Bene.

Io ora penso che l’Onnipotente abbia un senso dell’umorismo piuttosto spiccato e pure un po’ sadico. Nel momento in cui scrivo, è l’11 novembre, giorno dedicato a San Martino, patrono di svariati comuni grandi e piccoli italiani, i bimbi non vanno a scuole, yollèyollè, data in cui dovrebbe verificarsi il fenomeno definito “estate di San Martino”, un giorno in cui, per premiare Martino che aveva regalato il suo mantello a due poveri, Dio aveva mandato un giorno novembrino particolarmente calduccio.

Bene, questa particolare estate di San Martino si è rifatta all’estate testè conclusa: qui piove, fa freddo e tira vento, esattamente come l’agosto appena passato.

Il tempo peraltro invita a svaccarsi nel divano più vicino, con annessa stufa/camino acceso, tazza di caffè caldo in mano (tè, se proprio siete dei puristi, cioccolata se siete dei debosciati indulgenti nella gola) e un libro in mano.

Nel mio caso, visto il tempo da famiglia Addams ho deciso che mi butto sulla rilettura dell’opera omnia del Maestro: Stephen King.

Oh, lo so, ultimamente ha scritto delle gran boiate miste a picchi di grande bravura, ma hey!, King è uno dei miei primi amori orrorifici, non posso non amarlo e perdonarlo anche quando leggo la sua roba con disappunto (e infatti tendo a prendere PRIMA i libri in biblioteca e POI casomai, se val la pena e i soldi, compro…).

Avete indovinato, quindi, di cosa si parlerà per le prossime tre puntate? Oh, yeah, dei film tratti dal King of Horror made in Maine.

Per non offenderne nessuno, andremo in ordine cronologico, sempre che io ricordi di infilare tutti i film in ordine cronologico. Circa.

Partiamo con il glorioso “Carrie”, film del 1976, interpretato da Sissy Spacek, Piper Laurie e un giovanissimissimo Travolta per la regia di Brian DePalma. Giusto per sottolineare che se ‘sto film merita ci sarà un perché. Qui vediamo come, mentre la professoressa Collins sta sgridando le ragazze in palestra, Sandra appaia dal nulla: all’inizio della cazziata fra le ragazze non c’è, l’istante dopo eccola seduta comodamente di fianco a Sue. Si diceva di fenomeni paranormali…

Purtroppo, nel 2013 hanno avuto la pessima idea di fare un remake: “Lo sguardo di Satana – Carrie”. La protagonista come Carrie è plausibile quanto me come ballerina, ma sorvoliamo. Qui vediamo Carrie che fa accartocciare la macchina di Billy: nei vari stacchi della scena, la macchina ha il cofano più o meno accartocciato, a seconda di come le gira.

Andiamo al 1980 e al capolavoro di Kubrick “Shining”. King ha odiato ferocemente questa messa in scena del suo libro, e non si è peritato di mandarlo a dire a Stanley, che per contro gli ha risposto che il suo “non era poi un gran libro”. Si volevano un gran bene, si vede subito. In ogni caso, questo è un film meraviglioso, con un Jack Nicholson strepitoso, anzi no, di più. Anche se non è esattamente il Jack Torrance del libro. Qui segnalo un errore comune a molti film “sul ghiaccio”: i personaggi sono fuori a correre nel chilometro e mezzo di neve che ha messo giù, ma da nessuna bocca esce una nuvola che sia una di fiato… non doveva far poi così tanto freddo.

Anche qui, poco più di un decennio dopo, altro remake: “The Shining”, terrificante perché all’originale non si avvicina nemmeno di striscio, non per altro. Altro errore sulla neve: nonostante il solito chilometro e mezzo di neve messo giù dallo zelante maltempo, vediamo che di neve non c’è traccia né sul tetto dell’Overlook Hotel, né sugli alberi circostanti. Nevicata selettiva?

Ogni tanto, il nostro Stephen fa anche un’apparizione nei “suoi” film. Si comincia nel 1982 con “Creepshow” e l’episodio di Jordy Verrill, in cui è protagonista nei panni di un contadino sempliciotto. Proprio lui fa il seguente errore: mentre beve della birra, Jordy nota le sue dita, mostruosamente mutate: sputa la birra, ma dalla sua bocca non esce una goccia di liquido.

Già che ci siamo, ecco “Creepshow 2”. In questo film una donna investe un autostoppista guidando a forte velocità su fondo bagnato una Mercedes. Ora, dopo i complimenti doverosi alla signora per essere riuscita a controllare alla perfezione una macchina dopo un tale incidente e su fondo bagnato, ricordo, chiederei anche alla suddetta dove ha comprato la macchina, perché nonostante l’urto con un corpo di almeno un 70/80kg ha il frontale dell’auto perfettamente, completamente e totalmente… integro.

