Non so dove stiate voi, ma da me l’estate è esplosa nella sua estosità.
La cosa, ammettiamolo, ha risvolti positivi: lasciamo a casa l’ombrello ogni tanto, per dirne una, che cominciavamo a pensare di aver traslocato in riva al Tamigi. Oppure togliamo il trapuntino dal letto, che a luglio cominciava ad essere un filo blooperistico. La macchia di muffa cresciuta sul muro del garage, ormai affettuosamente chiamata Osvalda e salutata ogni mattina, ha cominciato a mostrare i primi segni di ritiro e anche lo stagnetto del vicino sta riprendendo sembianze più simili a uno stagnetto da giardino che non alle Paludi della Tristezza, dove il toporagno che lui spaccia per cane stava per fare la fine di Artax.
Pare che effettivamente luglio stia facendo luglio e possiamo ben sperare che agosto faccia altrettanto.
Sfortuna vuole, però, che insieme all’anguria, al gelato e agli stivali mixati coi calzoncini girochiappa, il simbolo dell’estate 2014 siano anche le zanze.
Attualmente ci troviamo infestati dalle maledette succhiasangue anche grazie al genio incompreso che vive nella casa a fianco alla nostra e ha ben pensato di installare lo stagnetto di cui sopra. I pesci rossi che ci vivono devono essere vegani, perché la nube di zanze quest’anno ha raggiunto livelli che definire preoccupanti è riduttivo, oltreché ottimistico.
Ergo, questa settimana e la prossima, ispirata dalle maledette di cui sopra, eccovi una doppia porzione di film sui ciucciaplasma per eccellenza: mesdames et messieurs, les vampires.
In principio era lui. Bruttarello, dal colorito decisamente spento e dalla manicure da rifare: “Nosferatu il vampiro” di Murnau, targa 1922, titolo originale “Eine Symphonie des Grauens”, una sinfonia di grigi. Probabilmente anche le sue sfumature erano 50, non sappiamo. Quando Hutter si sdraia sul letto leggendo il libro su Nosferatu il vampiro, un pezzo di carta appare e scompare nella parte in basso a sinistra dello schermo.
Segue un altro grandissimo mostro (appunto) sacro: nel 1931 vede la luce, ovviamente quella lunare, di “Dracula il vampiro” con protagonista Bela Lugosi, che ha dato al cinema il volto classico di Dracula, mantello e smoking compreso. Qui notiamo che nel castello di Dracula, in Transilvania, fanno bella mostra di sé alcuni animali selvatici autoctoni: gli armadilli. Del resto, chi non ha un armadillo, al giorno d’oggi?
Nel 1979 vediamo un altro classico: interpretato da Klaus Kinski e Isabelle Adjani, per la regia di Herzog, ecco “Nosferatu il principe della notte”. Oggi si direbbe “reboot”, all’epoca al massimo era un remake, ma di qualità seria. Quando Jonathan chiede indicazioni per il castello, nella taverna cala il silenzio. Lui si gira per guardare il padrone: in uno stacco ha la mano sinistra sul tavolo, nel successivo è appoggiata allo schienale.
A questo punto, è d’obbligo citare anche “Dracula di Bram Stoker”: non tanto perché Gary Oldman come Dracula fa tanto più interessante che non il Jonathan Harker di Keanu Reeves. (Mina, senti me, lascia stare la mezza cicca lì e fuggi col conte. Credimi, ci guadagni e non solo per il titolo nobiliare…). In una delle prime scene Winona Ryder (come moglie dell’imperatore Vlad) giace a terra morta. Vlad si accascia accanto al suo corpo morto che… si muove. Ops. Zombie o vampiri?
Un altro dei miei film preferiti sui vampiri è “Intervista col vampiro”. Il libro è fenomenale, davvero, ma anche il film è splendido. Guardatelo, soprattutto se volete ricordare il Banderone com’era prima che si mettesse a discorrere di biscotti con le galline. Santiago saltella sul muro verticale di fronte a Louis, parallelo al pavimento. Ma allora perchè i suoi vestiti e i suoi capelli sono solidamente puntanti verso il muro e non, come sarebbe più logico aspettarsi, verso il pavimento? E quando è a crapino in giù sul soffitto, perchè il suo cilindro non casca miseramente a terra invece di essere incollato col bostik alla sua testa? Maggggia vampira anche sui vestiti, tipo?
