“Bisogna avere tanto amore dentro di sé per darne agli altri”. Con queste parole Vittoria Puccini apre il suo monologo dedicato all’imprenditrice e scrittrice Susanna Agnelli, durante la diretta di ‘Festa di Natale – Una serata per Telethon: “Susanna Agnelli si è sempre mossa a modo suo, spinta dalla passione, dall’intelligenza, dal suo vedere il mondo dal basso e dall’alto. La cosa più straordinaria era la capacità di non arrendersi mai, di far tornare le cose come dovrebbero essere. Qualcuno le diceva che non poteva cambiare il mondo, lei diceva che nella vita bisogna imparare a stare da soli almeno per un’ora al giorno”, continua Vittoria Puccini. “Diceva che occorre imparare a pensare da soli. Ha reiventato la sua vita attraverso la scrittura, la politica, è stata la prima donna a rivestire l’incarico di ministro degli esteri. E poi Telethon, con la raccolta fondi. Lei disse di avere fiducia negli italiani, perché lei sapeva che gli italiani avrebbero colto il messaggio. Lei è stata una rivoluzione”. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)
VITTORIA PUCCINI A “FESTA DI NATALE, UNA SERATA PER TELETHON”
Anche l’attrice Vittoria Puccini farà parte del ricco parterre di ospiti in occasione dello show di Rai1 a scopo benefico in onda questa sera: “Festa di Natale: una serata per Telethon”. Sono passati ormai svariati anni da quando la Puccini indossava i panni della romantica Elisa di Rivombrosa, un marchio che oggi fa ancora fatica a scrollarsi di dosso: “È assurdo accennare ancora a quel personaggio. Sono orgogliosa di averlo fatto, ma mi pare pleonastico, oggi, affermare che mi impegno in altri ruoli per allontanarmene”, ha tuonato in una recente intervista al quotidiano Corriere della Sera. Sin dagli esordi della sua carriera, ha spiegato Vittoria, ogni volta che si è trovata di fronte ad un nuovo personaggio da interpretare non ha mai pensato di diversificarsi da quello del passato ma ha sempre cercato di identificarsi con esso. La sua carriera di attrice, ha raccontato, ha preso il via con un ultimatum del padre: “Mi ero iscritta a Giurisprudenza. Ma la mia passione era altrove e, quando fui scritturata da Sergio Rubini per il film “Tutto l’amore che c’è”, abbandonai gli studi”. Il padre in quell’occasione fu categorico: pur fidandosi di lei le disse “se entro due anni, non succede niente, ricominci a studiare”. Ed invece in quel caso fu proprio la famosa Elisa a venirle in soccorso.
VITTORIA PUCCINI, L’ULTIMATUM DEL PADRE E IL RUOLO PIÙ DIFFICILE
Quell’ultimatum del padre, oggi Vittoria Puccini non lo rinnega affatto anzi, in maniera orgogliosa, commenta: “fece bene a dirmelo, era il modo giusto per farmi capire che non dovevo galleggiare in un limbo. I miei genitori mi hanno dato fiducia”. Oggi è anche lei madre di una ragazza di 14 anni, Elena, e non nasconde che farebbe con lei esattamente la stessa cosa: “Se mi dimostrasse di voler inseguire una sua passione, le sarei a fianco. I sogni vanno sostenuti. Sono un’ottimista”. Pur avendo dei punti di riferimento importanti come Rubini, la Puccini si è costruita da sola senza quindi frequentare alcuna scuola di recitazione. Tanti i personaggi che ha interpretato nel corso della sua carriera, ma quello più difficile per lei è stato il ruolo di Oriana Fallaci che la stessa Vittoria ha definito “un’esperienza di lavoro incredibile, la più faticosa”. Il dovere dare voce e corpo ad una donna e a una personalità così complesse ha però dato una importante lezione all’attrice: “quello che ho imparato da lei, è che ha sempre difeso le sue idee a costo di diventare antipatica, scomoda”.