Il nome di Ilaria Di Roberto, negli ultimi mesi era salito agli onori della cronaca per essere stata eletta simbolo nazionale della lotta al cyberbullismo ed al Revenge Porn. Adesso però, per la 29enne di Cori (Latina), i ruoli potrebbero invertirsi passando da vittima a carnefice. Ilaria, aspirante scrittrice, come rammenta Repubblica.it, negli ultimi tempi aveva denunciato i vari attacchi subiti sui social dove, a suo dire, sarebbero stati creati dei veri e propri fotomontaggi in cui veniva mostrata in pose oscene. Non solo: la giovane sarebbe stata vittima di raggiri da quella che lei stessa aveva definito una cybersetta. Adesso però, finisce lei con l’essere accusata di essere l’autrice di episodi di revenge porn e cyberbullismo a scapito di due ragazzi, i cui numeri di telefono sarebbero finiti su un sito porno per omosessuali. In seguito alle accuse, nelle ultime ore è scattata la perquisizione da parte della polizia postale, che attualmente risulta denunciata e sulla quale sono in corso i dovuti accertamenti da parte del sostituto procuratore di Latina, Valentina Giammaria.
ILARIA DI ROBERTO DA VITTIMA DI REVENGE PORN A CARNEFICE
Ilaria Di Roberto nelle ultime settimane è stata spesso protagonista di interviste radiofoniche e televisive per parlare della sua storia personale in qualità di vittima di revenge porn. Per questo è intervenuta nei salotti tv più popolari, da Storie Italiane e I Fatti Vostri passando per Pomeriggio 5, dove ha denunciato gli episodi di cui sarebbe stata vittima in seguito alla creazione di falsi profili sui social. Non solo: sarebbe stata persino vittima di una cybersetta che l’avrebbe convinta a tatuarsi il proprio simbolo ed a firmare una cambiale sotto ipnosi telefonica. Si era detta preoccupata per la sua vita ed aveva sperato che la sua denuncia non passasse in secondo piano. Le stesse istituzioni l’avrebbero definita una vittima attendibile e non a caso era divenuta simbolo della lotta al cyberbullismo al punto da essere invitata in seminari sull’argomento per raccontare la sua esperienza. Eppure, la stessa polizia postale che si è occupata del suo caso, ha dovuto prendere in esame anche le denunce di due giovani che dopo aver avuto dei rapporti con lei si sarebbero trovati a loro volta vittima. I loro numeri di telefono sarebbero finiti su un sito porno gay venendo così sommersi da telefonate con richieste di prestazioni. Sul caso è stata aperta una indagine e sarebbe emersa già la responsabilità della 29enne rispetto ai numeri finiti sul sito con sede all’estero. Resta ancora da capire il motivo delle due porno-vendette.