E rieccolo… come tutti gli anni che Dio manda in terra, rieccolo, puntuale come le tasse, Sanremo e tua suocera che suona il campanello nel momento in cui stai mettendo nel lettino tuo figlio addormentato: il palinsesto natalizio è tornato e lotta con noi.
Contro di noi, in effetti.
Io attualmente vanto trentordici inverni e da quando ho l’età della ragione, salvo minimi cambiamenti, ho sempre visto gli stessi film. Non parlo ovviamente dei film per la tv tipo “Fantaghirò” (che annovera probabilmente il matrimonio più travagliato dai tempi dei Promessi Sposi, con tanto di colpo di scena finale nella quinta puntata, che una che arriva fino a lì e poi si trova un finale simile delle due l’una: o si incaz… vola perché insomma, dai, dopo 5 puntate fai così, ma anche no! oppure si incaz… vola doppiamente perché insomma, dai, dopo 5 puntate fai così, ma anche no! Tutto chiaro? No? Vabbè, su, non fatemi spoilerare, esiste wiki) o anche “Desideria e l’anello del drago”, con un personaggio che avrei preso a nocciolate con la fionda.
Sempre amato i telefilm natalizi, io.
Parliamo dei film veri, quelli da cinema, con una sola eccezione.
Perché? Perché “Il Canto di Natale di Topolino” è uno dei miei cartoni preferiti, ecco perché. Quando il Fantasma del Natale Passato entra in camera di Zio Pap… cioè, di Scrooge, vediamo che la sveglia sul comodino segna le 2. Il grillo si avvicina al letto: ecco la sveglia fa l’1. Quando il grillo fa suonare delicatamente le campanine ecco che son tornate le 2.
Passiamo a qualcosa che riesce a seccare chiunque, soprattutto dopo il pranzo di duemila portate del giorno di Natale: “Il piccolo Lord”. Nella scena finale in cui Cedric, la madre e il nonno (Conte) sono a tavola per il pranzo di Natale si vede la tavola riccamente imbandita. Nella scena immediatamente successiva i tre si prendono per mano sullo stesso tavolo che è diventato improvvisamente vuoto.
Sulla stessa riga di sfortuna assoluta abbiamo “La piccola principessa”, grande entrata nei palinsesti da quando Cuaron ha deciso che gli andava di rifare il film dopo il tremendo cartone animato (che in effetti, diciamolo… le muore il papà e sorride, la sbattono in soffitta e sorride, le fanno fare la servetta e sorride… qualche problema, ‘sta bambina, ce lo deve avere per forza…). Sara è appena stata sbattuta in soffitta dalla Minchin. Trova un pezzetto di gesso e disegna per terra un cerchio, cerchio che però cambia fra le diverse inquadrature.
Altro classicone è “Miracolo sulla 34esima strada”, con Richard Attenborough nei panni di Santa. Probabilmente il miglior Santa Claus di tutti i tempi. Immancabile a ogni Natale o Vigilia, a scelta. Il giudice, come si legge dalla targa sulla sua porta, si chiama Henry Harper, ma quando viene annunciato in tribunale, si dice che si chiama Joseph Harper. Problema di personalità multipla, è chiarissimo.
