La tensione tra il Movimento 5 Stelle e il premier Mario Draghi mette in bilico la tenuta della maggioranza. La crisi di governo sembra dietro l’angolo, ma c’è un dettaglio che non passa inosservato: parliamo del vitalizio dei parlamentari. Ebbene, l’assegno per deputati e senatori è salvo: la legge parla chiaro.
Come evidenziato dal Corriere della Sera, la scadenza per ottenere il vitalizio è fissata al 23 settembre, ovvero quando la legislatura toccherà i quattro anni, sei mesi e un giorno. Ma i parlamentari possono tirare un sospiro di sollievo: deputati e senatori, infatti, resteranno in carica fino alla prima seduta del prossimo Parlamento. E non ci sono i tempi tecnici per impedire la ricezione della pensione…
Vitalizio parlamentari: cosa prescrivere la legge
Anche se le Camere venissero sciolte oggi, il vitalizio è al sicuro. Tra il periodo di campagna elettorale, il giorno del voto e l’insediamento dei nuovi eletti, passerebbero almeno ottanta giorni. E il 23 settembre, dunque, arriva molto prima. Cade, dunque, l’alibi dell’assegno per quanto riguarda la possibile crisi di governo: i parlamentari non rischiano nulla. Deputati e senatori avranno la possibilità di mettersi in tasca 1.000 euro al mese per ogni legislatura completata. Un assegno piuttosto importante, al quale nessuno intende rinunciare, nonostante i proclami di diversi partiti. Il vitalizio continua a rappresentare un obiettivo raggiungibile, soprattutto per tutti coloro che non verranno rieletti. Gli spazi per tornare in Parlamento saranno drasticamente ridotti dopo il via libera al taglio dei parlamentari: quasi tutti i partiti, ad eccezione di Fratelli d’Italia, saranno destinati a perdere seggi. Un timore che travolge tutti. O meglio, il portafoglio di tutti.