Il seguito di questo film è “La regina dei dannati”. Questo lo metto per amor di completezza, ma credetemi, è perdibilissimo. All’inizio del film, quando Lestat si sveglia dal suo pisolino secolare e si presenta ai musicisti rock, ha la giacca completamente sbottonata. Ma durante il dialogo con i rockers la giacca si riabbottona da sola fino a metà petto.
Un film immeritatamente semisconosciuto, ma che merita davvero molto, è “Lasciami entrare”, film svedese come l’IKEA e struggentemente vampirico. Il cubo di Rubik che Oskar porge ad Eli ha una facciata quasi tutta bianca eccetto un quadratino rosso. Al cambio di scena il quadratino è blu e poi di nuovo rosso
Dove ci sono vampiri, of course, ci sono anche i cacciatori di vampiri. Qui ne citiamo due. Uno ha dato origine a una seguitissima serie tv, l’altro… well, ora ci arriviamo.
Il primo è “Buffy – L’ammazzavampiri”, quello del 1992, con nel cast un Luke Perry in procinto di interpretare “Beverly Hills 90210” nella parte del belleddannato, una Hilary Swank ancora pre-fasti da film Oscar, Rutger Hauer e Donald Sutherland. No, così, just for trivia. Quando il capo dei vampiri scende dal cielo “volando” sopra l’amica di Buffy per ucciderla, si possono vedere dalle sue spalle due cordoni diretti al soffitto.
Chiaramente, chi è il cacciatore di vampiri per eccellenza? Chi fa strage di vampiri solamente guardandoli storto? No, non Chuck Norris: “Van Helsing”, con Hugh “Wolverine” Jackman. Non che mi lamenti della scelta dell’attore, ma hey!, con lui la recitazione magari non è speciale ma è certamente un bel vedere. Anyway, non divaghiamo che abbiamo ancora tanta strada da fare: quando all’inizio del film Dracula ha appena finito di pasteggiare, si pulisce la bocca sporca di sangue con la mano… ma sulla stessa non c’è la minima traccia di plasma… che lo assorbisse per osmosi?
Concludiamo la prima carrellata con la serie di “Underworld”, con la Beckinsale che evidentemente si è presa invidia dalle vampire figacciose di “Van Helsing” e ha deciso di fare anche lei la vampira. Nel primo, “Underworld”, appunto, troviamo questo: Lucian guarda schifato i due lottatori ignudi come vermini. Subito dopo averli chiamati per nome la camera torna sui due uomini. Voi fate caso al tizio di sinistra e al suo bacino: noterete l’elastico nero dei boxer che fa cucù…
In “Underworld – Evolution” (chi fa i titoli deve avere seri problemi con la peperonata di sera, davvero… certi exploit di originalità si spiegano solo così…) ecco un previdente vampiro che si porta gli occhialini da piscina prima dei massacri: Kraven viene sprizzato dal sangue di uno dei suoi uomini durante la carneficina che Markus sta facendo al castello. Notate come lo sprizzo lo prenda in piena faccia, ma subito dopo, nel suo primo piano, vediamo che il contorno dei suoi occhi è pulito come se avesse indossato degli occhialini protettivi, appunto…
Ma non abbiamo ancora finito: “Underworld – La ribellione dei Lycans”. Quando Lucian torna nel castello, davanti alla stanza di Sonia ci sono due guardie, entrambe col fodero della spada sul lato sinistro del corpo. Quando una delle guardie si allontana la spada si sposta sul lato destro per poi tornare sulla sinistra quando il vampiro cade a terra. Del resto, destra, sinistra… non si dice sempre che sono tutti uguali?
Concludiamo questa settimana con “Underworld – Il risveglio”. All’inizio del film, quando Selene si libera dalla camera criogenica, cade distesa sul pavimento, immobile. In una inquadratura ha la faccia libera dai capelli, in quella immediatamente successiva ci sono delle grosse ciocche che le ricadono sul viso.
Bene. Spero che finora vi siate divertiti.
Prossima settimana, la seconda parte: vampiro classico? Pfui! Ecco a voi il vampiro postmoderno (e anche un po’ sbriluccicoso).
Stay tuned!