Il futuro del vino italiano è minacciato dal cambiamento climatico e dalle temperature elevate che stanno cambiando le caratteristiche organolettiche dei prodotti di anno in anno. La soluzione potrebbe arrivare grazie al salvataggio di alcuni vitigni autoctoni, considerati storici ma anche rari, che in base ad alcune ricerche hanno dimostrato di resistere a fenomeni estremi e climi particolarmente caldi. Lo riporta oggi il quotidiano The Times, sottolineando come si sia rivelato un vero successo il tentativo di salvare dal rischio estinzione molti particolari tipi di vite che crescono in Piemonte nel comune di Grinzane Cavour.
Trapiantare i filari più a nord, per evitare alle piante di dover sopportare estati sempre più torride che sfiorano i 40 gradi sta permettendo alla regione di conservare una tra le più particolari varietà. Grazie al lavoro dell’agronoma e ricercatrice Anna Schneider, che ha dichiarato “stiamo coltivando una specie che era destinata a scomparire, ed ora si è rivelata fondamentale per il futuro della viticoltura in tutta la regione“.
Vitigni a rischio in Italia a causa del cambiamento climatico, varietà salve grazie allo spostamento in altura
Oltre al successo ottenuto in Piemonte, altri casi di spostamento delle viti sempre più a nord si stanno dimostrando utili nella conservazione delle caratteristiche delle piante e dei vini prodotti. Gli esempi portati dal Times sono numerosi. Per salvare i vitigni dal cambiamento climatico e dall’aridità che minaccia il futuro di un intero settore infatti, anche in Val D’Aosta l’esperimento è riuscito trapiantando i filari da 1000 a 1200 metri, grazie all’esperienza portata in campo dai risultati precedenti.
Come sostiene Domenico Bosco, responsabile dell’ufficio vitivinicolo della Coldiretti “le difficoltà riscontrate al nord sono peggiori rispetto al sud, perchè ci sono estati con giornate più lunghe e di conseguenza più sole“. Anche al Sud però i problemi con il clima non mancano, in Sicilia ad esempio, i viticoltori dell’Etna, alle prese con la siccità hanno iniziato a cambiare tipo di coltivazioni, ed ora puntano più sulla produzione di frutta tropicale come banane, mango e avocado.