Dopo le pessime notizie in arrivo dalla Juventus con gli arresti nel mondo ultras, è di nuovo l’Inter a tornare “protagonista” dopo le recenti faide viste in seguito alla morte dell’ultras il giorno di Santo Stefano prima di Inter-Napoli: nel match giocato sabato sera a San Siro contro l’Udinese, la Curva Nord dei tifosi neroazzurri intona un coro per Vittorio Boiocchi, storico leader dei Boys San e condannato negli anni 90 a 30 anni di carcere per rapina e narcotraffico. È uscito da poco di prigione ed era in curva per assistere al suo primo match dal vivo dopo la galera: a quel punto però, con la Curva Nord che intona “Vittorio Boiocchi uno di noi”, il leader degli ultras neroazzurri Franco Caravita non ci sta e cerca l’amico-rivale per un chiarimento. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera ieri, ne nasce in realtà un pesante scontro con Boiocchi che rifila due pugni in faccia al 60enne Caravita e l’intervento degli altri tifosi vicini che interrompe un rissa ai limiti dell’assurdo. Al termine della partita, le due “faide” si dividono e si “riorganizzano” fuori dallo stesso dove però accade l’imponderabile: Boiocchi accusa un malore e si accascia, di fatto colpito da un infarto per cui in pochi minuti viene portato in terapia intensiva e sottoposto all’intervento di angiplastica d’urgenza per salvargli la vita.
BOIOCCHI-CARAVITA: FOTO-PACE O NUOVA FAIDA?
Nelle fitte e complesse dinamiche interne al vasto gruppo ultras dell’Inter va segnalato come Vittorio Boiocchi pare abbia avuto un ruolo dirimente nelle “nomine” successive alla morte di Daniele Belardinelli lo scorso 26 dicembre 2018, recuperando il ruolo “centrale” nella tifoseria di destra della società neroazzurra. Questo a Caravita non sarebbe piaciuto e per questo sarebbero venuti alle mani; oggi però il nuovo colpo di scena con una foto postata sui social dallo stesso Boiocchi in ospedale abbracciato a Caravita con un commento che è tutto un programma «La nostra risposta alle vostre falsità… la Nord è una famiglia!!!», e un dito medio in bella mostra. Tutto risolto dunque, pace fatta e nessuna faida interna alla Curva Nord: così può sembrare, anche se la Questura di Milano ha tutta un’altra lettura della vicenda. Come riporta ancora il Corriere della Sera, «Boiocchi, uscito da poco dopo 30 anni di galera per narcotraffico e rapine, sarebbe riuscito definitivamente a scalzare Caravita nella guida della Curva. Non un passaggio da poco, visto che in molti vendono nel ritorno di «Vittorio» il rischio di un passaggio a dinamiche criminali, ben diverse anche dalle logiche, per quanto a volte violente, del mondo ultrà». Dalla solidarietà a Diabolik – il tifoso della Lazio ucciso a Roma e coinvolto in un giro di estrema destra della Capitale – fino alla presa di posizione non propriamente a fianco di Lukaku, il bomber dell’Inter beccato da cori razzisti allo stadio del Cagliari: il nuovo “corso” degli ultras gestiti da Boiocchi spaventa la Questura e promette, con ogni probabilità, nuove “puntate” di una vicenda di cui il mondo del calcio avrebbe fatto volentieri a meno.