Vittoria Puccini ha parlato del suo cognome “illustre” sulle colonne di “Specchio”, settimanale in abbinamento obbligatorio con “La Stampa”. L’attrice ha rivelato che in molti le domandano se sia discendente del compositore Giacomo Puccini e lei, con grande sincerità, ha ammesso: “No, non lo siamo. Però, c’è una leggenda… A un certo punto, girava in famiglia un albero genealogico secondo il quale saremmo stati imparentati con il compositore. In realtà, era tutto falso. Questa discendenza se l’era inventata il mio bisnonno per sposare la donna amata, ovvero una contessa russa. I genitori di lei erano contrari al matrimonio, perché lui non era nobile. Pensò che testimoniare questa parentela con Puccini sarebbe servito a impreziosire l’immagine della famiglia. Funzionò. Si sposarono”.
A proposito di famiglia: i genitori di Vittoria Puccini si conobbero a una festa a Firenze e venivano entrambi da famiglie con caratteristiche abbastanza diverse. L’ex volto di “Elisa di Rivombrosa” ha rivelato che “da parte di mio padre erano tutti avvocati e professori di diritto, da parte di mia madre, che di cognome si chiamava Morozzi, era una dinastia di architetti e designer”.
VITTORIA PUCCINI: “VOLEVO DIVENTARE AVVOCATO, MA LASCIAI QUASI SUBITO L’UNIVERSITÀ”
Il nonno di Vittoria Puccini, Guido Morozzi, sovrintendente alle Belle Arti, coordinò i lavori dopo l’alluvione del 1966 ed è anche lo scopritore di Santa Reparata, la basilica paleocristiana che si trova sotto Santa Maria del Fiore: “Lui è stato il primo ‘famoso’ della famiglia – ha confessato l’attrice –. Ero bambina quando lo vedevo intervistato al Tg3 e mi faceva una certa impressione. In occasione delle nozze d’oro sue e della nonna, ci portò tutti al santuario della Verna che lui aveva restaurato. Facevamo spesso gite culturali con lui. La sua notorietà mi fece molto comodo in prima media. Avevo un’insegnante di disegno bravissima, ma assai severa. Io ero timida e insicura, quando scoprì che ero nipote di Guido Morozzi divenni la sua preferita”.
Prima della recitazione, Vittoria Puccini sembrava voler seguire le orme del ramo paterno della sua famiglia, tanto che si era iscritta a Giurisprudenza e pensava di diventare avvocato e professore di diritto: “Era un mondo che mi affascinava – ha asserito a ‘Specchio’ –. Mi facevo raccontare dal nonno i casi che aveva seguito. Guardavamo sempre tutti insieme ‘Un giorno in pretura’ in televisione. L’idea della legge, del rispetto delle regole è in me profondamente radicata. Però, io ho lasciato l’Università quasi subito, infatti non ho fatto nemmeno un esame”.