È primavera. Spuntano i primi gomiti dai finestrini, ergo è primavera (citazione coltissima, chi la becca gli pago il caffè, giuro. Se mi presenta l’autore, aggiungo la brioche). Qui fa quel grato calduccio che consola, quel dolce tepore che fa lasciare in macchina la giacca per poter poi tirar giù saracche come Gordon Ramsay quando gli sbagliano un soufflé perché al ritorno sarà un freddo fot… onico e ovviamente vi si saranno gelate persino le ciocche incollate con la lacca. Con la primavera, però, la Natura si risveglia. E con lei anche le piante e i loro fiori e i loro pollini che si spandono polverosi come scie chimiche per la delizia degli allergici. Ho un’amica, per dire, che comincia a piangere a metà aprile e smette verso fine luglio, ma lei è solo una dei tanti. Io fortunatamente non sono allergica ai pollini, ma alla polvere sì.
Ieri, visto il tempo, il sentore d’aprile fra i rami del mandorlo in fiore (altra citazione coltissima, quoziente di difficoltà 4 stelline su 5), ho avuto l’insana idea di mettermi a pulire la libreria. Che ci vorrà mai?, direte voi. Ecco. A casa mia, “pulire la libreria” non rende. Avrei dovuto dire “riordinare la biblioteca”, dal momento che ho una superficie di librerie per libri e DVD pari a quella del Liechtenstein compattata in una serie di librerie incastrate in qualsiasi spazio sembrasse anche solo minimamente adatto, ingresso di casa compreso. Inutile sottolineare come la ripulitura e il riordino si verifichino solo in particolari condizioni astrali estremamente favorevoli e solo se anche la Luna è in trigono con Giove e se nel frattempo Saturno è uscito a cena con Venere e lei non l’ha mandato in bianco. Queste condizioni si sono giustappunto verificate l’altro ieri, in concomitanza con il cedimento strutturale dell’incastro dei 58 libri della sezione Storia. Nonostante l’uso di opportuna mascherina e guanti di lattice da chirurgo, sono riuscita a trasformarmi nel Mostro del Muco: un alieno piangente e starnutante e sofferente, ma con una libreria finalmente guardabile. Da qui, quindi, i film di oggi: mostri, alieni & co.
Cominciamo quindi con “Alien”, celeberrimo film per gli alieni, per la Sigourney e anche per degli orripilanti crossover con altri mostrini (“Alien VS Predator”, anyone?). Qui c’è un blooper interessante: come abbiamo visto, poche gocce del sangue dell’alieno possono corrodere la bellezza di due ponti dell’astronave… ma l’arpione che Ripley, verso la fine del film, gli pianta in pieno petto resiste alla grande. Sarà in adamantio e noi non abbiamo colto il crossover con X-Men.
Stiamo sempre in tema saga di Alien con, appunto, “Alien 2”, film in cui assistiamo a un tiro di bowling che fa cadere alcuni birilli di sinistra… che nello stacco successivo hanno traslocato a destra. Non è così che si fa lo strike, in caso qualcuno se lo chiedesse… “Alien 3” ci offre un plot hole interessante: il tenente Reply viene a sapere dai diari di bordo che durante il viaggio sulla navetta c’era un alieno. In seguito scopre che lei stessa cela l’alieno dentro di sé. Sapendo che l’alieno parassita muore dopo aver impiantato l’alieno vero e proprio nel corpo della vittima, com’è possibile che ci sia un secondo parassita vivo sulla navetta, che impianta in un cane l’alieno?
Un errore divertente è in “Alien Scontro finale”, dove nella scena in cui Bishop fa il gioco del coltello con Hudson, quando la velocità del gioco diventa frenetica vi è una brevissima inquadratura dell’intero tavolo e si vede benissimo che tutte le teste degli attori (specialmente quella di Apone che è lì di fianco) si muovono a velocità frenetica! Evidentemente hanno accelerato tutta la scena per accelerare il movimento del coltello, senza tener conto dei movimenti accelerati degli altri attori!
Non paghi dello scontro finale di cui sopra, nel 1992 assistiamo a “Alien – La Clonazione”. Ormai il DNA sembra la panacea per tutti i sequel, e vogliamo mica farci mancare il quinto film della saga, noi, eh? Ripley uccide l’ alieno nel corridoio un attimo prima che uccida Elgyn. Strano il fatto che poi il corpo che ha emesso acido che fa male a tutti viene semplicemente superato da Elgyn che nonostante sia ancora umano al 100% (Ripley, invece, no) ne sembra immune. Sarà stato invidioso…
Cambiamo mostrini, ora, e planiamo nei lontani Fifties con due chicche. La prima, “L’invasione degli Ultracorpi”, film che secondo me ha in seguito fatto guardare con sospetto qualsiasi vegetale proveniente da un baccello. Anche le fiabe sonore con cinque piselli canterini che sbrodolano gorgheggiando su come è bello stare insieme in un baccello credo non abbia aiutato molto. Un poliziotto dice che i fuggitivi stanno scappando su una Ford Sedan. Purtroppo non esiste nessun modello della Ford che si chiami così: “sedan” in inglese vuol dire genericamente “berlina”, quindi la traduzione italiana avrebbe dovuto dire “una berlina Ford”.
La seconda, invece, è famosa anche per uno scherzetto alla radio di tale Orson Welles (presente?), che è riuscito a fare credere che ci fosse realmente in atto una “Guerra dei Mondi”, non so se rendo, solo parlando alla radio. Un grande, punto. Nell’omonimo film del 1953, troviamo questo blooperino qui: i marziani vengono descritti nel film come esseri provenienti da un mondo in cui la luce è pochissima, per cui essi non sopportano neanche il raggio di una torcia a pila. Ciò non impedisce che alla fine del film, quando un disco precipita e si apre un portello, ne esca una luce accecante.
Da questo film, purtroppo, il solito remake nel 2005, che nonostante la firma di Spielberg non è poi ‘sto gran che: “War of the Worlds”, quindi, sia. Dopo la prima notte passata a casa della ex e dopo aver detto alla figlia di non guardare, Ray entra in macchina con la bimba mentre il figlio guarda l’aereo in fiamme. Ray fa retromarcia con il furgoncino e nel vetro posteriore si vede una cinepresa che occupa per mezzo secondo tutto lo schermo.
Visto che qui si è sempre a litigare fra mondi, direi che ci sta un altro film con poche pretese ma abbastanza godibile, “Starship Troopers”, e non solo per lo sghignazzo convulso provocato dal personaggio cazzaro che poi diventa un eminente logico e scienziato, e si presenta con il cappottone naziMatrix e l’aria da nazibastardo. Ed è proprio su di lui l’errore che segnalo, di traduzione: il pischellino tutto felice dice che gli hanno dato “giochi e teoria”. Mi piacerebbe sapere che cosa quindi andrà a studiare, visto che “game theory” è “Teoria DEI giochi” e una particolare branca della matematica che tratta delle situazioni di conflitto, quindi estremamente utile per la guerra imminente (oltre che per giocare a WoW e D&D…).
Ora perdonatemi. Devo fare la mia apparizione in soggiorno. Primogenito e Cadetto stanno picchiandosi come Alien VS Predator (a scelta nell’ordine) e ho il fondato sospetto che se non intervengo non ne rimarrà nessuno. Dei preziosissimi DVD della mia collezione che si stanno reciprocamente tirando addosso, dico.