Si è parlato ovviamente anche di Giuseppe con Vittoria Schisano, ospite negli studi di Oggi è un altro giorno. “Lo considero una sorta di fratello minore – racconta l’attrice originaria di Pomigliano d’Arco – mi fa quasi faticava riconoscermi in quello che gli altri vedevano anche perchè io sono sempre stata Vittoria, non è un bisturi che ti rende femmina, il bisturi ti mette solo equilibrio, è per questo che ne parlo in terza persona. Della mia storia è importante parlarne e bisogna farlo, perchè c’è gente che ancora non conosce l’argomento. Bullizzavano Giuseppe ma son gli stessi che corteggiano oggi Vittoria – ha proseguito la Schisano – il compagno di classe non ha gli strumenti per capire l’unicità del suo compagno di banco. Ti prendevano in giro, ti chiamavano femminella, ricch*one, poi dopo cresci e oggi sono la donna che sognavano da bambini. Quasi tutta la classe mi ha cercato. Li ho perdonati mentre non ho perdonato i professori, perchè un insegnante avrebbe dovuto usare la mia storia per fare una lezione di educazione civica. Un insegnante non dovrebbe insegnare l’omertà ma insegnare la vita, se no dovrebbe cambiare mestiere. Giuseppe se le asciugava da sole le lacrime, il conforto manca sempre perchè non c’è nessuno che ti insegna cosa fare se nasci in un corpo sbagliato”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

VITTORIA SCHISANO, IL PASSATO DA GIUSEPPE: “CHI MI BULLIZZAVA OGGI MI INVITA A CENA”

Vittoria Schisano, ospite della puntata di Oggi è un altro giorno in onda oggi, venerdì 11 dicembre, ha più volte raccontato il lungo percorso fatto per salutare Giuseppe e accogliere nella sua vita Vittoria. Nato Giuseppe, sin da bambino, ha dovuto fare i conti con la disforia di genere che, per tanto tempo, l’ha fattao sentire sbagliato in un corpo che non sentiva suo. Già da piccolo, Giuseppe sentiva di trovarsi in un corpo sbagliato anche se la consapevolezza di voler lasciare andare Giuseppe per accogliere nella sua vita Vittoria è arrivata molti anni dopo. “Era un bambino diverso, speciale, che sapeva di essere nato nel corpo sbagliato. A tre anni sapeva di essere Vittoria, però non capivo, non c’era pregiudizio, giocavo con le Barbie, mi sentivo più vicino a mia madre che a mio padre”, ha raccontato Vittoria Schisano in un’intervista rilasciata a Mara Venier per Domenica In.

VITTOIA SCHISANO E LA LOTTA CONTRO IL BULLISMO: “MI CHIAMAVANO FEMMINELLA”

Sono tante le operazioni che Vittoria Schisano ha subito lungo il percorso che ha portato alla nascita di Vittoria. Tra tutte, quella più lunga è difficile è stata la vaginoplastica eseguita nella clinica di Iván Mañero a Barcellona e durata ben 10 ore. E’ stato l’ultimo passo compiuto da Vittoria Schisano che oggi è felice della donna che è diventata. Il suo passato, però, non è stato affatto facile. La Schisano, infatti, ha dovuto fare i conti anche con il bullismo come ha recentemente confidato a Mara Venier. “Mi dicevano fro**o, femminella, r*******e. Spesso io non reagivo, ma in alcuni momenti alzavo la voce. I professori che ho avuto non hanno mai usato questa diversità per fare una lezione di vita ai miei compagni, quindi facevano la cosa più facile, zittire me, il diverso, chi dava fastidio”, ha raccontato Vittoria non nascondendo il dolore provato durante quel periodo.