Un film che mi ritrovo sempre su almeno un canale ogni Natale è anche uno dei miei preferiti, scoperto proprio grazie a un Natale in cui, per evitare che noi cuginetti continuassimo a picchiarci come fabbri con le gambe del mercatino di plastica che CuginaGrande aveva ricevuto, la nonna aveva ben pensato di concederci di guardare un po’ di tele. C’era “Piccole Donne”, edizione 1949. Ha seccato all’istante i cugini maschi, mentre noi cugine femmine abbiamo trepidato tutte insieme per le vicissitudini delle sorelle March, ognuna con la sua preferita. La mia era Jo, chissà come mai. Quando Laurie va a cercare Meg perché le sorelle vogliono tornare a casa ecco che la trova seduta a conversare con John Brooke con indosso un solo guanto perché Jo aveva i suoi macchiati di limonata e impresentabili, allora Meg le aveva prestato uno dei suoi puliti in modo da non farla sfigurare. Meg, chiamata da Laurie, si alza e scappa via ed ecco che Brooke trova il secondo guanto sopra la sedia dalla quale Meg si è appena alzata. Ora, domanda numero 1: come diavolo ha fatto il guanto a finire lì sopra? Che ci sia caduto quando lei si è alzata, scusate, ma non ci credo. Domanda numero 2: il guanto doveva per forza essere quello, macchiato e impresentabile, di Jo: com’è che è così bello, bianco e pulito? Domanda numero 3: verso la metà del film si capisce che Brooke, innamorato perso, si è tenuto il guanto per ricordo amoroso (infatti Laurie lo confida a Jo, che si incavola come una biscia.) Ma perché è Meg a dire che le manca un guanto, quando il guanto era della sorella (povero Brooke, che fregatura!!)? Il bello è che ‘sta faccenda non è chiara neanche nel libro…
Un altro dei miei feticci natalizi, che posso contare mi presentino tutti gli anni, è “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato”, edizione con Gene Wilder. Guardate bene appena Wonka aggancia col bastone il cappello del fungo nel Sogno di Cioccolato. Vedrete chiaramente che il cappello presenta almeno altri cinque buchi fatti dal bastone, durante scene che ovviamente non erano buone. Una cosa interessante è che c’è un punto in cui Wonka morsica una tazzina di “zucchero”: ho scoperto che Wilder ha morsicato (e masticato…) non meno di dieci tazzine di cera prima della scena “buona”. Grandissima stima, posso dirlo?
Uno dei film che hanno infestato anche l’infanzia natalizia di vari zii e zie della mia famiglia è “Marcellino Pane e Vino”, probabilmente più adatto a Pasqua ma ripescato anche in sede natalizia perché tanto parla comunque di un bambino buono, che differenza vuoi che faccia? Marcellino costruisce 6 polpette di fango e si nasconde dietro la roccia aspettando che passi il cane per tirargliele. Ma quando il cane arriva le polpette sono diventate otto. Speedy Gonzales, uh
“Mamma ho perso l’aereo” e “Mamma ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York” sono due imperdibili del periodo. Nel primo troviamo uno splendido errore con gli stuntmen: quando sostituiscono i tre protagonisti sulla corda tesa fra la casa e la casetta sull’albero, si nota fin troppo bene che sono “sostituti”, appunto.
Nel secondo, invece, eccoci con questo: nella famosa scena dell’aeroporto, mentre cerca di raggiungere il padre, si nota che Kevin ha il biglietto aereo nel suo zainetto. A un certo punto si vede chiaramente che il biglietto gli è caduto, cosa che si poteva prevedere, visto che era proprio in bilico. Ma attenti, nell’inquadratura che segue il biglietto è, come per magia, ritornato al suo posto nello zainetto di Kevin, che era troppo intento con le sue pile per raccogliere il biglietto o solo per accorgersi di averlo perso. Ma evidentemente il biglietto aveva una attrazione verso Kevin…
Ovviamente ho lasciato il meglio per ultimo.
Cioè, ho lasciato la me stessa natalizia per ultima. Io sono notoriamente un concentrato di spirito natalizio, figuratevi, nemmeno il palinsesto natalizio mi lascio sfuggire. Vediamo se ci arrivate. L’errore è questo: Cindy Chi Luo viene impacchettata dal protagonista. Quando il padre la trova riesce a rompere la carta natalizia all’altezza delle mani, le fa uscire e slega il fioco che ha sulla testa. Dopo che il padre viene inquadrato la telecamera torna su Cindy impachettata e si nota che il fiocco è ancora slegato, ma che la carta non è più rotta come dovrebbe.
Nulla?
Nessun indizio?
Ach. Tutti folletti, qui.
Ovviamente, avete bisogno di un “Grinch”…