«Papa Francesco vive la sua rivoluzione con un indiscutibile senso anche romantico. Trascina, forza, piccona quotidianamente la struttura tradizionale della Chiesa»: così Vito Mancuso, tra i maggiori teologi “progressisti” presenti in Italia, ‘legge’ sul Fatto Quotidiano il papato di Jorge Mario Bergoglio, dandone un connotato assai politico su diversi fronti. Dopo a nomina di “Don Mimmo” Battaglia a nuovo arcivescovo di Napoli, il teologo ‘di sinistra’ vi legge un intento ancor più chiaro da parte di Francesco: «Nella gerarchia non ha nessuno di cui si fida, allora cerca nella grande provincia della Chiesa e promuove gli interpreti autentici della sua parola, i testimoni». A differenza dei partiti di sinistra mondiali, secondo Mancuso il Pontefice è l’unico che mette al centro la solidarietà e la fratellanza: un Gesù a suo modo ‘comunista’, come spiega ancora il teologo «Bergoglio ha il Vangelo dalla sua parte. Soprattutto Luca. Luca non dice solo beati i poveri, ma aggiunge: guai a voi ricchi! Beatitudini e maledizioni dunque». Per Vito Mancuso, il Papa viene visto dalle destre come un «Satana» perché pone il dubbio contro la cultura del dogma: «Annienta la gerarchia, riconverte il modello della fedeltà assoluta».



”IL PAPA È IL FUTURO DELLA SINISTRA”

Per questo motivo, tanto il giornalista del Fatto quanto Vito Mancuso concordano nel ritenere Papa Francesco l’unico «che dice cose di sinistra. Oggi il Papa spiega che i gay hanno diritto a vedersi riconosciuti pari diritti degli eterosessuali. Un passo che appunto fino a qualche tempo fa era inimmaginabile». Insomma, la Sinistra per trovare la sua guida dovrebbe semplicemente andare a Messa, come spiega ancora Vito Mancuso: «Ci sono buoni pastori e cattivi pastori. E il gregge è disorientato. Le resistenze al Papa sono molte e formidabili i nemici che ha nella sua casa. Come è vero, penso solo al coinvolgimento delle donne, che tanti nodi siano lontani dall’essere sciolti». In merito a quel ‘piccolo’ (siamo ironici, ndr) problema che distingue la sinistra, ovvero che si professa «atea», Vito Mancuso ha la soluzione: «è stato questo un grande errore, una complicazione di ordine culturale e anche un limite. Cos’è l’aldilà per noi cattolici? La voglia di dare senso alla vita. Di immaginarla migliore».

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