L’altro pomeriggio, mentre stavo lavorando duramente a un pezzo (leggi: spulciavo le ultime notizie sul campionato di Formula 1 sul sito della Gazza…), il telefono ha squillato.

Era CuginaFashion: “Hey Dana, cosa fai di bello stasera?”

Sovrappensiero, non faccio caso all’insita minaccia nella domanda fintamente innocua: “Mi guardo BakeOff e se avanza tempo valuto anche come stiano riuscendo a sabotare Rosberg a vantaggio di Hamilton facendogli i dispetti da remoto… perché?”

“Visto che non hai programmi, allora, la mamma dice che veniamo a mangiare da voi, che siamo da soli a casa e non ci vediamo da tanto! Arriviamo per le 8, eh! Ciao!”

E butta giù.

Bene.

Sappiate che CuginaFashion ha un fratello, CuginoTerminator. L’ultima volta che è stato qui è riuscito a rompere il controller della Play3, far crollare dalla libreria in cucina l’intera collezione della “Cucina Italiana”, traumatizzare i gatti (ho dovuto legare Severia prima che passasse dalle minacce ai fatti e di questo ancora me ne pento), devastare tre vasi di preziosissime piante di Cognata arrivate via aerea dalla Germania e insegnare a Cadetto come fosse divertente scrivere col gesso sui muri di casa.

Il tutto durante un pomeriggio di meno di 3 ore.

Considerato che quello che potrei fargli è vietato dalla Convenzione di Ginevra, ho pensato di tirarmi su con una serie di film sui bambini terribili. Magari in qualche film si redimono anche, eh, ma dubito che sarà mai il caso di CuginoTerminator.

Cominciamo con “Nanny McPhee – Tata Matilda”. Geniale libro con geniale trasposizione e una Emma Thompson sorprendente. Al matrimonio, il prete per sbaglio stacca un pezzo della torta nuziale e si sporca il viso di blu. Nell’inquadratura successiva però il suo viso è ancora più sporco.

Citiamo anche il seguito, ovviamente: “Tata Matilda e il Grande Botto”. Quando Megs legge la lettera dei ragazzi andati a Londra, vediamo come prima il foglio sia ampio, con una piega notevole su un lato. Subito dopo, il foglio è più piccolo, tagliato in corrispondenza della piega di prima. Uhm… Le avevano scritto troppo?

L’unico soggetto che possa vagamente assomigliare al cuginetto di cui sopra è “Piccola Peste”. Lo so che l’ho citato recentemente, ma datemi una licenza poetica, suvvia. Non potevo non citare un alter ego così perfetto. Dicevo. La suora antipatica prende sul naso la palletta di “stufato”. L’istante successivo, però, ha sporca la fronte e le spalle dell’abito. Miracolo?

In “Piccola Peste torna a far danni” Junior cerca di impedire che suo padre si risposi. Cucciolo, lui. In una scena al luna park, il piccolo aumenta biecamente la velocità del Crazy Dance, una giostra che gira. Notate però come, all’aumentare della velocità della giostra, aumenti anche la velocità con cui la gente e il DJ stesso si muovono, segno di una velocizzazione non fatta bene in post produzione della scena.

Interessante anche il terzo, “Piccola Peste si innamora”. Interessante nel senso che per dover di completezza lo citiamo, mica per altro. All’inizio, un Saturno di carta cade in testa all’odiosa maestra di Junior. Lei, però, l’istante prima che questo accada guarda verso l’alto e se lo vede cadere addosso: il pianeta avrebbe quindi dovuto colpirla in faccia, non in testa…

Una doppietta abbastanza carina, colpevole di aver lanciato Macaulay Culkin e non averlo poi ripreso, è quella che comincia con “Mamma ho perso l’aereo”. Qui non è che Kevin sia esattamente un teppista. Diciamo che è uno che si sa difendere, ecco. Qui segnaliamo che si sarebbe potuto truccare meglio gli stuntman che sostituiscono Joe Pesci, il suo socio e Culkin mentre si lanciano allegramente sulla corda testa fra la casa e la casetta sull’albero, verso la fine del film. Quanto meno, accorciare un po’ di Culkin avrebbe aiutato…

In “Mamma ho riperso l’aereo – Mi sono smarrito a New York” ritroviamo i nostri eroi in pieno Natale newyorchese. Dopo questo film immagino che Kevin abbia imparato a prenotarsi le vacanze da solo su Internet, viste le tendenze familiari. Comunque. Il nostro eroe all’inizio del film registra lo zio che canta sotto la doccia. Il nastro riporta solo poche strofe, ma quando Kevin lo utilizza per spaventare il concierge dell’hotel le strofe sono magicamente aumentate. Che abbia chiamato zio per farsene cantare qualcuna in più?

Per sfruttare il filone, a Hollywood si sono inventati “Mamma ho preso il morbillo”, un film che ti fa dispiacere di essere a casa malato se per caso ti trovi con solo quello da vedere. Qui l’errore è addirittura nel titolo: il dolce cucciolotto, infatti, non ha il morbillo, ma la varicella… ammetto comunque che “Mamma ho preso la varicella” suona un po’ male, mentre “Mamma ho perso il morbillo” è più… uhm… eufonico, ecco.

Per dare l’idea del casino che il piccolo Cugino può scatenare, vi segnalo “Una scatenata dozzina”. E sappiate che lui è in grado di fare anche peggio e in metà tempo. A metà circa del film, quando i bimbi vanno nella nuova scuola per la prima volta, il bimbo della ranocchia si imbatte in alcuni “bulletti”, che gli buttano a terra gli occhiali e gli calano il cappello sugli occhi. Nella ripresa da dietro il cappello è di nuovo a posto, nel successivo stacco di fronte il cappello è nuovamente calato sugli occhi.

Per evitare i cataclismi più allucinanti, lo so, dovrei assumere un ex marine. Se per sbaglio si parlasse di Vin Diesel qui, però, credo che potrei anche invitare io mia sponte il malefico parentino… “The pacifier – Missione Tata”, quindi. Scena dell’inseguimento: il ragazzo biondo getta un pannolino sporco sul parabrezza dell’inseguitore che immediatamente aziona il tergicristallo sporcandolo ancora di più. La macchina dell’inseguitore finisce dritta contro una vetrina e il parabrezza è pulito. Stacco successivo: il parabrezza è ancora macchiato. Avrà voluto prendere la mira bene per centrare la vetrina…

Ok. Ok.

Stiamo calmi.

Mancano ancora un paio d’ore all’orario concordato.

Ho tutto il tempo di preparare la casa con le procedure di emergenza per i cataclismi, mettere al sicuro i gatti, mettere sotto chiave la Play3 e tutti i videogiochi, sigillare le librerie come se stesse arrivando il terremoto.

In alternativa, potrei sentire se i SEAL possono prestarmi un babysitter per stasera…