Se una cosa finisce nei “Simpson”, sappiatelo tutti, diventa importante. Un po’ come quando la scrivo io, ecco, che in quanto a ego sto messa giusto un filo meglio di Napoleone e solo perché lui, poraccio, è morto. Ieri sera, insieme a BipedeGrande e Consorte, stavo guardando giustappunto “I Simpson”, stagione 21 episodio 1 se vi interessa, quando Homer interpreta il film “Everyman”. Quando gli amici di Homer vedono finalmente il film al cinema, c’è Carl che dice che non capisce perché un po’ e grasso e un po’ è magro: mi sono commossa. Anche Carl, in fondo, è un blooperhunter. Oh. Per questo, oggi vi beccate una deliziosa carrellata di SimpsonMovies, che se li hanno citati i Simpson un motivo ci sarà, no?

E cominciamo con un classicone dell’horror, “Amityville Horror”, appunto, che è citata nel primissimo special di Halloween, quello della stagione 2, nella “Casa dell’Incubone”. Ovviamente, la protagonista era la casa, ma io segnalo un blooper che mi ha sempre turbato un pochetto. All’inizio del film l’allegra famigliola fa un bel filmino. Vediamo Kathy e George che sollevano i due figli, poi vediamo che passa anche il terzo figlio e… No, momento. Fermi. Chi stava tenendo la videocamera?!

Nella puntata 11 della stagione 15, invece, troviamo un “Margical History Tour”, dal titolo di ispirazione deliziosamente beatlesiana. Marge racconta ai bambini la storia di Mozart e Salieri, ispirandosi al film “Amadeus”. Fra i millemila errori storici di cui è disseminato, io ne scelgo uno che è da intenditori. O da psicopatici, vedete un po’ voi. Nel film l’attore che interpreta Amadeus usa la destra. Mozart, però, era mancino, ma mancino sul serio, non come Hitler che si dice fosse mancino, no aspetta!, era destro, no, ti dico che era mancino, no, era destro, no, cazzarola!, era… Ecco. Mozart era mancino, è storicamente assodato anche senza i filmati del Luce. Che sia saputo.

Considerato che al soggetto appena citato sarebbe dimolto servito, andiamo alla puntata 17 della stagione 22, “American History X-cellent”, dove al signor Burns capita un compagno di cella che lo libera dal male come fa John Coffey nel “Miglio verde”, film che mi premuro subito di blooperare, anche perché rientra fra i miei preferiti. È uno dei pochi film che mi fa piangere come una biscia alla fine e per questo un po’ lo odio. Vabbè. Si diceva. Notiamo come William Wharton nel film abbia ancora indosso la cintura. Questo è decisamente improbabile: nelle carceri non lasciano mai oggetti che potrebbero essere usati per suicidarsi o per far del male ad altri. È presente qui anche un errore “di riporto”. King, autore del libro da cui il film è tratto, ha scritto una storia con la sedia elettrica come sinistra protagonista. Purtroppo nel 1935, anno in cui ha ambientato il tutto, in Louisiana non si usava la sedia elettrica come strumento per la pena capitale. Capisco però che l’impiccagione potesse avere molto meno fascino.

Un altro che in galera ci è finito da innocente è Ben Hur, dal film, indovinate un po’, “Ben Hur”, citato nella sua scena più bella e famosa in “Homer contro la città di New York”, episodio 1 della stagione 9. “Galera” deriva infatti da “galea”, la nave dove i condannati passano il tempo della loro condanna a remare. Erano i motori dell’epoca, ecco. Sottolineando poi che chiunque mi trovi il famoso orologio al polso di Charlton Heston dicendomi anche scena e minutaggio del DVD, giuro che gli pago la cena!, passo a fare le pulci proprio alla scena della corsa delle bighe. In principio, le bighe sono condotte da nove aurighi… aurigi… auri… vabbè, PILOTI, per un totale quindi di nove bighe. In una sequenza, tre di questi cadono. Nella sequenza successiva, le bighe rimaste in corsa sono sette. Pochi minuti e le bighe rimaste sono cinque. Altri due cadono, ma le bighe in corsa restano miracolosamente cinque. Saranno passati dai box a prendere il muletto, probabilmente. Senza contare che durante il campo lungo si possono agevolmente vedere davanti alle bighe dei segni di pneumatici moderni…

