Nel primo “Vaccine Day” è lo psicoterapeuta Massimo Recalcati a ricordare su Repubblica come la “convenienza” dei vaccini non sia più importante dell’ansia che in tante persone genera questo tipo di campagna vaccinale che prende il via da oggi e per tutto il 2021. «Farsi iniettare nel proprio corpo una sostanza estranea, seppure incaricata di difenderlo dal male, non è affatto scontato che sia vissuto da tutti come un beneficio», scrive Recalcati nel suo editoriale dedicato alla “paura” e al senso della comunità.



A livello psicologico, esiste una componente “irrazionale” nel rifiuto del vaccino che non va sminuito e che potrebbe assimilarsi secondo Recalcati alla paura dell’aereo, dei luoghi affollati o dell’attraversare un lungo tunnel: «Il comune denominatore di tutte queste situazioni apparentemente così eterogenee è l’inevitabile perdita di controllo che in modo più o meno accentuato il soggetto è costretto a sperimentare». Come fare dunque per “convincere” le persone che soffrono di questa paura e che non possono essere così “bollati” come semplici “no vax”?



IL SENSO DELLA COMUNITÀ PER IL VACCINO

Per lo psicoanalista Recalcati il vaccino anti-Covid è e sarà una necessità sanitaria che potrà debellare il virus e lasciarci finalmente ricominciare la nostra vita collettiva, ma nel frattempo occorre convincere le persone che quell’iniezione non è un male per sé ma è un bene: «si tratta di sostenere culturalmente che la vita umana non può essere una monade chiusa su se stessa, ma è fatta per stare insieme. E che la condizione dello stare insieme è, in questa congiuntura drammatica, quella della vaccinazione», scrive ancora Recalcati sottolineando come dunque vincere l’angoscia collettiva di “non controllo” sia possibile solo mostrando che la scienza è un partner affidabile e potenziando la fiducia verso l’altro. Qui scattano le critiche di Recalcati, in primis alla comunicazione pubblica finora avvenuta tanto a livello scientifico quanto politico: «che vi siano gesti etici capaci di testimoniarla concretamente. Da parte degli scienziati innanzitutto, ma anche dei nostri rappresentanti politici. Che siano loro i primi testimoni dell’importanza della vaccinazione come possibilità di liberazione dal male e non come chissà quale rischio di contaminazione». Secondo Recalcati, l’intera situazione che stiamo vivendo ci aiuta a rimembrare quanto «la libertà individuale senza iscrizione in una comunità solidale sia una pura astrazione [..] la salvezza o è collettiva o è impossibile e che, di conseguenza, o la libertà viene vissuta come solidarietà o resta una dichiarazione solo retorica».

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