Le vittime di stupro? Indossano “pochissimi vestiti“. Lo ha dichiarato il primo ministro pakistano, Imran Khan, finito al centro di una bufera mediatica dopo questa frase a dir poco sconsiderata. Intervistato dal giornalista Jonathan Swan di Axios rispetto ai numerosi stupri in corso in Pakistan, il premier ha offerto una spiegazione a dir poco maschilista del fenomeno: “Una donna che indossa pochissimi vestiti ha un impatto sull’uomo, a meno che non sia un robot. Si tratta di buon senso”. Di fatto una rivisitazione del tanto celebre: “Certe donne se la vanno a cercare” tanto in voga nei settori più retrogradi della società. Il presidente non ha spiegato, per esempio, cosa intendesse per «pochissimi vestiti» in un paese in cui la maggioranza delle donne indossa abiti nazionali conservatori. La reazione è non si è fatta attendere: una dozzina di associazioni per i diritti delle donne, compresa la Commissione per i diritti umani del Pakistan, hanno chiesto le sue scuse.



VITTIME STUPRO, FRASI CHOC DEL PREMIER DEL PAKISTAN

“Queste dichiarazioni rafforzano la percezione pubblica che le donne siano vittime “coscienti” e gli uomini aggressori “indifesi””, hanno detto in Commissione. Maryam Nawaz, vicepresidente della Lega musulmana pakista-Nawaz e figlia dell’ex primo ministro, ha rincarato la dose dichiarando che il primo ministro è un “apologista dello stupro”. Gli ha fatto eco Kanwal Ahmed, attivista per le donne, che ha cinguettato su Twitter: “Mi fa rabbrividire il pensiero di quanti stupratori si sentano convalidati oggi che il primo ministro che sostiene il loro crimine”. Già ad inizio 2021 Khan era stato accusato di una “sconcertante ig”noranza” dopo aver consigliato alle donne di coprirsi per prevenire gli stupri. Il suo portavoce ha poi smentito la dichiarazione, attribuendo il passo falso ad un errore di traduzione dalla lingua urdu. Interpellato dal giornalista, il premier ha spiegato che intendeva riferirsi al “concetto di purdah” dell’Islam, cioè “evitare la tentazione” coprendosi. Frasi inaccettabili in un Paese in cui le vittime di abusi sono spesso guardate con sospetto ed è raro che la polizia dia seguito alle denunce, comunque poche, ed in cui gran parte della popolazione risponde ad una sorta di codice d’onore che punisce le donne dalla “vergogna” con violenze e omicidi.

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