Nel 1983 abbiamo ben tre pellicole derivanti da altrettanti lavori del King. La prima è “Cujo”, libro che funziona benissimo per una pellicola che funziona molto meno bene. Del resto, se in un libro posso raccontare ciò che succede a un sanbernardo colpito da rabbia, in un film la cosa riesce un filo difficile. In più, il cagnolone del film riesce anche a lievitare come un pandorino, perché dall’inizio alla fine del film ingrossa e inciccia vistosamente…

“Christine – La macchina infernale” è un libro che funziona e stranamente anche un film che funzionicchia. L’idea della macchina infernale è stata poi anche ripresa in Futurama, ma di questo faremo un articolo pv. All’inizio del film si vede una catena di montaggio che produce Plymouth Fury. Un orologio segna che sono quasi le cinque; la macchina da pressa si sposta e gli operai, al suono della campanella, smettono di lavorare. Ma nonostante la lancetta dei secondi indichi meno quindici quando l’orologio esce dall’inquadratura, la campanella suona cinque secondi dopo, cioè manca dieci. Fanno quasi un minuto alla settimana, eh!

La terza pellicola è “La zona morta”, e pone un problema annoso: se foste in grado di prevedere il futuro con certezza assoluta, uccidereste un uomo fino ad allora innocente perché nel futuro sarà colpevole? Mentre filosofate e ci pensate su, notate anche il sacchettino pieno di sangue finto sotto il vestito della madre di Dodd, quando viene uccisa dallo sceriffo.

Il 1984 ci porta “Grano Rosso Sangue”, un film che getta una luce nuova sulla teoria che i bambini sono sempre esseri dolciotti e facilmente raggirabili. Questi, per dire, no. Nella scena in cui la macchina dei due adulti protagonisti si ferma, vediamo riflessa nel vetro la totalità o quasi della troupe.

Sempre nel 1984, ecco un film con una fanciullina nota ai più principalmente per un piccolo mostriciattolo a forma di tartaruga senza guscio che ha commosso tutto l’Oltreverso e ha generato ondate di bollette telefoniche spaventose: parlo di Drew Barrymore, protagonista di “Fenomeni Paranormali Incontrollabili”. Il cattivissimo Rainbird si spaccia per il mansueto inserviente John per entrare nelle grazie della piccola Charlie. Il travestimento prevede anche una benda da pirata sull’occhio. Nel penultimo incontro tra John e Charlie, però, John NON porta la benda e Charlie non batte ciglio. Probabilmente ha il mio stesso problema nel ricordare i volti delle persone…

Nel 1986 ci sono due film, agli antipodi: uno meraviglioso e uno che… si, vabbè, “Brivido” è di nome, ma di fatto ti da i brividi che abbiano potuto girare ‘na roba simile. Comunque, al Maestro ‘sto film pare sia anche piaciuto parecchissimo. Boh, vallo a capire. Il camioncino (in teoria senza autista) dei gelati si avvicina agli attori, che stanno fuggendo dal Dixie Boy. Poco prima che Curtis e la ragazza di Billy inizino a sparare contro il camioncino, si vede benissimo che nel camioncino stesso c’è più di una persona! Infatti, nell’inquadratura del camioncino in distanza si vede distintamente l’ombra di una persona che si sposta all’interno del furgone: va da destra a sinistra dello schermo. Poi quando il camioncino è più vicino alla telecamera si vede bene la sagoma dell’autista che lo guida.

Se “Brivido” è un film che possiamo anche non vedere, “Stand By Me – Ricordo di un’estate” è un film adolescenziale assolutamente da vedere, non solo per la presenza del compianto River Phoenix. Qui c’è un errore che mi stupisco ancora di aver notato solo dopo millemila visioni del film. Quando i ragazzini arrivano al ponte della ferrovia verso l’inizio del viaggio, si vedono chiaramente due binari dietro di loro. Infatti, davanti a loro c’è uno scambio. Il problema è che lo scambio parte dal bel mezzo della strada ferrata, senza collegamenti coi binari che dovrebbe scambiare! Il treno che fa, vola? Fa trrrrrrrrrrrrrrrrrrrr e poi deraglia? Mah…

Facciamo che ora ci prendiamo una pausa, eh?, fino a settimana prossima, quando, finendo gli Eighties entreremo nei Nineties con altre millemila avventure.

Tanto piove: dove volete andare, a bagnarvi?