Allora? Tutto bene? Siete ancora vivi o i cuoricini e le zuccherosità vi marcano ancora stretti sottoforma di una compagna/moglie/fidanzata che ancora ringhia perché nonostante i suoi “discreti” messaggi a San Valentino le avete regalato una rosellina stantia comprata all’ultimo secondo al semaforo sotto casa invece dello Swarovski la cui foto vi ha fatto trovare sul tavolo della cucina, contornata da frecce al neon delle stesse dimensioni di una Freccia Tricolore (se è artista inside, le ha anche messe in formazione), col calendario vicino e la data fatidica incorniciata da cuoricini. Se è una che si fida, ha messo anche il timer col conto alla rovescia, che suona anche un filino sinistro, ammettiamolo. In caso interessi, da noi il San Valentino è accolto da una sequenza di sbadigli da entrambe le parti e così sia.

Non potevo però esimermi dal raccontarvi qualche bloopo da film che normalmente snobberei, salvo quando ho realmente voglia di farmi del male e la MudCake è ancora in forno. Ordunque, siori e (soprattutto) siore, eccovi una rassegna cuoriciosa: i LoveBlooper! Un ringraziamento alle mie amichette di forum, che le segnalazioni dei titoli più cuoriciosi vengono da loro.

Partiamo, visto che ho citato le Frecce Tricolori, con un classico anni ‘80. Qualcuno ricorda “Take my breathe away”, un tizio alto un metro e un tappo col sorriso assassino e i RayBan, che hanno cominciato la loro gloriosa carriera di massa proprio grazie a illus? Ecco, allora c’è caso che abbiate anche visto “Top Gun”, film in cui troviamo anche un giovane futuro Dottor Greene di “ER”, ancora senza piazzetta. Quando Tom Cruise abbatte uno dei cosiddetti “Mig” (che poi Mig non sono, ma vi risparmio i dettagli) si vede chiaramente il missile del suo F-14 che impatta con l’aereo nemico per poi detonare, ma ciò è alquanto irrealistico dato che i moderni missili aria-aria, a differenza di quanto comunemente si ritiene, non si scontrano mai fisicamente col proprio bersaglio, ma esplodono in volo vicino al loro obiettivo, sparando letali schegge in tutte le direzioni, come una granata. Hanno infatti un dispositivo che si chiama “detonatore di prossimità” che ha proprio questo scopo. In questo modo le possibilità di distruggere/danneggiare seriamente l’obiettivo sono enormemente maggiori che se si cercasse di fare un “centro perfetto”.

Stando sempre in zona Eighties, so per certo che molte delle mie coetanee ringhiano ai loro compagni di vita (a qualsiasi titolo, non pensate che essere fidanzaticonviventimariti cambi qualcosa…) perché non si sono mai fatti venire in mente di andarle a prendere al lavoro come fa Richard Gere in “Ufficiale e Gentiluomo”. A parte che verrebbe l’ernia al 98% dei soggetti per mancanza di allenamento, credo anche che i vari capi non sarebbero d’accordo sull’uscita anticipata dal lavoro senza precedente richiesta di permesso, e la cosa, diciamolo, nuoce parecchio al romanticismo. Comunque. Quando Foley annaffia Mayo per punizione, si nota che la camicia all’altezza del gomito sinistro è sporca: in effetti DOPO Foley si appoggia a terra nel fango proprio con il gomito sinistro: la scena è dunque stata ripetuta, ma la camicia non è stata cambiata, almeno alla scena successiva, sempre dello stesso addestramento punitivo, e si presume nello stesso giorno, quando Mayo dice a Foley di non cacciarlo, si nota la camicia bella pulita: le macchie di fango sono scomparse.

E come dimenticare un filmone teen! Mi dicono in regia che è un film cult e io mi fido, dal momento che la Marceau me la ricordo per la parte di Elektra King in 007, quindi “Il tempo delle mele” non deve avermi colpito particolarmente. Credo, eh. I genitori di Vic accompagnano la ragazza alla prima festa. Il padre si raccomanda di non rovinare le scarpe “di vernice”, quando in realtà si vede poco dopo Vic con delle comunissime scarpe da ginnastica. Vabbè, i papà sono sempre un po’ tordi per quel che riguarda l’abbigliamento delle figlie.

Un filmone strappalacrime un filo più recente, invece, mi dicono essere “I ponti di Madison County”. Tanto recente che, nonostante la vicenda sia ambientata negli anni ‘60, i due protagonisti passano vicini a un trattore di almeno dieci anni più giovane, che sarebbe stato progettato, costruito e commercializzato parecchi anni dopo…

Un film romantico con l’aura della fiaba (“Cinder-fuckin’-rella”, del resto, sembra sia stata la fiaba di riferimento…) è “Pretty Woman”, che è sempre godibile e senza impegno a qualsiasi età lo si guardi. Nell’ultima scena quando Edward sale per la scala antincendio per salvare la “principessa” Vivian si vede l’ombra del cameramen che passa per fare la ripresa del primo piano di Edward. Avrà voluto essere partecipe della giuoia dei due…

Tornando un pelo indietro nel tempo, non possiamo dimenticare “Casablanca”, che anche questo in quanto a lacrime non è secondo a molti. Non ditemi “Ah, sì… ‘Suonala ancora, Sam!’” perché Humphrey non lo dice. Dice solo: “Suonala.” E poi “Suonala ancora.” E basta. Sorry di avervi tolto questa certezza. Una coppia di anziani signori brinda con un cameriere perché finalmente riesce a lasciare Casablanca. Il cameriere beve il suo cognac e subito dopo posa il bicchiere che è ancora completamente pieno. Evidentemente è disdicevole bere in servizio.

Un film fantasy molto molto carino, invece, è “Ladyhawke”, con una splendida Michelle Pfeiffer e Rutger “Hovistocose” Hauer. Nella scena in cui, all’alba, Navarre e Isabelle riescono a vedersi entrambi umani per qualche minuto, viene inquadrata la spada del Capitano bagnata dai raggi del primo sole. Ma nella scena successiva Navarre scopre che la propria spada è finita in fondo al lago ghiacciato la sera prima. Ehm. Ops.

Chiudiamo in un mare di lacrime, di zucchero e disperazione.

Chiudiamo con “Ghost – Fantasma”, che vale la pena di essere visto soprattutto per Whoopy Goldberg. Soprattutto se non siete una donna e volete sopravvivere alla visione. Ricordatevi i kleenex per la dolce metà. Mentre Molly sale le scale con la scatola dei ricordi in mano (quella delle Reebok, immagino sponsorino del film…) notate che prima ha la scatola parallela al pavimento (noi ne vediamo solo la costa), ma immediatamente dopo la tiene perpendicolare, infatti ne vediamo perfettamente il sopra, con la scritta, la marca e tutto il resto.

E direi che un paio di scarpe da ginnastica è quello che mi ci vuole adesso: una corsa per il quartiere e passa la paura, la zuccherosità e ti fa incarognire di nuovo bene col genere umano. Che a San Valentino sarà anche andato bene fare gli zuccherini, poi dopo basta, eh…