Stanno succedendo delle cose strane.

Improvvisamente, soggetti che conoscono il calcio solo come elemento chimico cominciano a disquisire di formazioni, e non si riferiscono a quelle sul vetro della doccia.

Donne che si sono sempre interessate di badminton, allevamento di spugne marine biologiche o addestramento di facoceri (cosa che non di rado include il marito), tutto a un tratto cominciano a parlarti di ali, mezze ali e centrali, e non si riferiscono a una grigliata di pollo.

Amici che ti chiamano mentre stai cercando di scrivere ‘sto pezzo e: “Allora, senti… MostroGrande e TerminatorPiccolo possono stare a dormire da te domenica, che sennò… uhm… sai, facciamo tardi, poi non amano molto stare da AmiciConCasaDesign…” “E sarà mica che l’ultima volta che ci siete stati tutti mi hai raccontato che i tuoi mostri lasciati allo stato brado hanno rotto due vasi che costavano come il Pil del Lussemburgo e versato il gelato al cioccolato sul divano bianco di vellutino? Sarà quello?” “… No, che dici! È solo che ora che finisce tutto è tardi… poi dove li metto a dormire? No, dai, per favore, tienili da te, che van tanto d’accordo coi tuoi… Poi tu nemmeno sai da che parte del campo si comincia a giocare, ai Mondiali!”.

Insomma, ragazzi, alla fine me ne sono resa conto anche io: stan davvero cominciando i Mondiali. I miei primi Mondiali non ero molto consapevole, portando io i patelli e andando a letto probabilmente alle 8, munita di regolamentari ciuccio e librotto. I Mondiali successivi sospetto di non ricordarli per autodifesa, fino a quelli del 2002, che ho guardato con mio padre e dei quali ricordo un arbitraggio vergognoso persino ai miei occhi di neofita (e mi ricordo anche di aver pensato che quell’arbitro malefico non si meritava il nome di un genio della letteratura come Byron). Il 2006 è stato un faustissimo anno: ho festeggiato la vittoria dell’Italia in quel di luglio. C’ero. Ero consapevole. Da lì in poi, ancora nebbia assoluta. Quest’anno, vediamo cosa succede. Nel frattempo, giochiamoci una serie di film sul calcio itself.

Calcio d’inizio con un classicone italiano della comicità: “L’allenatore nel pallone” con Lino Banfi. All’inizio del film, mentre Canà guarda la Tv, si vede una sua foto con accanto Crisantemi, che è un giocatore della Longobarda. Canà però non è ancora stato ingaggiato dalla Longobarda; quella foto si riferisce infatti a Longobarda-Sampdoria. Nel film è presente anche Aldo Biscardi, l’uomo la cui grammatica riusciva a essere una sofferenza anche solo commentando una partita. Sob.

“Qualche” anno dopo, più o meno quelli passati dall’ultimo Mondiale italiano vinto al penultimo, hanno fatto anche “L’allenatore nel pallone 2”, sempre con Banfi. Quando a Controcampo viene letta la prima giornata di campionato figurano gli incontri Fiorentina-Empoli e Genoa-Milan (come nella realtà) e Roma-Longobarda (a discapito della vera Palermo-Roma). Quando Oronzo Canà viene invitato in studio in seguito alla buona posizione della Longobarda, viene letta la classifica e Genoa ed Empoli sono sparite per far posto a Longobarda e Marchigiana mentre ricompare il Palermo. Ecco, poi, io lo so che se ci fosse davvero una squadra che si chiama Longobarda, io potrei tifarla per i motivi sbagliati. Non si può tifare una squadra perché i Longobardi erano i tuoi barbari preferiti, vero?

Dall’Italia andiamo in Inghilterra, con “Febbre a 90°” e un errore “storico”: uno spazzino guida una falciatrice. Siamo nel 1989, ma macchine di quel genere esistono dal 1994. Non avevano letto le istruzioni…

Restando sempre in UK, ecco il film su uno dei più grandi giocatori inglesi: George Best. Il film, ovviamente, si intitola “Best”. Non sono del tutto sicura se quest’uomo sia rimasto nell’immaginario collettivo solo per i casini che combinava e per come è morto o se davvero era un genio del calcio, but still. Nella scena prima dell’arresto, Best si sveglia e si trova in mano la fiche datagli dalla bionda la sera prima al casinò. Appoggia la fiche per terra, si alza e in un’inquadratura strettissima vediamo che la calpesta. Poi la camera stacca, vediamo Best a figura intera dall’alto verso il basso. Muove un passo e la fiche non è dove dovrebbe essere, ossia dove un attimo prima era appoggiato il piede.

