“Mettere al centro la persona. Non lo Stato. Non un’astrazione, ma la persona. Le persone. Ogni battaglia della Lega e del centrodestra di governo è rivolta a questo scopo: dare fiducia al libero sviluppo della società”. È il cuore del programma di Matteo Salvini, segretario della Lega, per uscire, con il governo Draghi, da questa stagione di crisi. Salvini ne parlerà oggi al Meeting di Rimini, ospite dell’incontro dedicato a “Il ruolo dei partiti nella democrazia oggi”. Il leader della Lega ha risposto alle stesse domande rivolte dal Sussidiario anche a Enrico Letta (Pd) e Antonio Tajani (FI).



Come uscire dalla pandemia ridando vigore e unità al nostro paese? Quali i provvedimenti necessari?

Primo: basta polemiche inutili. Basta ipotizzare follie come patrimoniale o ius soli. Concentriamoci su ciò che serve all’Italia: sblocco dei cantieri, riduzione delle tasse, sicurezza nelle città, difesa dei confini, meno burocrazia, insieme a una profonda riforma della magistratura. A indicare quest’ultima priorità non è più soltanto Salvini, ma più di mezzo milione italiani che in poche settimane hanno già firmato per i referendum promossi dalla Lega e dal Partito Radicale. Un numero che cresce di giorno in giorno con le sottoscrizioni che sono a tutt’oggi depositate in ogni municipio d’Italia. Quanto a questo Governo: deve concentrarsi sulla concretezza, come i ministri della Lega stanno dimostrando di saper fare fin dal primo giorno, su misure a favore del turismo, sostegno alla disabilità e impegno per lo sviluppo economico. Le polemiche stanno a zero. Questo è l’impegno che serve all’Italia.



Il Pnrr sarà attuato mediante una struttura commissariale. C’è ancora spazio per un apporto del suo partito? E quali sono le sue riserve più importanti su quanto previsto dal Piano?

Nessuna riserva da parte nostra, al contrario ci stiamo impegnando perché i fondi stanziati si trasformino in progetti concreti: strade, ferrovie, infrastrutture, sostegno alla ripartenza industriale… Per ognuno di questi dossier ben vengano procedure semplificate, soprattutto sul fronte delle opere pubbliche. Noi siamo stati i primi a chiedere un radicale taglio della giungla del Codice degli appalti e a ottenere quel gioiello procedurale che è stato adottato per il Ponte Morandi.



Quale cambiamento spetta ai partiti in questa fase di grande emergenza?

Semplificare, semplificare, semplificare. La gente non vuole più saperne di mille partiti e partitini, soprattutto nel campo del centrodestra dobbiamo lavorare per attrarre energie nuove intorno a un progetto comune a tutte le forze della nostra coalizione. Dobbiamo indicare una visione di Italia del futuro e offrire al nostro popolo un progetto politico omogeneo e organizzato. Questa è la strada della federazione del centrodestra di governo a cui stiamo lavorando.

Qual è il sistema elettorale che ritiene più adeguato al paese?

Quello dove la notte delle elezioni si sa chi ha vinto e chi ha perso. Soprattutto, precisazione non scontata nel nostro Paese, quello dove il giorno dopo governa chi ha vinto, non chi ha perso.

Come ricostituire un rapporto costruttivo tra partiti, istituzioni, società civile e corpi intermedi? il governo Draghi va in questa direzione? Perché?

Io credo che la pandemia abbia unito gli italiani molto più di quanto si creda. Sia nei gangli delle comunità, dalla famiglia al quartiere alla città, sia nel rapporto di ascolto, confronto, critica e cooperazione tra le istituzioni e la società. Soprattutto da quando l’insediamento del premier Draghi ha contribuito ad archiviare la triste stagione dei Casalino e degli Arcuri. Ora la sfida è ricucire il tessuto produttivo che ha sofferto la gran parte dei danni economici di questa crisi, ma sono certo che grazie all’impegno del centrodestra di Governo e alla determinazione degli imprenditori italiani, insieme riusciremo a far rialzare il nostro Paese dalla crisi.

Pluralismo e sussidiarietà sono da sempre principi ispiratori della politica difesi dal Meeting di Rimini. Cosa significa per lei metterli al servizio del bene comune?

Per me vuol dire mettere al centro la persona. Non lo Stato. Non un’astrazione, ma la persona. Le persone. Con la loro autonomia e con la responsabilità di essere portatori di diritti e doveri. Ogni battaglia della Lega e del centrodestra di governo è rivolta a questo scopo: dare fiducia al libero sviluppo della società, sia in senso economico che sociale, culturale e politico. Credere negli italiani per quello che sono, un popolo meraviglioso che merita di tornare protagonista della propria storia. Mi piace sottolineare il tema della libertà. Per noi la libertà educativa, la libertà d’impresa, la libertà di cura e di parola, la libertà religiosa e di stampa sono valori indispensabili, da difendere. Come la famiglia, che anche durante il Covid ha dimostrato di essere nucleo fondante della nostra società, da proteggere anche dal punto di vista fiscale ed economico, senza la quale nulla sarebbe come è.

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