Io sono sempre stata una videogiocatrice molto atipica. Per dire, anche Super Mario mi crea qualche difficoltà, contando anche una certa esperienza con il caro SegaMegaDrive di mio fratello in cui finivo tutti i livelli di “Sonic The Hedgehog” nel giro di un’ora, facendo anche il record di anellini. Ma erano altri tempi. Se mi schianto come una donnola ubriaca nei giochi con le macchinine o mi suicido giù dal primo dirupo nei giochi con i pupazzetti da far andare nei vari livelli, è ancora più vero che riesco a farmi accoppare nel giro di dieci secondi netti in qualsiasi survival horror. A onor del vero, posso salire a venti secondi, ma solo se non ci sono nemici nel raggio di un chilometro dal punto di partenza, il che è abbastanza raro.

Sono però una eccezionale backside. Una di quelle che, se tu fai la bassa macelleria e ti diverti con sanguemortedistruzione, poi ti risolve in tre minuti l’enigma logico, così puoi andare avanti e terminare il gioco senza dover nel contempo leggere le soluzioni su Internet dopo aver detto una quantità di parolacce che viene normalmente esibita da un portuale in un anno di lavoro. In onore del mio ultimo acquisto per mio marito, quindi, beccatevi una serie di film da videogame.

Cominciamo con uno dei primi film tratti da un videogame extrafamoso e parecchio longevo, niente di meno che “Tomb Raider”. Nemmeno da dire che lo spettatore medio già sapeva che Lara Croft era stata disegnata sul modello di Angelina Jolie (che peraltro nel film mostra uno stacco di coscia con la cellulite, che in un mondo ingiusto come il nostro rende le cose molto più equilibrate…). Per vedere questo blooper dovete fare DAVVERO molta attenzione. Presente quando i due cattivacci sfondano la ringhiera di marmo a casa di Lara? Ecco. Guardate molto attentamente la ringhiera sulla sua DESTRA: noterete una zona un po’ scura, strana: è il punto segato per far saltare bene il marmo…

In “Tomb Raider – La culla della vita”, invece, troviamo un errore di controfigure: nella scena in cui Lara combatte contro Sean nel laboratorio, quando lo colpisce con il calcio della pistola, si può chiaramente notare che il personaggio in questione non è l’attore Til Schweiger ma una controfigura (lo tradiscono i capelli brizzolati e con un taglio leggermente diverso). Da dire che questo tipo di errore è abbastanza comune, dal momento che in genere gli stunt sembrano scelti giusto maschi per i maschi e femmine per le femmine… ma chi ha visto “La mummia” più recente sa che anche questa regola non è sempre seguita.

A proposito di maschioni stunt! Vogliamo mica dimenticarci di “Doom” e del suo protagonista Dwayne “The Rock” Johnson! Sì, vabbè, lo so che il protagonista è Karl Urban, ma non sottilizziamo sempre, suvvia. The Rock è The Rock. Sarge (The Rock, appunto…) salta in alto per andare a prendere Reaper. Guardate in alto, sopra la sua testa, mentre atterra sulla balaustra (lo vediamo di spalle): noterete i fili che lo hanno tirato su. E immaginate che razza di fili, per tirare su una rock come lui… Ok. D’accordo. Mi autopunisco e vado nell’angolino per cotale battuta.

Anzi, meglio, mi silenzio con “Silent Hill”, che sarebbe anche uno dei miei VG preferiti, non fosse che ai miei bassi macellai di fiducia non piace (capisco che giocare una mocciosa piagnucolosa o un padre che va a cercare la mocciosa di cui sopra, munito al massimo di una pistolina che gli scappa pure dalle mani non sia proprio l’essenza del divertimento, ma insomma…). Mi sono comunque goduta il film, grazie a Sean Bean e alle atmosfere terribilmente simili al VG. Fra l’altro poi l’interprete di Cybil Bennet è Laurie Holden, che qualche anno dopo interpreterà Andrea in “The Walking Dead”, una serie veramente da vedere se si è appassionati di Zombie. Ma di questi cucciolotti parleremo in un futuro prossimo venturo, concentriamoci sulla cenere della cittadina più sfigata del pianeta (ispirata, fra l’altro, da una cittadina altrettanto sfigata ma veramente esistente, Centralia, negli Usa) e sottolineiamo questo: Chris è in macchina e lo vediamo arrivare al ponticello dove c’è la polizia. In macchina era asciutto, eppure quando scende per parlare con il poliziotto lo vediamo già bagnato come un pulcino: anche se la pioggia è torrenziale come in quel caso, almeno qualche secondo serve per ridursi come si riduce lui… o servono altre quarantasette riprese della stessa scena, che si sa che il blooper è sempre in agguato e se te ne accorgi vorrai mica tenere la scena sbagliata…

Con mia somma sorpresa ho anche scoperto che esiste un “Silent Hill: Revelations 3D”, che devo essermi colpevolmente persa, ma che mi ripescherò al più presto. Segnalo quindi un semplicissimo blooper automobilistico: ovvero, cosa cavolo ci fa uno scuolabus con targa canadese in un film ambientato a Silent Hill, Maine? Ci fa che hanno girato in Canada perché costava meno, ma spiaceva starghettare i veicoli…

Concludiamo con un altro classico VG, “Prince of Persia – Le sabbie del tempo”, sbandierato come una sequenza di grandissime figure saltellanti sui muri esattamente come si farebbe nel VG, quando in realtà per quei saltelli lì sarebbe bastato anche un amateur. Ma non infieriamo e scegliamo questo: Tamina scopre il marchio sulla mano del cadavere: lei sfiora la mano del “morto”… e il “morto”, giustamente, spalanca da solo la mano, tenendola pure bella aperta. Uno zombino ante litteram insomma.

No, tranquilli. Non ho dimenticato la mia saga preferita in assoluto, ma “Resident Evil” me lo tengo in calduccio: ve l’ho detto, un pezzo sugli unici mostracci che ancora non sono riusciti a far brillare a mezzogiorno o a rendere sesssssssy (non tiratemi in ballo “Warm Bodies”, please…) prima o poi arriva.

Esattamente come uno zombie: quando meno te lo aspetti e pronto ad assaggiarti versione crudité.