidiario Nicola Oddati, uno degli uomini più vicini al segretario del Pd.



Quali sono i punti più problematici, sui quali aspettate da M5s maggiori garanzie o sui quali non ci sono le aperture che chiedete?

Per ora si è tenuto solo un primo incontro. Sono stati affrontati due nodi non da poco, come il taglio dei parlamentari e il tema dell’esclusività della trattativa tra Pd e 5 Stelle. Mi sembra che nel complesso il clima sia stato costruttivo.



Tranne che sul nome del presidente del Consiglio.

L’incontro è stato cordiale e positivo, ma lascia ancora sul tappeto un nodo. Per noi occorre una svolta tangibile anche nei nomi. A partire da quello del premier.

Sappiamo che avreste incassato un sì al taglio dei parlamentari ma con “regole costituzionali”, si è appreso nel pomeriggio: cosa significa in concreto?

Significa che la riduzione dei parlamentari viene inserita in un contesto più ampio, nel quale si innesta il tema di una correzione della legge elettorale in senso proporzionale. E poi bisogna porsi il tema di come si formano le maggioranze per l’elezione del presidente della Repubblica, per le nomine più importanti. Insomma non si tratta di una pura questione numerica.



Un altro tema cruciale?

È quello della manovra di bilancio. Bisogna recuperare 23 miliardi solo per evitare l’aumento dell’Iva. Solo un governo forte e di prospettiva può mettere mano ad una manovra così dura.

Il Pd ha chiesto a M5s di abbandonare ogni altra interlocuzione, ma sapete bene che c’è una componente di senatori 5 Stelle che vuole la Lega. Un doppio forno che può far saltare tutto?

A parole il doppio forno non c’è più. A parole. Vediamo nelle prossime ore. Certo la logica del più uno che sembra avere avviato Di Maio, lascia un margine di ambiguità.

Renzi sta scommettendo su un governo incerto e fragile per avere 12 mesi in più e prendersi il Pd. Come pensate di scongiurare questa operazione?

La direzione ha votato un dispositivo all’unanimità. Zingaretti, con uno spirito unitario leale e forte, sta portando avanti la linea di tutti. Sarebbe utile smettere di tirare troppo la corda. Se avveleni troppo i pozzi e poi ti viene sete, non puoi più bere…

(Federico Ferraù)