Vittorio Boiocchi, capo ultrà dell’Inter, è stato ucciso in una sparatoria a Milano, nel quartiere di Figini, alla periferia ovest. L’uomo stava tornando a casa quando è stato raggiunto da circa 4-5 colpi al collo e al torace. Il 69enne, pregiudicato e sorvegliato speciale, è stato trasportato in ospedale in codice rosso all’ospedale San Carlo dopo l’intervento anche dell’elisoccorso del 118, ma le sue condizioni sono apparse subito molto gravi, infatti è morto durante il trasporto in ospedale. L’agguato è avvenuto alle ore 19:50 in strada, in via Fratelli Zanzottera, non lontano da dove abita Boiocchi, che ha trascorso in carcere 26 anni complessivi.



Al momento non ci sono testimoni della sparatoria, ma gli abitanti del quartiere, come riportato dal Corriere della Sera, hanno raccontato di aver udito distintamente dei colpi di arma da fuoco. Le indagini ora sono affidate alla polizia. Vittorio Boiocchi era un volto storico nel mondo ultrà. Si tratta di un vecchio sodale di Franchino Caravita, entrambi leader storici dei Boys dell’Inter.



CHI ERA VITTORIO BOIOCCHI, STORICO ULTRAS INTER

Quando è trapelata la notizia della morte di Vittorio Boiocchi era in corso la partita Inter-Sampdoria a San Siro. In Curva Nord allora è rimbalzata la notizia della sua morte. A quel punto, i responsabili dei gruppi ultrà hanno subito ritirato tutti gli striscioni esposti. Sugli spalti che sono occupati dai tifosi dell’Inter è calato il silenzio. Conosciuto ai più come capo ultras dell’Inter, era molto più che un tifoso da stadio.

Infatti, è stato condannato per narcotraffico e rapina, ha scontato una pena di 26 anni, prima in carcere e poi in affidamento, dal 1992 al 2018. Tornato in libertà, è arrivato a scontrarsi con un altro storico leader ultrà, Franco Caravita. Tra i due nel settembre 2019 volarono calci e pugni a San Siro, poi la pace sul letto d’ospedale, dove Vittorio Boiocchi era stato ricoverato per un arresto cardiaco. In piena emergenza Covid, nel marzo 2022, partecipò a due manifestazioni ad Appiano Gentile, con molti “soggetti pregiudicati e sorvegliati speciali”, violando la normativa in materia di emergenza sanitaria. Nel 2021 è stato arrestato insieme ad un’altra persona a bordo di un’auto rubata, dove furono trovati droga e armi, oltre a manette, pettorine della Guardia di Finanza, taser e una pistola a salve con la canna modificata. Venne così stabilita la sorveglianza speciale per 2 anni e 6 mesi, col divieto di accesso allo stadio San Siro, da cui doveva tenersi a distanza di 2 chilometri.