Sono sempre stata una fan mica da ridere di Formula1. Da adolescente io e i miei amici ci trovavamo religiosamente ogni domenica a casa di ognuno a turno. Fortuna vuole che le nostre mamme fossero anche abituate a questi arrivi in massa e provvedessero a nutrirci in maniera adeguata e autogestita, abbandonando poi al fosco destino noi e il salotto. Le più fortunate disponevano di tavernetta dove chiudere dentro noi, le cibarie, le nostre bandierine e il nostro tifo sciagurato.

Andava già bene che non fossimo un gruppo di hooligans e schifassimo il calcio, ergo questi disastri casalinghi avvenivano in genere ogni sei settimane, e immediatamente dopo pranzo, per concludersi in genere verso le 4 quando venivamo sbattuti fuori senza troppe cerimonie a sfogare i nostri rancori (inutile sottolineare come io fossi una Ferrarista che si trovava accanto a un fan della Benetton, che si trovava accanto a una fan della McLaren, che si trovava accanto a un estimatore della Jordan, che… capito il genere di problema, eh?).

Questo antefatto per dire che oggi mi è capitato fra le mani “Fast and Furious”, il primo, un film sulle corse – illegali, ma che importa? – e ho pensato che ci starebbe veramente bene un po’ di ciarle inutili sui sei F&F con omaggio a un altro paio di corse che… vabbè, ok, partiamo e basta, eh?

E cominciamo con il rosario di “Fast&Furious”, con un Vin Diesel che fa notevole sangue e un Paul Walker (sigh…) che si dividevano equamente le fanciulle. Nella corsa all’inizio del film in particolare, ma un po’ per tutto il film in generale, spesso vengono inquadrati i piloti delle auto seduti normalmente e anzi senza nemmeno la nuca appoggiata al sedile dell’auto, in piena accelerazione. In quelle condizioni e con quelle vetture (come il film vuol far credere), l’accelerazione li spingerebbe contro il sedile posteriore tanto che sarebbe faticoso alzare un braccio. Sottolineo anche il solito errore di traduzione: il dannatissimo Nitrogen, nome che deriva dal latino Natrum, che poi capisco il problema, andare a cercarselo, mica uno è chimico… è AZOTO. Prima o poi qualcuno lo imparerà.

In “2 Fast 2 Furious” Vin Diesel si è dato. Ne prendiamo atto e segnaliamo che, nella scena in cui c’è Tyrese, l’amico nero di Bryan che sfida con la sua Mitsubishi viola l’auto rossa, mentre corrono a 120 miglia orari stranamente il capellino di Tyrese rimane incollato in testa e sembra che nell’abitacolo della spider non ci siano delle turbolenze d’aria… C’è chi può, evidentemente.

E ancora: “F&F – Tokyo Drift”. All’inizio dell’inseguimento in cui muore Han, la macchina dell’americano passa sotto la saracinesca abbassata urtandola e ammaccando la parte centrale anteriore della cappotta e rovinando anche il parabrezza, tutti danni di cui sparisce ogni traccia durante il resto dell’inseguimento. Del resto, viaggiare con una macchina ammaccata… pessimo.

Dai, fanciulli, siamo a metà della saga con le ruote e se Dio vuole stavolta abbiamo qualcosa di guardabile: “F&F – Solo parti originali”, in cui ritroviamo finalmente le “parti originali” della saga. Durante la fase iniziale del film, vediamo la banda con a capo Vin Diesel lanciarsi all’inseguimento di un immenso trasporto eccezionale di carburante. Durante la scena il tir segue costantemente la strada, tanto che i rapinatori ne conoscono il percorso nei minimi particolari. Alla fine dell’inseguimento, appare una stupenda curva a gomito, prima della quale l’autista si butta fuori dalla cabina per evitare di volare giù nella scarpata. Piccolo problema: in una curva a gomito nessun tir con 5 autobotti a rimorchio potrebbe mai passare. Gli autori, nella foga di trovare una scappatoia per mostrare l’incidente, si sono dimenticati di dare un senso logico al percorso del camionista…

La quinta puntata, intitolata con una originalità stratosferica “F&F 5”. Nella corsa con la cassaforte, mentre scappano sul ponte, la polizia spara più volte alle auto di Toretto e di O’Connor e si vede benissimo che spaccano il lunotto posteriore della macchina di Brian, ma a seconda delle inquadrature il vetro è intatto o rotto. Ops…

L’ultimo film, “F&F 6” è del 2013. Quando Roman sta per saltare sull’auto di Brian per salvarsi dal carro armato, Brian ha già iniziato la frenata, ma un secondo dopo, quando Roman è atterrato sul tettuccio, la macchina deve ancora frenare.

Non siamo contenti, però. Vogliamo dimenticare, per dire, “Cars”? Con la macchinina più bellissima del mondo, Luigi che “segue solo le Ferari”… Adoro Luigi e Guido, io. In una scena iniziale, durante la gara, Chick, pur di non far passare Saetta, provoca un terribile incidente che danneggia gravemente quasi tutte le macchine (però Saetta riesce a passare). Due minuti dopo rieccole tutte perfettamente illese intente a correre.

Ma non basta un solo campionato: la giovane saettante macchinina (prima o poi qualcuno mi sotterra per queste battute, lo so…) si trova a correre un campionato molto particolare, in giro per il mondo, in “Cars 2”, film in cui Cricchetto diventa l’emulo di 007. Yahy. Nella scena in Italia quando si radunano tutte le auto “mafiose” nel salone a discutere prima della gara (insieme a Cricchetto camuffato) si vede un “errore” di modellazione dell’ambientazione 3D: le arance sul tavolo sono impilate a piramide su due piatti e la loro disposizione non è casuale (dovrebbe esserlo altrimenti non sarebbero vere) e i due vassoi con le arance sopra risultano uno la copia esatta dell’altra.

Per finire, dopo la storia infinita di “Fast & Furious” (che sono certa replichi metaforicamente la storia infinita del “rumorino” della macchina quando la portiamo dal meccanico…), dopo le macchinine parlanti (Luiiiiiiiigiii! Awwww…), arriviamo a qualcosa di un filino più serio: “Driven”. Certo, è stato nominato per un botto di Razzie Awards, ma hey!, non si può piacere a tutti, no? Segnalo un blooper da veri intenditori, intanto: nell’ultima gara si vede un bel primo piano di Jimmy. Guardategli attentamente negli occhi: si vede l’operatore e la cinepresa!

Ultimo, ma non ultimo, ritorniamo a blooperare “Rush”, appena uscito, proprio sulla Formula 1. Sarà che mi sono ritrovata moltissimo in Lauda e non solo per la comune passione per lo yogurt, ma io semplicemente adoro questo film. Punto. E segnalo un blooper proprio su Niki Lauda. Daniel Bruehl, l’attore che lo interpreta, ha gli occhi scuri, mentre il vero Niki ce li ha azzurri. Era davvero così brutto usare un paio di lenti a contatto azzurre?

Anche per oggi è tutto, fanciulli e fanciulle. Schizzo via e ci rileggiamo as usual venerdì prossimo: niente auto, però, con quel che costa la benzina…