Vittorio Brumotti aggredito di nuovo durante la registrazione di un servizio per Striscia la Notizia. L’inviato si era recato con la sua bici nel quartiere Rancitelli di Pescara, conosciuto come “Ferro di cavallo” per girare uno dei suoi tanti servizio sullo spaccio di droga in strada. Ma Brumotti è stato riconosciuto, quindi è stato bersagliato di insulti e minacce. Alcuni residenti, tra cui due donne, come riportato dal sito Howtodofor, hanno circondato il giornalista e la sua troupe, poi hanno cominciato a spintonarli. Un operatore è finito in ospedale: pare che abbia riportato una prognosi di 15 giorni per le lesioni e le escoriazioni riportate. Il quartiere, considerato la principale piazza di spaccio abruzzese, era già finito al centro della cronaca per un’altra aggressione, quella al collega della Rai Daniele Piervincenzi. Duro l’attacco del consigliere regionale Domenico Pettinari, che di Pescara parla come «la vergogna di Italia». Il consigliere regionale ha anche chiesto l’intervento dell’esercito o della Compagnia Intervento Operativo (CIO) «il prima possibile».



VITTORIO BRUMOTTI PESTATO A PESCARA, OPERATORE STRISCIA LA NOTIZIA IN OSPEDALE

In un post su Facebook, oltre a condividere il video dell’aggressione ai danni di Vittorio Brumotti e della troupe di Striscia la Notizia, Pettinari ha espresso tutta la sua preoccupazione per la situazione. «Oggi in un video ho potuto constatare che sia i giornalisti che i poliziotti della volante intervenuti hanno rischiato». E poi ha lanciato un appello alle istituzioni di cui fa parte. «Non si può combattere da soli contro una folla inferocita. Cosa sta aspettando chi ci governa? Che ci scappi morto? Stiamo diventando la vergogna d’Italia e tutto questo non è accettabile». Brumotti invece nelle Instagram Stories ha spiegato che «la situazione è degenerata all’improvviso: tutti si sono scagliati contro di noi ed è successo un patatrac». Ne ha parlato anche Striscia la Notizia: «La folla si riversa in strada inseguendo la nostra troupe e spintonandola, accompagnando il tutto con urla e insulti. [..] Neanche la presenza delle forze dell’ordine ha attenuato la rabbia degli abitanti della zona, che hanno inseguito un nostro operatore costretto a rinchiudersi in una macchina presa a calci».

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