Alessandro Bastianelli è stato vittima della terribile comunità del Forteto,: ha subito ogni tipo di violenza e oggi è stato ospite de I Fatti Vostri per commentare la notizia che il guru della stessa comunità, Rodolfo Fiesoli, sia stato da poco liberato dalla galera e si trova in una Rsa per motivi di salute: “Per me è un’ingiustizia totale, dovrebbe marcire in galera per tutto il male che ci ha fatto”.
Ma come è finito Alessandro Bastianelli nelle mani di questo santone?: “Ci sono finito all’età di 13 anni e ci sono uscito all’età di 21 anni. Mamma era malata di nervi e mio padre non riusciva a mantenerci e ci hanno segnalato questa cooperativa tramite i servizi sociali. Me l’hanno proposto e io ho detto di sì”. E ancora: “I primi giorni era tutto bello, ma era tutto falso, era solo per farsi volere bene. Qualcosa non mi tornava”.
VITTIMA COMUNITA’ FORTETO: “MI SONO DETTO, ‘QUI CI MUOIO'”
Poi una sera: “Mi son detto che qui ci muoio – ha raccontato ancora Alessandro, vittima del Forteto – hanno cominciato che io avrei dovuto chiarire perchè ero lì dentro e perchè avrei dovuto rimanere in quella comunità. Loro mi dissero che i miei genitori mi avevano venduto a loro e che i miei mi avevano scaricato ed erano morti”. Tutto nella comunità ruotava attorno al sesso: “A loro interessava solo quello. Una volta mi hanno portato in una stanza e mi hanno molestato, mi hanno accusato di guardargli il membro e mi hanno obbligato a toccarlo”.
Alessandro ha proseguito il suo terribile racconto: “Io ho subito tonnellate di violenze”. A salvare Alessandro è stato il padre: “Non era una comunità, era un lager per lui e per gli altri”, racconta proprio il papà in lacrime “Sono arrivati al punto da venire in casa per comprarmi il figlio”, poi le accuse forti: “Anche le assistenti social erano d’accordo”. Alessandro ha concluso: “Cancellare questa ferita è impossibile, una ferita così si rimargina per poco, non c’è verso, non posso dimenticare una violenza sessuale e psicologica subita. Sono devastato psicologicamente, ho trovato la salvezza nei miei genitori, ancora dopo 20 anni non riesco a dimenticare”. Il papà ha aggiunto: “Alcuni si sono ammazzati li dentro, alcuni li rinchiudevano per giorni nelle celle frigorifere. Oggi mio figlio, che ha 45 anni, ha ancora gli incubi di notte”.