Assumere vitamina D può proteggere dalla demenza e dell’Alzheimer. Lo suggerisce uno studio condotto dall’Università di Exeter, che si è concentrato soprattutto sull’assunzione di vitamina D già in età avanzata. I risultati riscontrati dai ricercatori sono stati sorprendenti. Partendo da un campione di 12.388 persone adulte, con un’età media di 71 anni, hanno seguito lo stato di salute di questi pazienti per un periodo di dieci anni. All’inizio dello studio, alcune di queste persone assumevano già la vitamina D, e precisamente si è trattato del 37% del campione in esame.



Questo sottogruppo ha dimostrato alla fine dello studio di avere il 40% di probabilità in meno di ricevere una diagnosi di demenza rispetto al resto del campione, che invece non assumeva alcun integratore. Ma a cosa è dovuta questa notevole differenza? I ricercatori hanno illustrato nello studio, pubblicato su Alzheimer’s & Dementia: Diagnosis, Assessment & Disease Monitoring, che la vitamina D sembra possedere la capacità di aiutare a ripulire il cervello dalle proteine tossiche, come quelle che possono causare il morbo di Alzheimer.



Demenza e Alzheimer, meno diagnosi con vitamina D? Cosa dice lo studio

Secondo gli scienziati inglesi, la vitamina D è un “potenziale agente per la prevenzione della demenza” e potrebbe quindi essere assunta dalle persone a rischio ben prima della comparsa dei sintomi. Zahinoor Ismail, autrice principale del rapporto, ha spiegato al Times che “la vitamina D ha alcuni effetti sul cervello che potrebbero avere implicazioni per ridurre demenza. Tuttavia, finora la ricerca ha dato risultati contrastanti”. Infatti, “i nostri risultati forniscono indicazioni fondamentali sui gruppi che potrebbero essere specificamente indirizzati per l’integrazione di vitamina D” e “nel complesso, abbiamo individuato prove che suggeriscono che un’integrazione precoce potrebbe essere particolarmente vantaggiosa, prima dell’inizio del declino cognitivo“.



Normalmente, la vitamina D viene assunta esponendo la pelle alla luce solare, ma anche ingerendo alcuni alimenti come il pesce azzurro e la carne rossa. L’assunzione aumenta quindi nel periodo estivo, ma per gli esperti è importante continuare ad assumerla quotidianamente anche in autunno e in inverno per combattere la demenza. Come sottolinea il Times, in passato ricerche precedenti avevano già dimostrato che la vitamina D è coinvolta nell’eliminazione dell’amiloide, una proteina che può formare grumi appiccicosi nel cervello, un segno distintivo dell’Alzheimer. Inoltre, la vitamina D sembra avere maggiori benefici per le donne rispetto agli uomini, forse per una possibile correlazione alla menopausa poiché il ridotto livello di estrogeni rende più difficile produrre la vitamina in età avanzata.