Dalla Cina, la questione più appassionante nella politica italiana rimane quella legata alle traversie di Roma e di Virginia Raggi, neo sindaco, solo appena oscurata dalla data — fissata ieri — del referendum costituzionale.

Ciò forse per convenienza politica, dato che destra e sinistra trovano di che accanirsi sul nuovo nemico. O forse anche perché sempre le storie di una persona (la giovane e spaurita Raggi in questo caso) sono per il grande pubblico più dirette e coinvolgenti di fredde e oscure diatribe su dettagli di legge.



Da qui si possono trarre due prime conclusioni. I grillini lamentano l’eccesso di attenzione mediatica contro il sindaco di Roma. Ma il movimento è nato e cresciuto per l’attenzione mediatica, né i media sono stati mai teneri con loro. Solo che finora, come avevano saputo fare anche i Radicali di Marco Pannella anni fa, i 5 Stelle sono riusciti a rivoltare quest’attenzione mediatica contro i loro oppositori. Con la Raggi viceversa appaiono sempre sulla difensiva. Il sindaco ogni giorno sembra lì a tappare i buchi di un’agenda che non riesce a imporre mentre ancora insegue il sogno di conservare spiragli di vita privata, come il tempo per il figlio o per fare la spesa.



Il ritorno di Beppe Grillo a capo del M5s testimonia la difficoltà attuale del movimento, ed è di fatto una bocciatura per i giovani che finora l’avevano preso in mano e per la povera Raggi. Eppure queste difficoltà del movimento non dovrebbero far gongolare i loro oppositori. Il fatto che nei sondaggi i 5 Stelle non calino granché, prova che, al di là degli errori a Roma, molta gente preferisce i candidi sbagli della Raggi all’esperienza pelosa della vecchia politica.

In altri termini, nessuna delle altre formazioni riesce a invertire l’opposizione contro la vecchia politica. Al massimo i fallimenti della Raggi potranno incrementare lo spazio delle astensioni. I grillini sono gli unici che attualmente fanno attenzione attiva a questo spazio, e il premier Matteo Renzi, che per un attimo aveva incarnato il volto istituzionale della voglia di cambiamento radicale intercettata dai 5 Stelle, sembra avere ora perso quella magia.



Comunque, in un momento di grande volatilità della politica italiana, due altri personaggi sembrano emergere: a “sinistra” il deputato renziano Michele Anzaldi, e a “destra” un berlusconiano anomalo, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto.

Anzaldi è stato il primo a forare il palloncino della Raggi chiedendo modestamente un parere all’Autorità anticorruzione sull’opportunità di avere un assessore al bilancio in servizio anche alla Consob (Marcello Minenna, ndr). Il resto certo lo hanno fatto in M5s litigando fra loro, contraddicendosi, facendo nomine e poi revocandole, eccetera.

Ma certo è ed è stato Anzaldi ad inseguire i 5 Stelle: che ne è della sicurezza nella metro (dopo l’episodio dell’assalto teppistico)?, che ne è della risposta del comune diversa da quella dei vigili del fuoco (nel caso della palazzina crollata)? A tali domande i M5s non possono rispondere, come hanno fatto finora, “gli altri erano uguali”. Ciò perché il movimento aveva detto di essere diverso: se ora si riscopre uguale agli altri perché votarlo? Inoltre Anzaldi si muove a tutto campo, attaccando anche la Rai di Campo dall’Orto, che pure è stato nominato dal suo governo.

L’altra novità è Occhiuto che cogliendo l’occasione del rifiuto della Raggi di ospitare le Olimpiadi del 2024 a Roma ha lanciato l’idea delle Olimpiadi della Magna Grecia nell’antica città di Sibari per il 2028. L’idea potrebbe avere una valenza forte per il Cio che, a corto di idee, potrebbe trovare nuova ispirazione in giochi che nascono nella parte italiana dell’antica Grecia. Olimpiadi che finora hanno celebrato e spinto la crescita di grandi città e capitali forse dovrebbero concentrarsi sulle periferie, aiutandole a entrare nella circolazione globale.

Inoltre, come Occhiuto ha osservato, le Olimpiadi di Sibari potrebbero essere l’occasione per quegli investimenti infrastrutturali al Sud che da decenni stentano, un po’ per disattenzione statale, un po’ per storica corruzione meridionale. Fare infrastrutture senza mazzette e l’attenzione internazionale delle Olimpiadi sarebbero due fattori capaci di riequilibrare l’Europa verso sud e potrebbero aiutare il Meridione a ritornare all’incrocio degli scambi tra Nord Europa, Asia e Africa, come fu ai tempi della Magna Grecia e di Roma. Ciò a sua volta aiuterebbe a spostare verso sud l’asse dell’Unione Europea, cosa importantissima per l’Italia.

A tale iniziativa finora hanno aderito anche il sindaco di Napoli de Magistris, indipendente di sinistra non ostile ai 5 Stelle, e il sindaco di Bari del Pd, Antonio Decaro. Davvero le Olimpiadi della Magna Grecia potrebbero essere un concreto punto di coagulo di interessi meridionali e anche nazionali.

Nulla è certo, ovviamente, ma è interessante che poco sia bastato a rimescolare le acque (tanto che l’eco di questo piccolo movimento italiano è arrivato sino in Cina). 

In ogni caso, la prova di questa forte instabilità della politica italiana è stata nelle stesse settimane l’appannarsi della stella di Stefano Parisi, neo leader dei moderati. Questi ha concluso con successo una conferenza di programma a Milano ma è stato praticamente assente sui temi caldi dell’ultimo mese: il terremoto di Amatrice, le polemiche sulla Raggi a Roma e appunto le olimpiadi. Se Parisi non saprà recuperare queste assenze rischia di essere una meteora della politica italiana, e una lezione per tanti che ambiscono a emergere oggi nel caos del Paese.