Insomma, alla fine dobbiamo ringraziare Zelensky se la vicenda della sua presenza a Sanremo 2023 non si è trasformata in una figuraccia “nazionale” e in un complicato caso diplomatico. Con una decisione saggia e tempestiva, comunicata ai vertici Rai tramite il suo ambasciatore a Roma, il leader ucraino ha declassato la sua presenza al festival di Sanremo 2023 da un intervento video ad una letterina che sarà letta da Amadeus durante l’ultima serata di sabato prossimo. Una decisione che ha dimostrato ancora una volta che Zelensky è un profondo conoscitore dell’animo degli europei e un abile politico che difficilmente commette errori di arroganza.
Come ormai tutti sanno l’idea di una sua partecipazione al Festival di Sanremo 2023 era nata – non si capisce proposta per prima da chi dei due – durante l’intervista che il leader ucraino ha rilasciato giorni fa a Bruno Vespa. Tornato in Italia il conduttore di “Porta a Porta” ha consegnato il messaggio al presidente della Rai Fuortes e al conduttore e direttore artistico del festival Amadeus. La notizia della presenza in video ha subito scatenati le reazioni scettiche di una parte del mondo politico, da Salvini a Conte, da Gasparri a Calenda. Non ci facciamo una bella figura, ma soprattutto esponiamo per alcuni giorni il Paese ai sospetti degli alleati e ai lazzi divertiti dei russi.
Quando la cosa si sta mettendo male e i vertici Rai cominciano a farfugliare le loro prime mosse – fanno sapere che il messaggio non può essere in diretta, bisogna conoscere prima i contenuti, e via di questo passo – sono gli ucraini a sgombrare il campo da ogni equivoco, declassando l’invito a partecipare ad un mero messaggio di saluto. Il tutto ovviamente verrà oscurato dal fatto che molto probabilmente Zelensky arriverà proprio negli stessi giorni a Bruxelles per partecipare di persona giovedì al vertice dei leader europei e probabilmente ad una sessione speciale del parlamento europeo.
La vicenda, anche se non avrà particolari conseguenze sul fronte internazionale, ha contribuito sul piano nazionale a far emergere l’isolamento della Meloni nella sua stessa maggioranza, sulla politica estera e forse anche su altri fronti. Infatti sono proprio fonti riservate di Palazzo Chigi a far filtrare l’irritazione del presidente del Consiglio, che sembra aver accolto la vicenda con un colorito “abbiamo fatto una figura di m…”. Tocca a lei recuperare, soprattutto ora che è in procinto di raggiungere Kiev.
Nel frattempo il festival di Sanremo 2023 è iniziato alla presenza di Mattarella – in assoluto la prima volta per un presidente della repubblica in 75 anni – accolto da un’ovazione durata diversi minuti e dall’inno di Mameli cantato da Gianni Morandi. Subito dopo un Roberto Benigni in grande spolvero ha dedicato gran parte del suo numero alla Costituzione. Così nella più classica cornice nazionale-popolare l’evento “clou” della canzone nel nostro Paese si avvia a battere nuovi record di ascolti, avendo cura di dribblare altri pericolosi ostacoli disseminati sul suo percorso. Grazie alla musica, grazie al consenso popolare di cui godono Amadeus e i suoi amici conduttori, e – ora possiamo dirlo con certezza – grazie anche a Volodymyr Zelensky.
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