Vittorio Brumotti si racconta a cuore aperto a Verissimo di Silvia Toffanin. Dall’infanzia al desiderio di proteggere i più deboli sin dagli anni della sua adolescenza. “Sono stato un bambino atipico, sensibile e bastian contrario. Sono stato sin da subito devoto ai miei genitori, vedevo le difficoltà che affrontavano per crescermi, per una serie di cose e allora volevo a tutti i costi aiutarli” – racconta Brumotti che confessa – “non riuscivo a stare con i miei simili, non legavo con chi faceva uso di canne o giocava a fantacalcio, io ero sempre quello con i pantaloni colorati, ero un pò lo sfigato perchè per essere in linea con i giovani devi parlare un linguaggio bad boy”.  Poi la confessione choc: “sono stato vittima di bullismo. Una volta mi hanno bloccato nelle portiere del pullman, me ne combinavo di ogni perché ero io contro l’istituto e la scuola. Anche oggi la prendo a ridere, ci sorvolo sopra perché so di aver fortuna”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Vittorio Brumotti: L’aggressione a Roma e la reazione della politica…

C’è anche Vittorio Brumotti, tra gli ospiti della nuova puntata di Verissimo, il talk show di Canale 5 condotto da Silvia Toffanin in onda ogni sabato a partire dalle 16. Nella sua intervista, la prima in video dopo l’aggressione subita giorni fa nel quartiere San Basilio di Roma, Brumotti farà cenno a quel che ha vissuto e che vive ormai da diversi anni, da quando cioè si occupa di inchieste ‘scomode’ per il programma Mediaset Striscia la notizia. Non è la prima volta, infatti, che Vittorio viene travolto da minacce e insulti a seguito di un servizio girato in un luogo in cui opera la malavita. In questo caso, a bersagliarlo, sono stati gli spacciatori di droga di uno dei quartieri più difficili della capitale, San Basilio, alla periferia est della città. “Ti devono proprio tagliare la gola, ti devono ammazzare”, si è sentito dire Vittorio, subito dopo aver fatto la sua segnalazione: “Guardate come gli spacciatori di droga continuano a vendere morte sulle strade del quartiere San Basilio, a Roma. Nemmeno l’emergenza coronavirus impedisce loro di delinquere. Questo degrado va fermato a tutti i costi: non possiamo permettere che i cittadini perbene vivano nel terrore”.



La denuncia di Vittorio Brumotti

Alla luce dei fatti, vari leader della destra italiana sono intervenuti a sostegno dell’inviato di Striscia, primo dei quali Matteo Salvini, che ne ha approfittato per attaccare il governo sfruttando come pretesto la sua apparente indifferenza (oltre che inefficienza) di fronte a fenomeni come quello in oggetto. “L’Italia ha bisogno di tolleranza zero”, scrive l’ex ministro dell’interno su Twitter, seguito a ruota dall’alleata di centrodestra Giorgia Meloni: “Brumotti voleva proseguire la sua missione di liberazione dalle piazze dello spaccio di droga, questa volta nel quartiere romano di San Basilio. L’accoglienza riservata all’inviato di Striscia, getta una luce inquietante su un quartiere ostaggio dei delinquenti. C’è stato bisogno del massiccio intervento delle forze dell’ordine per evitare che la situazione degenerasse in una vera e propria caccia all’uomo.”

Vittorio Brumotti aggredito a Roma

Nel video, Vittorio Brumotti denuncia la presenza di un vero e proprio supermarket della droga, “uno dei più grandi in Europa, aperto 24 ore su 24 e gestito dalle potenti ’ndrine calabresi e dalla mafia albanese”. Come risultato – oltre alle minacce – Brumotti ha portato a casa anche un mezzo risultato: a seguito del suo intervento di denuncia, molti pusher sono stati fermati e con loro le diverse attività di spaccio. In questa battaglia, Vittorio ha trovato schierato anche don Antonio Coluccia, sacerdote sotto scorta da mesi dopo aver cercato di riappropriarsi di un territorio da tempo in mano alle mafie: “Presidiamo questo luogo tutti i giorni da quattro mesi e cerchiamo di fare prevenzione, ma per molti dei residenti io sono ancora il prete infame”.