I giovani non conoscono il sacrificio, devono impararlo. Lo sostiene lo psichiatra Vittorino Andreoli, che nell’intervista rilasciata ieri all’Huffington Post contesta le parole di Mario Draghi, secondo cui i giovani devono avere spazio, e difende la “funzione sociale fondamentale dei vecchi”. A proposito delle parole dell’ex presidente della Bce, il professore ha dichiarato: “Penso che sia un ottimo economista e una persona perbene, ma con questa frase abbia dimostrato voglia di giovanilismo”. Per Andreoli i giovani non hanno un ruolo diverso dai vecchi e ritiene che sia ora di finirla col messaggio secondo il quale gli anziani tolgono ossigeno ai giovani. “I vecchi hanno una funzione sociale fondamentale e se si nega questo vuol dire che una società è ridotta a lavoro, produttività ed economia”. Ma il problema è proprio la contrapposizione, che non ha senso per lo psichiatra perché non c’è competizione con i giovani. “Non si fa del bene ai giovani dicendo loro che devono essere messi al primo posto e che vanno aiutati”. Il messaggio da dare ai giovani è un altro: quello dell’impegno per avere una vita esemplare come quella di alcuni anziani (che Andreoli chiama vecchi).



VITTORINO ANDREOLI E LA SOCIETÀ DEI GIOVANI

La società è in pericolo, per questo “i giovani devono assumere forti responsabilità”, come quella di guidare una società. Nelle parole di Vittorino Andreoli non c’è un attacco ai giovani o la solita “ramanzina”, ma l’intenzione di riportarli sullo stesso piano. Ma per poter avere ruoli determinati “non basta avere le macchine e i soldi”, per guidare una società serve “una profonda preparazione, senso di responsabilità e sacrificio, una parola che non si usa più”, spiega all’Huffington Post. Come possono imparare il sacrificio? Non devono puntare al posto fisso e alla macchina, ma porsi come protagonisti del futuro, di cui però non hanno più percezione. “Finiamola di fare l’elogio della giovinezza, perché è un periodo difficile, soprattutto oggi che devono governare una società governata malissimo dagli adulti, però, non dai vecchi”. Ancor più spiacevole della contrapposizione giovani-vecchi è per lo psichiatra non aver messo la vita al primo posto. “Essersi domandati se privilegiare l’ossigeno polmonare o l’economia. L’essersi chiesti se è più importante la vita o quanto quella persona può produrre”. E a chi dovesse obiettare che senza produzione c’è povertà e quindi così la vita è a rischio, Andreoli replica: “Povertà è ancora vita! Io non produco, allora non ho diritto all’ossigeno?”. Infine, contesta il centralismo degli economisti: l’economia è solo una parte dell’umanesimo, quindi deve essere dentro a dei principi per avere valore.

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