Passando a un altro personaggio decisamente duro da abbattere, planiamo alla puntata 12 della stagione 14, quando Lisa va alla gara di spelling e si allena come… “Rocky”! Al suono della campana che stabilisce la fine dell’ultimo round (e quindi dell’incontro stesso), Apollo dice “Non ci sarà rivincita.” “E chi la vuole!” Risponde Rocky. Peccato però si veda chiaramente che né lui né Apollo muovono la bocca al momento di pronunciare queste battute! Talmente smandrappati dall’incontro da usare la telepatia, poveri patatoni…

Uh! A proposito di patatoni, cosa mi viene in mente! Nella puntata 20 della stagione 22, “Homer Mani di Forbice” scopre di avere un talento come hair stylist (tanto, peggio di come tagliano e acconciano certi soggetti per i quali “di grido” non è una definizione positiva, non poteva fare…). E un talento esattamente identico ha “Edward Mani di Forbice”, con il patatosissimo Johnny Depp (che da piccinopuccino mi piaceva anche molto meno di ora, che ha quel fascino fané dell’età) e Winona Ryder, che in questo film sfoggia un terrificante scopettone giallo paglierino in testa, al quale sarebbe stato meglio che Eddy avesse messo mano, ma non sottilizziamo. Anzi, esageriamo perché qui troviamo Eddy che sta facendo una scultura con un cespuglio che sarà alto, ad andare bene, un paio di metri, ma proprio tirando bene il metro. Subito dopo, a statua finita, invece che un banale Gallimimus da un metro e novanta ci troviamo di fronte a un T-Rex da almeno quattro metri. La faccenda è notevole: l’unico che con le forbici allunga, invece che accorciare…

Grazie a tutte le divinità conosciute e conoscenti, invece, non hanno allungato qualcosa di perfetto: la trilogia del “Padrino”, visto che avevo sentito che era in ipotesi un quarto film che raccontasse la vita del nuovo Padrino dopo la morte di Michael Corleone. Il Padrino è citato nei Simpsoniani lidi praticamente ogni volta che Tony Ciccione (Fat Tony, in originale, dopo morto sostituito dal cugino Fit Tony, con questo delizioso giuoco di parole) fa la sua comparsa e soprattutto quando, nell’episodio 22 della stagione 14 “Boe Baby Sitter”, Boe racconta la storia del Padrino a Maggie mentre le fa da babysitter. Teneresssssssss. Errore quasi da fermo immagine: quando Michael spara al ristorante contro Sollozzo e McLusky, prima accoppa il Turco (due colpi, in testa), poi rivolge la pistola contro il capitano di polizia, prendendolo prima alla gola e poi in testa: well, nel campo lungo, se si guarda bene, si vede che McLusky ha già il forellino della palla in mezzo alla fronte PRIMA che Mike miri lì. Obiezione: ha mirato lì anche la prima volta. Respinta, per due motivi: 1-McLusky si tiene la gola e non credo sia per un attacco d’asma; 2-Il forellino non sanguina finché la seconda pallottola non lo raggiunge.

Dopo tutti questi SimpsonMovies, però, sento che manca qualcosa.

Lo so. Manca “The Simpsons – The Movie”, checcavolo. Che fra l’altro cita poeticamente “Titanic” (prima o poi scriverò un pezzo sui film più blooper santi della storia, ma dovrò chiudermi in casa quei tre o quattro eoni, perché ora che mi leggo tutti i loro bloopers i miei figli saranno ben oltre l’età pensionabile, temo…) con l’affondamento della zatterina dove concertano i GreenDay (“Signori… è stato un onore suonare con voi, stanotte…” Awwwwwww…). Ed ecco un errore tipico da cartone animato: Abe è stato arrotolato nel tappeto della chiesa ed è seduto sul sedile anteriore della macchina del figlio infagottato come un involtino. La parte finale del tappeto (si vede la riga verticale disegnata) si trova anteriormente al vecchio, ma in alcune scene scompare, come se si trovasse dietro, per poi ricomparire.

Del resto, si sa che il nonno è un distrattone, volete seriamente che si ricordi di dove e come è stato insalamato? Anche se nel 1947, quando ancora i nichelini compravano due chili di cipolle e ti veniva anche il resto, col quale potevi andare al cinema e comprarti pure i popcorn, che non erano fatti come quelli di oggi, tutti chimici, ma erano naturali e infatti trovavi anche quelli… Ok, d’accordo. Comprendo.

È stato un onore blooperare con voi, stanotte.