Stamattina mi sono svegliata con un peso sullo stomaco.

Ho aperto un occhio e mi sono trovata due occhioni verdi che mi fissavano, piuttosto seccati oserei dire.

Bipede. – ha esordito la bocca subito sotto gli occhioni verdi di cui sopra.

Severia. – ho risposto io, lanciando uno sguardo con l’occhio semichiuso alla sveglia.

Dobbiamo purrrrlare.-

Alle 4 del mattino? Non mi pare un’ottima ora, per purrr… cioè, parlare… Hai finito i crocchini? Per il rabbocco si aspetta papà che si alza alle sei, due ore di digiuno non… –

Una zampina mi tappa la bocca. Gli occhioni sfavillano di fastidio per essere costretta a spiegare le cose a un’inutile e ottusa bipede.

Ignora la protesta e continua: – Ho notato ke non hai mai purrrrreso in konsziderazione l’idea di farrre un arrrrticolo szulla purrrrfezzione. – la sua coda ha cominciato a frullare, in una velata quanto chiarissima minaccia.

Alle 4 del mattino l’unico articolo di mio interesse è un cuscino. – vorrei dire.

Vorrei, eh, ma non posso, perché la Sev ha dato ordine anche ai suoi soldati di appropinquarsi sul letto padronale e ora sono circondata da felini che mi osservano e attendono ordini.

Abbiamo purrrrrlato. Tu devi skrivere un arrrrtikolo szu di noi. – sentenzia solennemente.

Gli altri sciamannati annuiscono, altrettanto solennemente.

Non tento nemmeno di ribattere. Sarebbe inutile.

Ergo, se siete allergici chiudete pure subito la pagina: questo sarà un articolo ad alto contenuto di felini.

Cominciamo con il gattone per eccellenza: “Garfield – Il film”. All’inizio del film Garfield rovescia una bottiglia e beve il latte che scivolando lungo una tavola gli va finire in bocca. Durante questa scena si vede benissimo che la bottiglia di latte è piena, però quando cade esce pochissimo latte.

Ovviamente, non possiamo perderci il sequel: “Garfield 2”, una sorta di “Il principe e il povero” in salsa (di erba) gatta. Garfield, a inizio film, fa cadere una foto di Liz dal mobile su cui si trova, ma quando John lo porta in cucina e il mobile viene inquadrato la foto é nuovamente al suo posto.

Passando a un classico dell’horror letterario, dobbiamo per forza citare “Black cat”, tratto dal racconto di Edgar Allan Poe. A Severia piace nominarlo come metodo interessante per piegare i Bipedi ottusi al proprio volere: miagolare sempre. Miagolare ovunque senza pietà. Finché al Bipede sembrerà di vederti e sentirti anche se sei tranquillo in silenzio e avvoltolato nell’armadio fra le magliette. Tanto ha il pelo scuro, io uso solo roba nera… mica si vedono, i peli, no? In una scena, un signore viene attaccato dal gatto diabolico e viene graffiato a una mano. Quando arriva la fotografa incaricata di fotografare il cadavere, mentre scatta le foto la mano non ha un goccio di sangue, pulita; mentre invece dalle foto sviluppate si vede la mano con il sangue sopra.

Un soggetto con il quale Sev e gli altri hanno stabilito solo di recente una tregua armata è il cane. Ergo, “Come cani & gatti”. (Seve’, non scocciare, il titolo è solo in ordine alfabetico, non è un problema di chi è migliore di chi). I gatti ninja (non bastavano le tartarughe, no… servivano anche i gatti, ninja…) sono 3 (notate il numero dei paracaduti che si aprono), ma poi a combattere con Lou sono in due. Infine, a missione completata, se ne vanno in 4 (4 sono i veivoli visibili contro la luna). Corsi intensivi, accelerati e veloci nel mandare in missione i neodiplomati…

Oviamont, c’è anche il sequel: “Cani & Gatti: La Vendetta di Kitty”. (Sì, Sev, è sempre in ordine alfabetico, te lo giuro!). Il mago fa vedere a Kitty il nuovo numero. Infila il primo spadino nella scatola magica… il secondo spadino… istante di stacco… e sta staccando la mano dallo spadino appena infilato, vicino a un terzo spadino che nessuno ha mai visto prima. Opsi…

