Ora qualcuno me lo spiega, però. Qualcuno mi deve spiegare che kizz ha preso a Hollywood, con questa mania di rifare le cose. Oddio, non che prima non lo facessero, ma almeno le spacciavano per remake e sapevi già cosa andavi a (ri)vedere e ti pentivi della tua scelta prima di subito. Ora invece mi trovo a discutere con le bambine dell’asilo di Primogenito che vengono in biblioteca e mi chiedono il libro di “Biancaneve”. Quando io porgo loro il libro con su la Biancaneve della Disney, tutta paffutina e coccolosa con i suoi scoiattoli e conigli, mi guardano freddamente e puntualizzano: “Voglio quella col cacciatore”. Io invece voglio capire chi diavolo ha potuto pensare che fare una fiaba nera per adulti di “Biancaneve e i sette nani” fosse un’idea geniale. Adesso, capisco anche che “Biancaneve e il cacciatore” abbia un cacciatore di tuttissimo rispetto (chiunque vorrebbe avere Thor come cacciatore, diciamolo!), però cavolaccio…
Cominciamo a blooperare questo, intanto, vah, che non pensate che sia il solo. Troppo bello sennò. Nella scena con Biancaneve morta, quando il cacciatore inizia il suo discorso, le due candele che stanno ai lati del “letto” cambiano posizione, prima sono dietro il letto (una per lato), per poi essere all’altezza della vita di Biancaneve nell’inquadratura successiva (quando il cacciatore dice qualcosa tipo “come se dovessi svegliarti e darmi nuovi grattacapi, ho ragione?”), per poi tornare nella loro posizione iniziale per le altre inquadrature. Del resto vorresti mai che la luce non cada bene sulla Kristen?
Non che si siano salvati altri personaggi o altre fiabe, eh. Tipo, la riedizione di “Hansel & Gretel – Cacciatori di Streghe”, vogliamo parlarne? Sarà che io sono molto vecchia scuola, ma mi ricordavo i due scugnizzi come due pischellini alti un metro e un tappo, acchiappati come quaglie e come tali appunto messi all’ingrasso (almeno lui, lei finisce a fare la colf, manco a dirlo…) per poi fuggire dopo un terrificante rogo della strega cattiva, probabilmente traumatizzati a vita. Bon. Come hanno fatto a diventare due tronisti fetish rimane un mistero che non sono sicura di voler risolvere. Anyway. Quando i baby Hansel e Gretel sono di fronte alla casina di marzapane, i due mangiano uno una caramella lunga colorata e l’altra una caramella lunga bianca. Com’è, come non è, entrando nella casetta entrambi hanno la bocca sporca di colori zuccherosi.
Esiste anche, e lo scopro ora, una versione veramente dark, gloomy e horror (mi piglia un po’ male quando scrivo in italiano e uso tre aggettivi inglesi di fila… piglia male anche al correttore automatico di OpenOffice, a volerla dire tutta…) targa 1990, tutto made in Italy (idem come sopra, salvo che il correttore non protesta, stavolta): “Hansel e Gretel”, giustappunto, dove abbiamo delle armi da fuoco (euh?) che quando sparano fanno un gran rumore ma… uhm… non sparano niente e non fanno nemmeno un pochetto di fumo o polvere.
Ma andiamo avanti con le riedizioni extrafesciòn made in Hollywood. Chi di voi ha mai letto “Dracula”? Ok, d’accordo. Chi di voi ha mai visto il “Dracula” con Keanu Reeves pre-Matrix e Gary Oldman e Winona Ryder? Ecco. Avete presente Van Helsing, quello vero? Quel vecchietto un po’ agé, arzillo fin che si vuole ma comunque coi suoi annetti? Ecco. Immaginatevi di vedere la riedizione in “Van Helsing” con Van Helsing trasmutato da vecchietto a prestante maschione interessante con le fattezze (e i pettorali) di Hugh Jackman. Non che nel cambio ci si perda, diciamolo pure. Qui segnalo un blooper “di trucco”: quando Van Helsing è col Cardinale, guardate bene in fondo alla stanza: vedrete un altro figuro in rosso e un altro Van Helsing, a dirla tutta… specchiati nello specchio che hanno messo in fondo alla stanza per renderla otticamente più grande di quella che in realtà era.
Un altro film tratto da una fiaba è “Cappuccetto Rosso Sangue”, con Gary Oldman, Julie Christie e la biondina canterina di “Mamma Mia!”. Padre Solomon (Gary Oldman) e i suoi scagnozzi sono appostati in punti nascosti per catturare il lupo e a turno fanno un cenno di essere pronti. Uno di loro, il secondo per l’esattezza, esce allo scoperto per dare l’ok come se sapesse che è il suo turno o come avesse cuffie e microfono. Nella posizione in cui si trova, dietro un angolo, non può vedere se Padre Solomon lo sta guardando. Sensitivo…
Una terrificante riedizione di un classicone, invece, è “I tre moschettieri” del 2011, film che quando lo guardi ti chiedi quanto fosse pesante la peperonata che si era mangiato per cena lo sceneggiatore prima di passare la notte con incubi di cotale portata. Seriamente, eh. Milady combatte sul balcone delle stanze della regina. Notiamo come, mentre sferra un calcio rotante a una guardia, le sue scarpe siano con suole rasoterra, ma quando si toglie l’abito per prepararsi a saltare sul balcone sottostante ecco che sfoggia delle deliziose scarpine col tacco d’epoca.
Un paio di parodie di fiabe molto divertenti, per fortuna, possono farci fare la pace con questo genere di film: vediamo per prima “Cappuccetto Rosso e gli insoliti sospetti”, con una nonnina sprintosissima che fa snow e anche le torte. Fenomenale. Essendo un giallo questo errore ci sta benissimo: Cappuccetto Rosso trova il vetro della porta della pasticceria è stato rotto con una sassata. Il sasso è stato lanciato dall’esterno all’interno e, quindi, i frammenti di vetro dovrebbero trovarsi tutti all’interno del locale. Alcuni, invece, sono all’esterno. Mistero misterioso…
Molto meno misterioso e con un Principe Azzurro di scarto è “Cenerentola e gli 007 Nani”, un titolo italiano orripilante per un film invero parecchio caruccio. Nell’introduzione, dopo una battuta (un lustro fuori tempo massimo?) sulle elezioni, la voce narrante ferma la pellicola e inizia a far scorrere indietro le pagine del libro di fiabe. Nell’animazione tutte le pagine a sinistra sono visibilmente identiche: il testo miniato ha la medesima disposizione in ognuna, con le maiuscole tutte allo stesso punto.
Concludiamo con l’apoteosi della macedonia. Il re di tutti i mescolamenti secondo la tecnica onorata dell’ad caz… pitam. “La Leggenda degli Uomini Straordinari”. Anche se c’è Sean Connery, non lo rende un film dove Dorian Gray, nonostante la voce di Luca Ward, sarebbe felice di stare. Credetemi. Quando stanno entrando tutti nel Nautilus prima di immergersi (la prima volta) fate caso alle labbra e alle orecchie di Skinner: nonostane sia invisibile sono di un pallido color rosa carne…
Ora mi metto comoda: a breve riuscirò ad andare a vedere al cinema la riedizione de “La Bella e la Bestia” con Vincent Cassel. Scommettiamo che rimpiango il candeliere Lumière della Disney?