Eccoci di nuovo qui per la terza puntata di questa storia infinita.

Vi state scocciando?

Non pensate sia possibile avere una storia infinita come notte? Evidentemente non avete figli piccoli.

Se ce li avete e non avete mai avuto una serata perfettissima andata a *signorine allegre* perché dopo aver rimesso a nanna il grande si è nel contempo svegliato il piccolo, datemi il numero del vostro esorcista di fiducia, che evidentemente sa il fatto suo.

Eravamo rimasti alla nuova entrata, dopo la lasciata di Roger Moore che, veleggiando nei suoi gloriosi FabSixties, ha ben pensato di ritenere poco credibile che uno della sua età potesse fare quello che fa Bond nei suoi film. In effetti, i vecchietti che conosco io al massimo spaccano 20 quintali di legna da ardere per il camino, ma lanciarsi giù dagli edifici e rincorrere cattivacci armati effettivamente non rientra nei loro hobbies.

Il nuovo James Bond è Timothy Dalton in “007 – Zona pericolo”. Durante la lotta sospesi nel vuoto, James taglia le stringhe del suo anfibio e fa cadere il cattivo di sotto, perdendo lo stivale. È buffo come, l’istante dopo, stia correndo sulla piattaforma di metallo dell’aereo e si senta perfettamente il suono di DUE pesanti scarponi militari. Oltre allo scomparto segreto per le racchette da sci, Bond ha anche quello per gli scarponi, è chiaro.

Non dura molto nemmeno Timothy Dalton. Nonostante i pessimi incassi dei suoi due film, pare che la sua versione di Bond piacesse anche, ma alla fine l’attore, scocciatissimo per i continui rinvii del successivo film, ha deciso di dare il benservito alla serie. Il suo ultimo film della saga è “Vendetta privata”. Quando per passare in mezzo al fuoco 007 riesce a far impennare con le ruote davanti il camion, si vede che nell’aggancio per il rimorchio c’è qualcosa, probabilmente un peso per bilanciare il camion.

Ringraziando sentitamente Dalton per aver lasciato, il successivo James Bond è, confesso, il mio preferito. Per me James non ha le fattezze Scottish di Sean (…perdonoperdonoperdonoperdono…), ma quelle Irish di Pierce Brosnan. Il poveraccio ha anche subito un sacco di battutine proprio perché, da irlandese, interpreta un inglese, ma direi che se l’è cavata con un aplomb very British. Il suo primo film è “GoldenEye”, con una colonna sonora che spacca cantata da Tina Turner a piena gola e con un Sean Bean che ho notato lì per la prima volta e che ho scoperto essere stato scelto dopo che Alan Rickman, il mio attore feticcio, aveva rifiutato la parte. Ci sono rimasta malissimo. Vabbè. Dicevo. Quando Bond corre sulla cresta della diga, vediamo il deserto assoluto. Lui, solo lui, solissimamente lui. Quando però il nostro salta coraggiosamente giù, ecco che per pochissimo dietro di lui sono visibili la troupe, i camion e le attrezzature di scena. Penso anche il camion dei panini, ma di quello non sono sicurissima.

In “007 – Il domani non muore mai” vediamo Bond che ha da dire con un magnate del mondo dell’informazione, che vuole dominare il mondo sfruttando il potere delle informazioni. Il povero tapino ignorava che gli sarebbe bastato pensare lui per primo a Facebook, ma all’epoca Internet era ancora piuttosto agli albori, possiamo scusarlo. Bond sta cercando il Gps. Lo vediamo che fruga nelle cassettiere, apre una valigina sul tavolo, la chiude… e quando si alza dopo aver meditato sull’immortalità dell’anima e del Gps, ecco che la valigina è sempre sul tavolo, ma aperta…

Pochi anni dopo vede la luce “007 – Il mondo non basta”, con una Sophie Marceau che ha mollato le mele da qualche anno e una agghiacciante battuta di James, noto signore in certe cose, che sancisce come sia sorpreso per le performance della compagna (dottoressa Christmas Jones, in caso interessi) visto che era convinto che “Natale venisse solo una volta l’anno”. Ah ah ah. Ah ah. Ah. James è al mercato del pesce e la camera è in soggettiva. Vediamo come Bond investa una cestona di pesce, il ghiaccio e gli animali gli schizzano sul parabrezza… No, un minuto: il parabrezza sul motoscafo che sta guidando James NON C’E’! Anche se immediatamente dopo, mentre ri-casca in acqua, di pesci e ghiaccio che dovrebbero avere invaso la cabina non c’è più traccia.

Nel 2002 cadde, facendosi malissimo visti i risultati, il quarantesimo anniversario della prima pellicola di Bond. Per festeggiare tale ricorrenza, gli sceneggiatori decisero di creare un minestrone con omaggi vari da tutti i film fino ad allora girati. La trama è probabilmente quella peggio riuscita fra tutte e un po’ mi dispiace che sia la pellicola di saluto di Pierce. Qui vediamo Halle Berry che scende nella serra con una corda: all’inizio della discesa ha degli orecchini diversi da quelli che ha quando arriva elegantemente a terra. Interessante che sia riuscita a cambiarseli in volo…

Nel 2006 è uscito il nuovo James Bond. Nuovo in tutti i sensi, perché era esplosa la moda dei reboot alla “Batman/Superman/Tom&Jerry Begins” e anche il personaggio di James ha subito un radicale mutamento. Da spia elegante, raffinata e con un certo aplomb upper class, mi son trovata un tamarro di periferia, biondo oltretutto!, con una massa di muscoli che lèvati!, e le stesse maniere che userebbe un camionista portato al casinò. Cioè, anche che no, eh?, visto che la scusa era far vedere la genesi di Bond.

Ok. La genesi. Ma qui, se mettiamo ‘sto soggetto a confronto con Sean, Pierce e compagnia briscola, più che di genesi si tratterebbe di Ogm, che non è proprio la stessa cosa.

Comunque. “Casino Royale” è il primo film della nuova versione. Meravigliosa, by the way, Eva Greene. Vesper si sveglia nell’albergo di Venezia, nuda. Si infila un vestito rosso senza reggiseno ed esce. La storia prosegue (e lei non rientra più in albergo a cambiarsi). Quando alla fine del film Bond la tira fuori dall’acqua e la stende sul tetto del palazzo crollato si vede chiaramente il profilo del reggiseno sotto il vestito bagnato e aderente. Passata a fare shopping nel frattempo?

In “Quantum of Solace”, invece, vediamo uno splendido cattivo, LeChiffre, interpretato da Mads Mikkelsen e c’è anche una piccola parte per Giannini nostro, che interpreta René Mathis. Quando Bond getta il sanguinante Mathis nel cassonetto si imbratta mani e camicia, colletto compreso: nelle scene successive la camicia continua a essere sporca di sangue, ma il colletto è passato in lavanderia.

Finiamo con “Skyfall”. Bond e Silva, usciti dalla stazione della metropolitana di Westminster a Londra nello stesso momento, raggiungono il vicino Ministero della Difesa dove si trova M. Mentre Silva utilizza un’auto, Bond raggiunge il Ministero correndo a piedi… eppure raggiungono entrambi M quasi nello stesso momento. Ovviamente, Silva ha trovato traffico. Si sa che Londra è piena di traffico…

Finalmente, possiamo andare tutti placidamente a dormire.

Consapevoli che nel giro di un’ora entrambi i pargoli si faranno sonnambulamente strada fino al vostro letto e si parcheggeranno elegantemente fra voi e consorte, imitati dai felini con i quali convivete.

Però avete passato una splendida serata senza figli sul divano, eh.

Siatene grati.