Quando se lo ricorda, la Sev ha una classe che la Audrey Hepburn, al confronto, era una pesciaiola. Sta tirando su come piccole lady Kira (con risultati meno che scarsi, purtroppo, visto che l’abbiamo pescata a prendere a sberlottate il cane e a mangiare peggio che un americano allo stadio) e Thalia (con risultati più incoraggianti, la Thaly ha decisamente più classe di Kira… oddio, anche uno scaricatore di porto ce l’avrebbe, diciamolo…), mentre Ares e Artie come due piccoli lord (solo meno biondi, meno riccioli e meno ereditieri…). Vuole ottenere la promozione ad “Aristogatti”. Se Kira non la boicotta, c’è rischio che ce la faccia. Il maggiordomo Edgar viene aggredito da due cani, Napoleone e Lafayette, che gli strappano due volte il fondo dei pantaloni e nonostante questo Edgar si allontana in moto con i pantaloni sani.

A volte guardo il piccolo Artie. È un gattazzo ex randagio che ha deciso che ci ha adottato perché il luogo dove abitiamo è per lui estremamente salubre (leggi: il vitto è adeguato, il cuscino comodo e le coccole soddisfacenti), il tutto ovviamente senza esplicito invito. Semplicemente un giorno è arrivato e si è installato. Ecco. Un po’ come “Il gatto venuto dallo spazio”. Nella scena sull’aeroplano è facile vedere che il protagonista è sostituito da una controfigura.

La Sev ha anche una notevole inclinazione all’essere una spietata killer e un’infallibile cecchina. Generalmente, se vede un sorcio, una biscia di prato, anche solo un insetto di dimensioni adeguate, è sempre one shot, one kill. La cosa la renderebbe estremamente utile anche alle forze speciali, lo so, tanto più che nessuno sospetterebbe mai di una gatta che riesce a fare gli occhioni più dolcini e innocenti di quelli del “Gatto con gli stivali”. I conti si fanno sul ponte che separa la città di San Riccardo. Il Gatto tiene con una zampa la corda che sorregge Uovo e con l’altra quella che sorregge il pulcino sul ruderi del ponte mezzo distrutto. Con gran fatica riesce a unire i due capi e legarli assieme, tanto che ora ha le zampe libere. Qualche minuto di soliti inutili chiacchiericci da eroi e il ponte cede un alto pezzo e stavolta il Gatto (non si sa come) si trova a tenere le due corde con le due zampe, non sono dunque più legate fra loro e le ha ancora in mano. Mah…

Citiamo anche “La gabbianella e il gatto”, giusto perché Sev ha guardato schifata la copertina del DVD e l’ho vista andarsene borbottando che “dopo una cerrrta età, non szi fa più amicizzia kon i giokatttoli…”. La padella dalla quale il papà della bambina toglie le uova e le mette nei due piatti (siamo all’inizio del film, quando ancora ci sono i titoli di presentazione), è la stessa che ha agitato freneticamente fino a qualche istante prima. È ovvio quindi che dopo quell’agitazione, le uova sarebbero dovuto cadere. E sinceramente, non voglio sapere come le aveva cotte, visto che non è successo…

Chiudiamo con “FBI: Operazione Gatto”. Durante la sua prima spedizione notturna come “informatore”, si vede benissimo che Gigi non indossa il collare. Nella scena dopo il gatto si avvicina al banco del pesce e il collare misteriosamente compare al suo collo. Sev ha guardato questo film con aria di disapprovazione: so perfettamente che vorrebbe fare domanda come capo dei servizi speciali, ma la frena il fatto che si è affezionata a noi e non vuole lasciarci soli ad affrontare la vita senza di lei. So che è così.

Bene, ora… Sev? Tesoro?

Io avrei finito.

Ti spiace richiamare le truppe e restituirmi l’accesso alla macchinetta del caffè, adesso, per favore?