C’è o c’è stata vita su Marte? Per rispondere alla domanda, la Nasa con la missione guidata dal robot Perseverance ha raccolto numerosi campioni da rocce marziane e successivamente confermato la presenza possibile di composti “alieni“. Si tratta infatti di minerali che potrebbero essere stati per molto tempo, prima della scoperta, sommersi dall’acqua, della quale ne era stata rilevata la presenza sotto la calotta polare del pianeta già nel 2021.



Ora una nuova scoperta confermata dagli scienziati. Il rover avrebbe prelevato un campione da una roccia che dalle analisi sembra essere formato dagli stessi composti carbonati alla base dei fossili presenti sulla Terra. Alla conclusione della missione quindi potrà essere tutto confermato dagli astronomi, ma bisognerà attendere ancora qualche anno prima di vedere gli effettivi risultati. Il vice capo del progetto, Katie Stack Morgan, ha dichiarato al quotidiano The Daily Telegraph che “Siamo fiduciosi che in questi campioni si troverà l’evidenza della vita su Marte, spiegando cosa è accaduto bilioni di anni fa sul pianeta“.



Vita su Marte, Perseverance preleva campioni di rocce con “Tracce biologiche aliene”

Per provare l’esistenza di vita aliena su Marte bisognerà attendere 10 anni. La data previste per il rientro del rover Perseverance che nel frattempo continua a prelevare campioni di rocce sedimentarie che presentano composti di Carbonio, è stata fissata per il 2030. Entro lo stesso anno la Nasa progetta di stabilire una base permanente sul pianeta per esplorare tutte le zone e soprattutto i crateri formati dai laghi che esistevano milioni di anni fa.

Al momento si sta studiando anche una possibile soluzione per evitare la contaminazione dei materiali trasportati sulla Terra, o una eventuale fuoriuscita di batteri e virus potenzialmente pericolosi dei quali ancora non si conosce il ciclo vitale. C’è anche la possibilità che alla fine si decida per una “quarantena” dei materiali sulla Luna, e quindi studiare più a fondo la composizione in ricerca di tracce aliene direttamente sul satellite. Ora la ricerca ripresa il 2 aprile, è concentrata sul cratere Jezero ed i campioni prelevati, più di 19, che contengono probabilmente le tracce biologiche, faranno parte della spedizione di ritorno sulla Terra chiamata “Mars Sample Return”.