Ci perdoni, signor Giuseppe Grillo, se Le scriviamo una lettera personale e pubblica. Le lettere, Lei lo sa meglio di noi, dovrebbero essere personali o pubbliche, non entrambi. Farle personali e pubbliche va contro le regole di educazione e buona creanza, a cui noi davvero teniamo tanto. Ma la questione che Le poniamo è delicata e va al suo cuore, poi vista la rilevanza del tema è anche pubblica, quindi non può essere solo tra Lei e noi.



Perciò ecco il punto: si tratta della sua recente polemica sulla stampa, che ha rampognato duramente per essere falsa. 

Guardiamo la cosa da un angolo diverso.

Milena Gabanelli è stata la sua candidata alla presidenza della Repubblica e ora pare sia la sua candidata alla presidenza del Consiglio. Perché Lei e i suoi l’avete scelta? Semplice, perché per decenni ha fatto informazione seria e ha detto la verità. La logica dell’informazione è come quella della moneta, la buona alla fine scaccia quella cattiva. Se bastasse avere il megafono più grosso per vincere, Berlusconi con le sue televisioni e i suoi giornali sarebbe imperatore d’Italia, oppure al recente referendum costituzionale avrebbe vinto il Sì.



Ma non è stato così. Anche in un’epoca come quella attuale, quando le informazioni “si sentono” come fossero sentimenti e non fatti, la verità conta ed è quello che rende liberi.

Su Grillo e il M5s si raccontano sciocchezze? La sua risposta dovrebbe essere semplicemente dire la verità e lasciare le menzogne marcire, invece di proporre una giuria popolare.

Se Lei, signor Grillo, vuole che gli altri non mentano, faccia come la Gabanelli, non menta Lei, sia accurato. Proibisca ai suoi di seminare bufale e parlare per slogan o frasi fatte. Sì, è vero, nessuno è perfetto, chi è senza peccato scagli la prima pietra, ed il passato lasciamolo da parte, è passato. Se i grillini un tempo hanno raccontato esagerazioni, seminato notizie false, lasciamolo da parte, d’ora in poi che si impegnino a essere esatti e precisi. Questa è la loro più forte e vera moneta contro le menzogne degli altri. Il resto, ci permetta di dirlo, appartiene ad arsenali oscuri dove non c’è niente di buono. La verità dei fatti è uno sforzo serio, modesto e continuo di onestà, non una ribollita di sicumera certa da sciorinare al primo venuto.



Quindi la prima verità gliela chiederemmo al pari di un favore. Non racconti più della democrazia diretta attraverso internet: è una menzogna. Lei ha avuto l’intelligenza di capire il potere della Rete e tanto di cappello, ma la democrazia diretta virtuale non esiste, come non esiste la democrazia diretta del popolo che applaude o si incupisce davanti al tribuno di turno. Quella è tirannia.

La democrazia, e la libertà, sono bestie sbilenche, zoppicanti da tutti i lati; e finora il metodo più accettabile che sia stato scoperto è quello di votare ciascuno in segreto. Ma è un metodo che già nella polis greca si sapeva molto imperfetto, al punto di sostituirlo talvolta con l’estrazione a sorte. Il fato che sceglieva un nome valeva quanto gli umori cangianti del popolo chiamato a esprimersi. Per questo il voto segreto nell’urna è più equo (o meno iniquo) del sondaggio via internet, spesso pilotato da webmaster addestrati alla bisogna.

Quindi, signor Grillo, certo comunichi con la Rete, parli a tutti con i suoi videomessaggi, per carità, fa bene d è apprezzabile. Ma non ci dica che questa è democrazia. Questa è comunicazione, a volere cercare di dire la verità ed evitare le bufale.

Ciò detto, e proprio per questo, contiamo tanto in Lei, e nella sua onesta volontà di dire d’ora in poi la verità per aiutare l’Italia in questo momento in cui ha tanto bisogno davvero di cambiare, come Lei dice sempre.

In fede

Lao Xi

 

(trad. dal cinese da Francesco Sisci)