La vitamina D può frenare il diabete di tipo 2: è questa la conclusione alla quale è giunto un team di ricercatori giapponesi dopo uno studio condotto tra il 2013 e il 2019 in tre diverse strutture nosocomiali nipponiche e pubblicato su “The Bmj”. L’obiettivo del lavoro di ricerca era quello di valutare se l’eldecalcitolo della vitamina D2 potesse ridurre lo sviluppo del diabete di tipo 2 tra gli adulti con alterata tolleranza al glucosio e, in tal senso, il campione di pazienti da sottoporre al test è stato individuato tra persone di età pari o superiore a 30 anni con alterata tolleranza al glucosio definita, mediante un test di tolleranza al glucosio orale da 75 grammi e livello di emoglobina glicata.



I partecipanti sono stati sottoposti ad assunzione di vitamina D attiva (eldecalcitolo 0,75 μg al giorno; n=630) o placebo corrispondente (n=626) per tre anni. Dei 1256 partecipanti, 571 (45,5%) erano donne e 742 (59,1%) avevano una storia familiare di diabete di tipo 2. L’età media dei partecipanti era di 61,3 anni. Durante un follow-up mediano di 2,9 anni, 79 (12,5%) dei 630 partecipanti del gruppo eldecalcitolo e 89 (14,2%) dei 626 del gruppo placebo hanno sviluppato il diabete di tipo 2. La regressione alla normoglicemia è stata raggiunta in 145 (23%) dei 630 partecipanti del gruppo eldecalcitolo e in 126 (20,1%) dei 626 del gruppo placebo (hazard ratio 1,15, da 0,93 a 1,41).



VITAMINA D PUÒ FRENARE IL DIABETE DI TIPO 2: I RISULTATI DELLO STUDIO

Sempre su “The Bmj”, nell’articolo inerente agli effetti benefici della vitamina D, si riferisce che l’eldecalcitolo ha ridotto significativamente lo sviluppo di diabete; inoltre, l’eldecalcitolo ha mostrato il suo effetto benefico tra i partecipanti con un livello inferiore di secrezione basale di insulina. Durante il follow-up, la densità minerale ossea della colonna lombare e del collo del femore e le concentrazioni sieriche di osteocalcina sono aumentate significativamente con eldecalcitolo rispetto al placebo. Non sono state osservate differenze significative negli eventi avversi gravi.



Sebbene il trattamento con eldecalcitolo non abbia ridotto significativamente l’incidenza del diabete tra le persone con pre-diabete, i risultati hanno suggerito un potenziale effetto benefico della vitamina D sulle persone con una secrezione insulinica insufficiente.