Altro film di cui ho scoperto ora l’esistenza ma che sembra meritare è “Goal!”. È in realtà una trilogia, che segue un (futuro) campione dalla sua “nascita” sportiva alla vittoria finale. Se siete appassionati di calcio, dovrebbe essere un must have. Prima di entrare a far parte del club il protagonista va a vedere una partita del Newcastle. Sul finire del match segna di testa Alan Shearer, ma lo speaker erroneamente annuncia che il goal è di Patrick Kluivert. In Italia lo avrebbero sepolto sotto una pioggia di sghignazzate.

Con “Shaolin Soccer” abbiamo un film veramente di pregio, massacrato purtroppo da un doppiaggio che ha voluto rendere i vari dialetti cinesi con i vari dialetti italiani, cosa che non sembra funzionare molto. Ammetto che avrei avuto anche io i miei problemi a districarmi con un film in cinese, sia pure sottotitolato. Parte finale del film: la ragazza è in porta e il giocatore avversario tira violentemente. La ragazza riesce a prendere la palla e inizia a farla vorticare sull’indice della mano destra, poi, con la mano sinistra, la colpisce facendola girare vorticosamente in senso (guardando dall’alto) orario. Poi passa la palla sull’indice della mano sinistra e con la destra la colpisce nuovamente per aumentare la velocità di rotazione, ma in questo caso la rotazione è in senso antiorario! Tsk… Almeno “Holly e Benji” facevano tiri logici. Certo, ora che dal salto da terra si arrivava al tiro vero e proprio facevano in tempo a passare quattro puntate, ma almeno erano logici…

Dopo l’intervallo (sì, c’è stato, non ve ne siete accorti?) torniamo in UK con “Sognando Beckham”. Jase (la ragazza indiana) e l’amica bionda parlano dicendo che non ci sono delle squadre di calcio femminili ”professionali” in Inghilterra ma che ci sono solo negli Usa. Però verso la fine la mamma della bionda, quando cerca di interessarsi al calcio, dice che una ragazza della nazionale professionale inglese di calcio è sposata, ha un figlio ed è insegnante di matematica. Tanto, America, Inghilterra… è uguale, no?

Torniamo ai giorni nostrissimi, ai tempi proprio della vittoria 2006 e blooperiamo “Notte prima degli esami – Oggi”, film con pochissime pretese, decisamente meno bello del suo collega anni ‘80. In questo film la colonna portante sono i Mondiali stessi, quindi non potevo non mettercelo. Cioè, potevo, ma insomma. E qui l’errore include proprio i Mondiali: Luca si sta scapicollando da Parigi per tornare a Roma la notte della partita Italia-Germania per sostenere la prima prova d’esame (italiano). Mi piacerebbe sapere come ha fatto, visto che la partita è stata il 4 luglio mentre la prima prova di italiano c’è stata il 21 giugno…

Si infila al pelo “Ultimo minuto”, con un grandissimo del cinema italiano come Ugo Tognazzi. Il protagonista (Tognazzi, appunto) dopo la telefonata di Biscardi esce dall’albergo seguito dal giornalista e dal fotografo. Potete notare all’inizio della scena come il finestrino della portiera del taxi sia tirato su per 3/4 (Luigi Montini lo afferra). Nel prosieguo della scena però il finestrino risulta molto più in basso, su o giù nell’alternanza tra campo e controcampo.

Mi sono tenuta il film “chicca” per ultimo. Un rigore, proprio. “Fuga per la vittoria”, ovviamente. Qui, errore sul calcio di rigore (l’avevo accennato che eravamo ai rigori, no?): Stallone viene inquadrato una prima volta, piccolo stacco, ripresa dell’inquadratura… e Sylvester sfoggia una nuova pettinatura, completamente diversa da quella dell’istante prima.

E comunque, fino a sapere che il calcio d’inizio è al centro del campo, ci arrivo anche io, ecco…